Con l’uscita di Cyberpunk 2077 in molti saranno venuti a conoscenza di un vero e proprio genere che risponde a questo nome. Andiamo insieme alla scoperta delle origini del genere cyberpunk e delle sue tematiche principali.
Il termine cyberpunk venne coniato per la prima volta da Bruce Bethke che lo utilizzò come titolo per un suo racconto. Era il 1983 e lo scrittore statunitense decise di unire i termini cibernetica e punk per definire quello che sarebbe presto diventato un vero e proprio stile letterario…e non solo.
In realtà il genere esisteva già, ma non aveva ancora un nome che lo definisse. Basti pensare che Blade Runner, film del 1982 considerato una pietra miliare del genere, trae ispirazione da Il cacciatore di androidi romanzo scritto da Philip Kindred Dick e pubblicato nel 1968. Tornando ancora più indietro nel tempo troviamo anche Il mondo nuovo (Brave New World in lingua originale) scritto da Huxley nel 1933.
Ma quali sono i temi che fungono da pilastro allo stile cyberpunk?
Cyberpunk: quando tecnologia e distopia si incontrano
Il genere appartiene al filone della fantascienza, ma possiede delle caratteristiche che lo distinguono dalla corrente principale, così come accade ad altri sottogeneri come lo steampunk o il dieselpunk.
Tutte le opere cyberpunk sono ambientate nel futuro in un contesto altamente tecnologico e sviluppato. Rispetto alla corrente da cui derivano, queste opere sono però caratterizzate da una visione pessimistica e distopica del mondo futuro.
Infatti, in tutte le produzioni cyberpunk ci troviamo difronte ad un futuro distopico, spesso ambientato anche in uno scenario post-apocalittico come accade ne Il cacciatore di androidi in cui la terra è stata stravolta da un conflitto nucleare.
In questo contesto i protagonisti di queste opere vivono in delle megalopoli, ovvero città in cui il tasso di popolazione è estremamente elevato. Night City di Cyberpunk 2077 e Nivalis di Cloudpunk ne sono un chiaro esempio.
L’alta densità abitativa porta a far emergere situazioni limite come l’aumento del tasso di criminalità e un’elevata stratificazione sociale. Da questa situazione non sono esclusi neanche gli androidi che molto spesso finiscono per occupare i gradini più bassi della piramide sociale, svolgendo i lavori più umilianti e finendo per essere sfruttati dagli uomini.
Talvolta però sono proprio le macchine a ribellarsi ai loro creatori per cercare di sottomettere l’umanità al loro volere. Basti pensare a ciò che succede nella trilogia di Matrix o nella saga fantascientifica di Terminator in cui Skynet, un’avanzata intelligenza artificiale, cerca di dominare il mondo.
Questi sono solo alcuni dei problemi che affliggono una società che ha oramai abbandonato le virtù e i valori umani, finendo per non avere altro a cui aggrapparsi se non ai vizi e alle malsane abitudini.
La tecnologia ha fatto passi da gigante stravolgendo il modo in cui gli uomini si rapportano con essa. L’utilizzo di innesti artificiali è all’ordine del giorno, questi vengono usati per migliorare il proprio corpo, per incrementare le proprie funzioni celebrali o per acquisire particolari abilità fisiche che la natura umana non consente. Ne possiamo ritrovare un esempio recente con il braccio bionico di Johnny Silverhand in Cyberpunk 2077.
Spesso la popolazione è tenuta sotto stretta sorveglianza proprio mediante l’uso della tecnologia. È quello che accade nell’anime Psycho-Pass in cui i cittadini sono sottoposti a controlli mentali per scoprire eventuali loro attitudini criminali.
Un altro tipo sorveglianza è messo in atto in Orwell titolo indie pubblicato nel 2016 in cui viene utilizzato l’Orwell, ovvero un sistema di sorveglianza instaurato allo scopo di mantenere la sicurezza nazionale ne La Nazione.
D’altra parte il gioco stesso si ispira a sua volta al romanzo 1984 di George Orwell in cui la popolazione era costantemente spiata.
Come abbiamo visto, quindi, il genere cyberpunk è caratterizzato da alcune costanti tra cui spiccano spesso l’alienazione dell’individuo e la strumentalizzazione della tecnologia allo scopo di controllare la popolazione. Situazioni che sembrano avvicinarsi sempre di più alla nostra realtà attuale. Cosa ci riserverà il futuro?