Sviluppato da Hanako Games e pubblicato in sinergia con Ratalaika Games, Cute Bite prende praticamente tutto da titoli come Princess Maker inserendosi nel filone di simulatori genitoriali con elementi da visual novel, gestioni finanziarie e del tempo, combattimenti a turni e tante, tante scelte. Noi ci siamo presi cura di una giovane vampira su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Cute Bite: come allevare una vampira ribelle
Cute Bite ci chiede di vestire i panni di un maggiordomo molto particolare, un umano che ha superato di gran lunga la sua longevità mantenendo al contempo un aspetto giovane e privo di imperfezioni. Come è potuto accadere tutto ciò? Semplice: grazie a un legame di sangue con un vampiro. Esatto, tale maggiordomo è una sorta di “bambola di sangue” di un potente signore eterno che, con la sua maledizione, tiene in vita l’umano che eletto come suo personale nutrimento.
Il prezzo di tale maledizione, o benedizione che dir si voglia (son punti di vista) è la totale e cieca obbedienza per il potente signore vampiro… così potente che crepa miserevolmente durante l’incipit a causa di un terribile incidente. Tale nefasta occasione, costringe il maggiordomo a destare la figlia del signore vampiro, una creatura che è stata imprigionata dal padre stesso in un lunghissimo sonno, sigillata in una bara e tenuta nascosta al mondo tutto.
Tale sonno semi-eterno ha però portato non poche complicazioni nella giovane vampira che è regredita fisicamente e mentalmente, smarrendo ogni potere e abilità. Non solo, in quanto vampira, il suo istinto da predatore assetato di sangue crea non pochi disagi. A questo va a sommarsi la sua natura da nobile viziata che rischia di emergere con una certa prepotenza man mano che scorre il tempo.
Il compito del povero maggiordomo è quello di crescere al meglio la giovane vampira, insegnandole quanto possibile con la speranza di poter stringere un nuovo legame di sangue e continuare a vivere in eterno. Ci riuscirà? Cute Bite offre diversi finali in modo molto simile a quanto visto in Princess Maker (di cui puoi recuperare la nostra recensione dell’ultima versione del secondo capitolo), offrendo diversi finali (circa venti) a seconda delle scelte che andremo a fare e di come la vampira si ritroverà a crescere.
Per quanto riguarda l’intreccio narrativo, Cute Bite non stupisce molto ma, a differenza di Princess Maker 2 Regeneration, prova a infarcire il tutto con momenti più da visual novel. Questo significa che i personaggi interagiscono molto di più tra loro e non solo con frasi cicliche e ripetitive. Il motivo è anche legato al fatto che il maggiordomo, nel caso di Cute Bite, può evolversi molto di più mutando il suo stesso ruolo e imponendosi come madre, amico, nemico o persino una sorta di “amante”.
Purtroppo, nonostante uno sforzo narrativo in più, la storia risulta fin troppo diluita riuscendo a dar il meglio di sé prevalentemente verso le battute finali (che comunque non risultano pienamente coerenti, costringendo a vedere più finali nella speranza di dare maggiore chiarezza al racconto). Anche gli altri personaggi del cast, molti dei quali insegnanti e datori di lavoro, si limitano a comparse con poche battute e praticamente nessuna evoluzione di sorta.
Una vita da schematizzare
Cute Bite è un simulatore “genitoriale” con elementi da gestionale e un minigioco stile RPG old school (molto old). Come per Princess Maker 2 Regeneration, anche qui ci ritroviamo dinanzi un’enorme trafila di statistiche e menù con cui dover entrare presto in confidenza. Nonostante la mole di testo, il nostro intervento è molto ridotto rispetto a Princess Maker, amputato gran parte dell’esplorazione e concentrandosi inizialmente su studio e lavoro.
Banalmente, il nostro obiettivo è accrescere le statistiche della nostra vampira cercando di farla maturare al meglio, anche in relazione alle varie attività (che inizialmente non potrai prevedere quasi in alcun modo) che richiedono specifici livelli di abilità. Le opzioni a nostra disposizione sono due e le loro scelte riguardano un’intera settimana (ossia per una settimana farà solo quelle due operazioni, senza poter in alcun modo intervenire): farle seguire delle lezioni (con costo giornaliero) o mandarla a lavorare. Ogni attività può portare, a seconda della sua riuscita o meno, bonus o malus a una o più statistiche.
Anche nel caso di Cute Bite, le statistiche essenziali riguardano la stanchezza della vampira (con ben due barre da tenere d’occhio). Se mandata K.O. toccherà intervenire in due modi: offrendole un po’ del nostro sangue o mandarla in bara (o sul letto) a dormire.Dormire, inutile dirlo, ci porterà a perdere giorni preziosi con conseguente assenza di incremento di soldi e statistiche (che potrebbero persino decrementare).
Trovare un giusto equilibrio tra lavoro (per ottenere soldi), lezioni (dove spendere i soldi) e riposo (per eseguire le due azioni precedenti) è alla base della routine di tutto il titolo. Routine che, inutile dirlo, diventa presto monotona e asfissiante, portando i meno pazienti e avvezzi al genere a un prematuro abbandono. Per evitare ciò, gli sviluppatori hanno comunque inserito delle fasi “differenti” come la possibilità di andare a mordere le persone in giro per la città.
Come azzannare il prossimo tuo
Tale attività da vita a un mini gioco stile RPG in 2D condizionato da una serie di menù e statistiche (le stesse delle precedenti attività). Per riuscire a mordere il nemico di turno, dovremo eseguire una serie di approcci a nostra scelta cercando di non incassare troppi rifiuti, pena il K.O. e conseguente obbligo di ritirata e riposo forzato. Riuscire a mordere lo sventurato di turno, invece, ci garantirà una ricarica di energia e anche l’ottenimento di qualche spicciolo.
Purtroppo, tale fase da RPG si dimostra povera d’attrattiva oltre che tanto elementare quanto confusa. Non ci sono percentuali di riuscita e non sembra un valore più alto comporta la riuscita dell’assalto (e viceversa). Questo significa che ogni scontro è più uno scambio di scelte fortuite che un evento strategico come si deve e presto viene tutto a noia… considerando anche che si è leggermente forzati a farle onde evitare di aumentare il numero di giorni di riposo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Cute Bite perde il confronto con Princess Maker 2 Regeneration, offrendo uno stile grafico che, seppur accattivante, presta il fianco a diverse osservazioni anche anatomiche (occhi non allineati, naso quasi alla Voldemort, ecc.). Anche gli ambienti non spiccano per originalità, risultano poco ispirati e anonimi. Il menù, invece, seppur cromaticamente coeso, non è pratico né intuitivo.
E la situazione si complica ulteriormente in modalità portatile dell’ibrida Nintendo, con la dimensione dei caratteri decisamente più contenuta e ancor meno pratica con cui interagire. Peccato considerando le potenzialità offerte dal titolo in portatile come allevare una vampira in stile tamagotchi. Il sonoro è altrettanto poco ispirato, non riuscendo a emergere né a coinvolgere. Infine, da segnalare la totale assenza della lingua italiana (assenti anche i segnalibri) elemento che potrebbe risultare un ostacolo non di poco conto.