CRYMACHINA è un nuovo GDR action sviluppato da FURYU e pubblicato da NIS, publisher ormai specializzato nel rilascio di giochi di ruolo particolari e che cercano quasi sempre di innovare qualcosa nel genere. Purtroppo con CRYMACHINA siamo in quel “quasi sempre” visto che, anche se divertente e con una trama affascinante, si limita a proporre molto di già visto senza offrire nulla di nuovo, ma questo non è obbligatoriamente un difetto.
Partendo dalla trama, benché non esattamente lontana da canoni già visti, risulta comunque essere parecchio godibile, raccontata in molte sezioni simili a visual novel, nelle quali però potremo solo scorrere i vari dialoghi senza avere opzioni di scelta.
La storia di CRYMACHINA vede la giovane Lebel Distel giacente in un letto di ospedale ormai in fin di vita. Il mondo intero è stato afflitto da una malattia mortale, la quale ha un tasso di mortalità del 100%. Come se questo non bastasse, l’uomo ha proseguito con le sue guerre che, combinate con la pandemia, ne hanno segnato l’estinzione. Poco prima di esalare l’ultimo respiro, Leben sente un messaggio nella sua testa che le dice “sei stata scelta”.
La nostra protagonista si sveglia in una struttura chiamata EDEN, ben 2000 anni dopo la sua morte, in un corpo per metà umano e per metà macchina. Su questa struttura ci sono altre tre ragazze nelle sue condizioni e, anche se riluttante, Leben piano piano accetta quello che gli viene raccontato, ovvero che sei mesi dopo la sua morte la razza umana si è estinta, ma prima di questo ha messo in moto EDEN.
EDEN è una struttura guidata da otto Dei ex Machina, forme di vita artificiali con la capacità di auto evolversi, le quali hanno il compito di “resuscitare” la razza umana. Purtroppo qualcosa va fuori controllo, e alcuni di essi battaglieranno con chi, come Lebel, cerca in qualche modo di diventare una vera umana.
Come accennato prima la storia verrà raccontata con piccoli intermezzi ogni fine livello, ma soprattutto con delle sezioni in stile visual novel che vedranno le protagoniste parlare tra di loro nella sala da tè. Il tutto avverrà tramite menù appositi nella base operativa che funge anche da HUB.
CRYMACHINA: combatti per diventare umano
Il sistema di combattimento è divertente, ma poteva essere molto di più. Il gioco si sviluppa su livelli, a dire la verità brevi, nei quali dovremo ricercare memorie dell’umanità e sconfiggere tutti i nemici che si frapporranno tra noi e la nostra missione. In tutto potremo scegliere tra tre protagoniste, tranne in alcun sezioni di storia con personaggio obbligatorio, ognuna delle quali munita di un’arma principale diversa in grado di colpite corpo a corpo o anche a distanza.
CRYMACHINA cerca di presentare qualcosa di molto personalizzabile a livello di build per affrontare i combattimenti. Oltre alla propria arma principale, ogni protagonista avrà a propria disposizione due equipaggiamenti ausiliari, uno per lato, che potranno essere sia offensivi che difensivi, e che si attiveranno rispettivamente con i dorsali laterali. Ognuno di questi equipaggiamenti ausiliari potrà contenere al suo interno diversi chip, che andranno a modificarne statistiche, bonus e attacchi disponibili, per tantissima customizzazione da parte del giocatore. A questo aggiungiamo anche un sistema di parata e di contrattacco come da regola negli action game e il gioco è fatto, abbiamo un combat system che diverte e funziona.
Purtroppo tanta varietà ed elasticità nella personalizzazione cozza violentemente con una difficoltà dei nemici davvero bassa, anche nel caso dei boss di fine livello i quali, una volta visti i pochi pattern d’attacco, saranno facilissimi da buttare al tappeto. Basterà colpire il malcapitato di turno diverse volte, in modo da riempire la barra per lo stordimento che ci permetterà di effettuare un colpo finale, il quale infligge tantissimi danni. Ripetiamo l’operazione più volte e anche il peggiore dei boss andrà giù senza né lode né infamia.
Purtroppo a livello di puro gameplay combattivo è tutto qui, ed è davvero un peccato perché tanta personalizzazione meritava di meglio. Basterà quasi sempre mettere su una build con danni pesanti e riusciremo ad avere la meglio su tutti i nemici.
Peccato anche perché la storia di CRYMACHINA riesce davvero a creare empatia con le protagoniste, seppur abbastanza stereotipate, le quali dovranno affrontare diversi stati d’animo e avvenimenti, alcuni dei quali davvero pesanti e che le metteranno a dura prova. D’altronde il tema principale del gioco è l’essere umano, cosa significa, cosa lo distingue e così via.
Tecnicamente il gioco è molto indietro, soprattutto a livello grafico. Tranne il design delle protagoniste, tutto il resto è davvero poco ispirato, sia per quanto riguarda il design dei livelli, molto ripetitivi e con pochissimi dettagli, sia quello dei nemici privi di mordente. Il sonoro è il punto forte, con ottimi brani in grado di adattarsi egregiamente a ogni fase del gioco, e un doppiaggio in giapponese davvero ben realizzato.
Peccato per la totale assenza della lingua italiana che, vista la mole di dialoghi presenti in CRYMACHINA, avrebbe aiutato e non poco ad ampliare la godibilità del titolo a più giocatori.