Fin dal giorno del suo lancio, avvenuto dopo mille peripezie e rinvii lo scorso 10 dicembre 2020, Cyberpunk 2077 non naviga in buone acque. Il titolo targato CD Projekt Red è diventato letteralmente un caso mediatico all’interno del mondo videoludico e non, un vero e proprio esempio di come un gioco non andrebbe lanciato e, soprattutto, di come un prodotto non dovrebbe mai e poi mai essere comunicato.
Dopo il disastro del day one di Cyberpunk 2077, la software house polacca, fino a quel momento lodata per l’ottimo The Witcher 3 The Wild Hunt, è dovuta correre ai ripari, ma dal momento che i mali non vengono mai soli, un pesante attacco hacker ha complicato le cose e rallentato ulteriormente i tempi di sviluppo delle patch. Da un po’ di tempo infatti la comunicazione relativa all’upgrade next-gen del titolo è completamente assente nei comunicati di CD Projekt Red e le notizie in arrivo nelle ultime ore non fanno ben sperare nemmeno per il multiplayer online.
Cyberpunk 2077: a Night City con gli amici, o forse no…
Il titolo maledetto di CD Projekt Red non fa in tempo a regalarci una gioia, l’attesa patch 1.2 è stata finalmente resa scaricabile ieri, che ci ricorda subito quanto la vita sia triste, e a farlo ci pensa direttamente il presidente della software house, Adam Kicinski , che parla della roadmap prevista per il 2021, con una brutta notizia per chi sognava di portare scompiglio a Night City in compagnia.
Stando alle parole del presidente infatti, dal 2022 CD Projekt Red dovrà adottare una nuova strategia lavorativa che la porterà a sviluppare più AAA in contemporanea (presumibilmente per rientrare al più presto dalle perdite causate da Cyberpunk 2077), per fare questo però sembra che sarà necessario accantonare un comparto multiplayer da ripensare appositamente per l’avventura di V e soci. In futuro, la software house vuole puntare a integrare direttamente elementi multiplayer nella campagna principale (quando possibile e sensato) senza dover creare appositamente un’esperienza a parte, produzione che porterebbe a un inutile spreco di risorse.
Questa affermazione trova un effettivo riscontro con alcune dichiarazioni passate di Kicinski, che aveva parlato del multiplayer del gioco come un’esperienza talmente grande da essere praticamente un titolo a sé stante; è evidente come in un momento del genere CD Projekt Red preferisca lasciarsi alle spalle il prima possibile il nome Cyberpunk 2077 e qualsiasi progetto a esso collegato, e magari tornare il prima possibile nel porto sicuro del regno di Nilfgaard.
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