L’editrice associata di Gameinformer Liana Ruppert, dopo aver testato Cyberpunk 2077, ha riportato un resoconto molto dettagliato su un problema del titolo più atteso degli ultimi 8 anni. Io stesso ho riportato la notizia perché mi sembrava doveroso verso coloro che come me soffrono o hanno sofferto di epilessia fotosensibile. Infatti, alcune sezioni del titolo, come per esempio la Braindance o le interazioni con Johnny Silverhand, sembrerebbero essere potenziali fattori scatenanti di crisi epilettiche. La stessa Ruppert ha avuto una piccola crisi proprio mentre affrontava una sezione in cui era richiesta una Braindance.
Dopo aver riportato l’episodio la donna è stata, oltretutto, attaccata da una parte dell’utenza. Gli sviluppatori polacchi, però, non hanno affatto sottovalutato il problema, anzi, si sono messi subito a lavoro per cercare di risolverlo in maniera permanente e rendere più accessibile a tutti i giocatori di Cyberpunk 2077.
Lo studio ha infatti condiviso su twitter un piccolo messaggio con allegato il proprio il tweet della Ruppert dicendo:
“Grazie per aver sollevato l’argomento. Stiamo lavorando a un avviso separato nel gioco, a parte quello che esiste nell’ EULA. Per quanto riguarda una soluzione permanente, il team di sviluppo la sta attualmente esplorando e la implementerà il prima possibile”
Thank you for bringing this up. We’re working on adding a separate warning in the game, aside from the one that exists in the EULA (https://t.co/eXpPn73VSK). Regarding a more permanent solution, Dev team is currently exploring that and will be implementing it as soon as possible. https://t.co/lXFypnSit2
— Cyberpunk 2077 (@CyberpunkGame) December 8, 2020
L’accessibilità di Cyberpunk 2077
Come sappiamo, moltissimi giochi presentano scenari e sezioni che possono scatenare delle crisi epilettiche: parecchi dispongono di una schermata di avviso per gli utenti che ne soffrono, ma purtroppo non tutti. L’EULA fa un piccolo cenno, ma ritrovarlo nella vastità degli avvertimenti è un’impresa, e poi più che un avvertimento sembra essere un consenso legale. La Ruppert ha preso anche contatti con parte del team di sviluppo e sembra che si stiano muovendo in fretta per colmare la mancanza di comunicazione su quest’area di accessibilità.
L’editrice ha poi ribadito che Cyberpunk 2077 è un gioco che le è piaciuto moltissimo, e che scrivere di questa problematica non era certo per scatenare polemiche o aizzare haters, ma aveva il solo scopo di offrire un feedback a CD Projekt Red prima del lancio del gioco, e offrire un aiuto agli utenti che come lei soffrono di questi problemi di salute in modo da cautelarsi in vista dell’imminente uscita.
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