Non c’è nulla da fare, dopo aver passato le ultime settimane a correre appresso alle nuove console e maledire i così detti scalper, è già ora di concentrarci su altro visto che uno dei giochi più attesi e rinviati di sempre, è (forse) in dirittura d’arrivo; esatto, mi riferisco a Cyberpunk 2077.
Titolo partorito dalle menti geniali di chi era dietro all’apprezzatissimo The Witcher III, ovvero CD Project Red, il gioco ha messo addosso agli utenti un hype estremamente alto.
Vuoi per i continui rinvii, oppure perché, sin dalle prime immagini, si è capito subito che Cyberpunk 2077 ha quel qualcosa in più, grazie a questo, il titolo, si è costruito attorno l’aura di masterpiece ancor prima di uscire. Vedremo se queste impressioni saranno effettivamente così oppure saranno stati anni buttati nello sperare in un gioco degno di questo nome.
Tuttavia potresti essere uno di quelli che non sa che Cyberpunk 2077, non nasce come videogame, ma come serie di giochi di ruolo su carta, poi ha avuto una sua serie di fumetti e da li, visto il suo successo, la macchina del consumismo è partita facendolo diventare un franchise.
Arriviamo ai giorni nostri dove il titolo più desiderato degli ultimi anni farà capolino sulle nostre console di nuova e vecchia generazione, anche se Cyberpunk 2077, non è il primo tentativo di trasporre questo franchise in salsa videoludica, ma ci aveva già provato una semi-sconosciuta casa di produzione spagnola, Mayhem Studio. Uscito nel lontano 2007, per dispositivi mobili e creato sulla famosa piattaforma Java (al tempo era uno dei tool di sviluppo più utilizzati). Il gioco prende il nome di Cyberpunk Arasaka’s Plot ed ha tutti i canoni dei giochi mobile del tempo.
Esteticamente ci troviamo di fronte ad un platform 2D con sprite in 16 bit che prende in prestito alcuni elementi da altri classici del mondo videoludico passato. Uno dei titoli che ha dato maggior influenza a Cyberpunk Arasaka’s Plot è sicuramente Flashback, gioco creato nel 1993 da Delphine Software.
Gameplay di altri tempi
Come in Flashback abbiamo: dei livelli fissi, alcuni nemici sono stati presi pari, pari dal gioco di Delphine Software, il fatto di spostarsi grazie degli ascensori e anche i movimenti del personaggio sono i medesimi (tra l’altro Flashback, per questo aspetto, era fortemente ispirato al primo Prince of Persia).
Tutto ciò si tramuta in un sistema di controllo estremamente legnoso, ma molto in voga in quegli anni, visto che anche altri giochi fatti sulla falsariga, come l’adattamento mobile di Splinter Cell, erano creati alla stessa maniera. Non solo, questa tipologia di comandi era il miglior compromesso per i tasti dei cellulari del tempo (quando ancora i dispositivi mobili si chiamavano cellulari e non smartphone). I movimenti erano basati sull’utilizzo del tastierino numerico: 2, 4, 6 e 8 per i movimenti, solitamente 3 e 1 per le azioni.
Per calcolare il tuo salto, vista questa forma arcaica di controllo, non dovevi per forza essere preciso al millimetro, come accadeva nella maggior parte dei platform del tempo, ma bastava cercare prevedere l’azione con qualche secondo di anticipo. Fare una cosa del genere ai giorni nostri sarebbe un vero e proprio suicidio, tuttavia per il tempo e per la piattaforma minuscola su cui girava Cyberpunk Arasaka’s Plot, era una forma di controllo che funzionava e tutto sommato l’unica via percorribile.
Cyberpunk in miniatura
Parlando da un punto di vista tecnico, il gioco di per sé non era proprio malaccio, infatti si riusciva a dare una buona visuale delle città sfondo della trama di Cyberpunk, oltre a questo c’erano alcuni tocchi di classe, davvero impensabili per il tempo su un gioco per cellulare, come l’illuminazione del personaggio graduale, quando questo si trovava al di sotto di un lampione o di una qualche fonte di luce.
Queste cose, pur sembrando inezie, ti posso assicurare che per il 2007 erano vere e proprie chicche, le quali davano l’impressione che comunque gli sviluppatori avessero messo dell’impegno nella creazione di Cyberpunk Arasaka’s Plot, ma nonostante i tocchi di classe, non si può non sottolineare quanto il titolo di Mayem Studio prenda, fin troppa, ispirazione da Flashback tanto da farlo diventare un così detto clonazzo.
Per quanto riguarda la trama di Cyberpunk Arasaka’s Plot prenderemo i panni di Sam Gibson, il quale ricorda molto poco della vita prima che venisse assoldato come mercenario. Nel 2022 (ovvero fra un annetto abbondante) l’azienda per cui lavora, la Arasaka, lo vuole morto per un non ben specificato motivo. Starà alle nostre capacità capire perché ci vogliono far fuori, ma soprattutto sapere chi ha orchestrato tutto.
Certo, la storia è quanto di più basilare possibile, ma come ho già detto diverse volte prima, stiamo parlando di un gioco mobile quindi una trama ben strutturata era impensabile da fare nel 2007, diciamo che ci da solo un buon motivo per scorrazzare nei livelli bidimensionali di gioco a uccidere e prendere a calci chi ci vuole morto.
Meglio attendere Cyberpunk 2077
Era un buon titolo per il tempo? Insomma, un passatempo per uccidere i tempi di noia quando eravamo in attesa da dottore. È un gioco che ti consiglio di recuperare e portare a termine oggi? Proprio per nulla, visto che un gioco simile ai giorni nostri ha davvero poco senso di esistere, tuttavia è interessante vedere che Cyberpunk 2077 non è stato il primo tentativo di trasporre questo franchise che fino a qualche anno fa era davvero sconosciuto alle masse. Adesso non ci resta che attendere Cyberpunk 2077 e sperare che non arrivi un suo rinvio all’ultimo secondo, ormai non mi stupisco più di nulla.