Uscito originariamente in occidente nel 1992 con il solo nome Shockman, torna su console Cyber Citizen Shockman 2: A new menace, che altro non è se non il secondo capitolo della saga Shubibinman, abbastanza famosa in Giappone.
All’epoca il titolo uscì su PC Engine, piattaforma non esattamente popolare dalle nostre parti, e fu l’unico capitolo della serie ad uscire dai confini nipponici, come avviene spesso per i titoli di nicchia. Tra l’altro, uno dei motivi che portò probabilmente a questa scelta consiste nel quasi totale cambiamento di gameplay intercorso tra i due capitoli.
Cyborg e proiettili
Tasuke e Kyapiko (in occidente Arnold e Sonya) erano due ragazzi normali, ed all’apparenza lo sembrano ancora, che nel corso del primo capitolo sono stati trasformati dallo scienziato Doc in due guerrieri cyborg con lo scopo di salvare la Terra da un’invasione aliena. Terminato il primo gioco, i due riprendono la loro vita normale finchè un giorno vengono affrontati da alcuni sicari dell’autoproclamatosi Imperatore Ryho che, stranamente, vuole conquistare la Terra con la sua armata di robot.
Ai due ragazzi non rimane che imbarcarsi in una nuova avventura, per riportare la pace sul pianeta.
Il porting
Una delle caratteristiche più interessanti di questo porting di Shockman 2 è dato dalla possibilità di giocare 3 versioni del titolo: l’originale giapponese del 1991, la conversione occidentale del 1992 e infine la versione attuale con una nuova traduzione e una grafica più pulita, adatta al 2023. Inoltre, è possibile impostare dei filtri visivi che replicano l’esperienza di gioco su un vecchio schermo a tubo catodico o selezionare schemi di colori come RGB o Bianco e Nero per dare vita a partite allucinogene.
Tra le varie opzioni, giustificabili probabilmente dal gameplay (di cui parleremo a breve) troviamo un’intera sezione dedicata ai cheat: infatti in pochi clic potremo scegliere se diventare invulnerabili, abbassare al minimo la barra di vitalità dei boss, potenziare al massimo i nostri colpi o ancora scegliere direttamente da quale dei 9 livelli iniziare.
I cheat sono ammissibili perchè, purtroppo, il gameplay è veramente pessimo: in generale si assiste ad un lag dei comandi che in un titolo con una forte componente platform diventa elemento di frustrazione. Ad aiutarci, sia pure parzialmente, c’è la possibilità tipica in questi casi di utilizzare il tasto rewind per tornare in una situazione più favorevole, o allo stesso tempo un avanti veloce che velocizza un’attesa evitabile. Fatto sta che l’intera esperienza di gioco è complessivamente mediocre.
Come dicevo in apertura, rispetto al primo capitolo, gli sviluppatori decisero di adottare un diverso tipo di gameplay, dando vita ad un titolo completamente diverso: se nel primo Shubibinman si combatteva con la spada, in questo secondo capitolo siamo passati ad un’arma sul braccio, che rende Shockman un perfetto emulo (clone) di Mega Man con il suo miscuglio di shooter e platform che, onestamente, Namco ha sempre declinato bene. Spariti anche gli ostaggi da salvare, ci restano solo orde (si fa per dire) di nemici e gli immancabili e giganteschi boss di fine livello, alcuni dei quali furono creati all’epoca dai giocatori e riportati dagli sviluppatori all’interno del gioco.
L’avanzare lungo i 9 livelli diventa quindi faticoso e a tratti noioso, con l’unico intermezzo di 2 segmenti in cui a bordo di veicoli affrontiamo sessioni in puro shmup a scorrimento.
Segnali di stile in Cyber Citizen Shockman 2
Dal punto di vista grafico, Shockman 2 presente un design pulito, tipico dell’epoca dei 16 bit, con ambientazioni colorate e moderatamente dettagliate. Tanto il design dei personaggi principali, quanto dei nemici, è abbastanza anonimo e anche in questo caso non si discosta particolarmente dai Mega-cloni.
Sufficiente il comparto sonoro che propone le tipiche sonorità sincopate rock, ad affiancare le nostre scorribande in cerca della vittoria.