Dopo la sua uscita, nel 2019, per PlayStation 4 e PC, l’action RPG di FuRyu, Crystar fa il suo approdo anche su Nintendo Switch. Se non l’hai mai provato per queste console, sappi che ti trovi di fronte a un titolo che sotto la scorza di gioco puccettoso, con personaggi che vengono presentati sotto forma di tenerissime loli, si nasconde una trama molto matura e fortemente sconsigliata a un pubblico giovane. Peccato che Crystar si porti dietro dei difetti, principalmente legati al combat system, che non lo fanno diventare, per un soffio, un titolo da giocare a tutti i costi.
Rei non uccidere Mirai!
Come in ogni buon RPG (di stampo nipponico o occidentale che sia) la storia è tutto. In Crystar controlleremo Rei una studentessa che di colpo e senza un apparente motivo, si ritrova in un luogo chiamato Purgatory sotto forma di farfalla. Le regole di questo posto sono chiare: solo chi riesce a riappropriarsi della propria coscienza potrà avere il proprio corpo fisico.
Oltre alla protagonista nel Purgatory è presente anche la sorella di Rei ovvero Mirai, la quale, grazie al forte legame tra le due, riuscirà anch’essa a riacquistare il proprio corpo e a muoversi liberamente nei luoghi. Le due custodi del Purgatory danno a Rei un guardiano e dei misteriosi poteri che la trasformeranno in una formidabile guerriera; peccato che proprio per colpa di questi poteri, Rei colpisca a morte Mirai. Tuttavia nulla è perduto, sei Rei stringerà un patto con le due demoni e potrà riuscire a salvare la sorella e a riportarla in vita. Inizia così il tuo viaggio in Crystar.
La trama non sprizza per particolare originalità parecchi elementi sono presi come spunto da altri titoli (il guardiano che ci verrà assegnato somiglia fortemente alle personae della saga di Persona, solo per citarne uno) in più la trama che verrà sviluppata sarà molto lineare, senza grandi colpi di scena o simili, ma nonostante ciò è interessante capirne e seguirne lo sviluppo. Anche i personaggi comprimari e gli NPC hanno una propria personalità molto interessante da scoprire, diciamo che con un guizzo di originalità in più sarebbe stato molto meglio, ma già così non sfigura.
Un combat system interessante all’inizio, ma ripetitivo alla lunga
Il problema principale di Crystar sta tutto nel sistema di combattimento il quale risulta fin troppo semplice. Se per il neofita del genere questo può andare al benissimo, il giocatore navigato potrebbe storcere il naso. I tasti dedicati all’azione sono X per un attacco leggero e Y per uno pesante. Se a questi combineremo anche il tasto R, potrai effettuare una super mossa che ti farà uccidere i nemici molto più agilmente.
Questo piccolo accorgimento riesce a dare un po’ più di profondità ad un combat system fin troppo semplice, anche grazie al fatto che alcuni nemici riusciranno ad “incassare” i colpi molto più facilmente ed è qui che avremo bisogno dei super attacchi di cui parlavo prima. Questi attacchi, tuttavia, non saranno sempre possibili: dovrai prima di tutto riempire la barra posta sotto (facendo fuori i nemici) e solo dopo potrai scatenare tutta la potenza del tuo guardiano.
Oltre al combattimento, in Crystar dovremo esplorare i livelli proposti. Questi risultano piccoli e poco particolareggiati, ma il problema più grande sarà che tenderanno ad assomigliarsi un po’ tutti tra di loro. Per arrivarci e completare la nostra avventura nel Purgatory, dovremo scegliere le varie quest dalla nostra camera da letto, la quale fungerà come centro di controllo per tutte le attività. Qui potrai, oltre che scegliere il prossimo stage da affrontare, anche forgiare nuove tecniche e power up grazie al menù dedicato.
Il sistema per farlo sarà molto particolare: ogni volta che butteremo un nemico con un’aureola in testa (i quali verranno chiamati Revenant), accumuleremo dei tormenti. Questi tormenti sono emozioni che andranno purificate e successivamente potrai equipaggiarle per utilizzarle in combattimento, sempre grazie alla stanza di Rei. Diciamo che è un modo originale ed elegante per nascondere un sistema di crafting.
Graficamente ci sono alti e bassi
Da un punto di vista tecnico Crystar si comporta bene per certi aspetti e male per altri. Se i personaggi sono disegnati bene e l’atmosfera generale è ottima, grazie soprattutto alle tinte molto scure che effettivamente danno l’idea di sofferenza, ideale per il luogo che dobbiamo esplorare, lo stesso non si può dire del design degli ambienti, ma soprattutto per i movimenti dei personaggi.
Come dicevo prima, nonostante l’atmosfera generale sia molto ispirata, i dungeon da attraversare saranno molto piccoli e tenderanno ad assomigliarsi un po’ tutti. Oltre a questo i movimenti del personaggio utilizzato non saranno propriamente fluidi, infatti il nostro alter ego virtuale soffrirà di movimenti molto legnosi e animazioni che forse andavano bene in epoca PlayStation 2 non sicuramente oggi. Per farti capire, se ad esempio durante un filmato il personaggio dovrà girarsi dall’altra parte, il movimento sarà poco fluido e sembrerà di assistere ai movimenti tipici dei primi Resident Evil dove il personaggio muoveva i piedi, ma restava ancorato allo stesso punto.
Un’altra cosa che non mi ha convinto al 100 % è il pop up degli sfondi particolarmente vistoso. Solitamente questa tecnica viene utilizzata per alleggerire il gioco ed avere dei caricamenti più rapidi, tuttavia, nella maggior parte dei casi, questo “trucchetto” viene coperto con qualcosa o comunque viene reso più meno vistoso nascondendolo con elementi del fondale. In Crystar non succede, capiamoci subito questo non mina per nulla la giocabilità, ma da un po’ fastidio vedere questi edifici in lontananza che saltano fuori dal nulla.
Da un punto di vista del sonoro, invece, qui è stato fatto un lavoro egregio, con un doppiaggio (in inglese) molto valido e delle musiche che ti aiuteranno perfettamente a calarti nelle atmosfere del Purgatory.