Se sei un fan dei giochi di ruolo tattici, sicuramente conoscerai la serie di Fire Emblem, per molti giudicata come la migliore del suo genere. Dark Deity, il primo titolo in sviluppo da parte del nuovo studio Sword & Axe, si pone come obiettivo di fare quello che molti temono, ovvero ispirarsi a questa fortunata e apprezzata saga, in particolare ai capitoli per Gameboy Advance, aggiungendoci un loro tocco personale. Già come scelta si può definire azzardata, considerando che questo è il primo lavoro dello sviluppatore, il coraggio sale veramente a livelli epici. Ma sarà bastato per fare di Dark Deity un buon titolo degno del genere dal quale trae ispirazione? Andiamo a scoprirlo.
Dark Deity: una storia oscura
La premessa iniziale della storia di Dark Deity non è sicuramente tra le più innovative, ma in questa tipologia di gioco, è sempre l’evolversi della trama a farla da padrona nel comprato narrativo. La potente tecnologia e le conquiste culturali del regno di Etlan, avevano concesso alla sua popolazione un periodo di sviluppo e benessere incredibile, facendone il popolo più potente e rispettato dell’intero regno di Terrazael.
Tutto però è destinato a finire ed un giorno, una potente e sconosciuta calamità, soffocò il regno annientandolo totalmente. Molto tempo dopo, tutto ciò che resta della potenza di Etlan, sono dei misteriosi manufatti sepolti e custoditi in diversi templi sparsi su tutto il territorio di Terrazael e la minaccia di una cruenta e terribile guerra si palesa sempre più prepotentemente per il regno, dopo il misterioso assassinio del re.
Nel disperato tentativo di rinforzare i suoi ranghi, il re Varic, figlio e successore del defunto regnante, arruola tutti gli studenti dell’accademia militare di Brookstead, molto prima della loro laurea, infrangendo così un patto che durava oltre mille anni. Questa è la storia di quattro di quegli studenti che hanno visto il loro futuro precipitare in maniera improvvisa ma con la determinazione di lasciare un segno su questo regno.
Dark Deity: premiamo i tasti in modo strategico
Il titolo di Sword & Axe Studio non si ispira a Fire Emblem solo per l’aspetto grafico, ma anche e soprattutto nel gameplay. La prima cosa che ho potuto notare giocando Dark Deity è che non presenta nessun tipo di tutorial su schermo; il gioco non ci darà mai nessuna indicazione o aiuto sul funzionamento di meccaniche o altro, lasciandoci sempre all’oscuro di tutto. Fortunatamente con una patch è stato introdotto un tutorial al quale si può accedere dal menù del gioco, ma niente di immediato su schermo.
Questo, per i giocatori più navigati del genere, non sarà per niente un problema o per lo meno lo sarà in minima parte; discorso ben diverso invece per chi si avvicina per la prima volta a questo genere di giochi, il quale potrebbe trovarsi in seria difficoltà a capire alcune meccaniche.
Fra tutte le cose non spiegate, due mi hanno lasciato più perplesso. La prima è il sistema di danni a seconda delle armi equipaggiate dai personaggi; sono quattro per ognuno, e ognuna delle quali sarà associata ad una categoria, Power, Finesse, Focus, e Balance, ma non sono mai riuscito a capire quale sarebbe stato meglio usare in determinate occasioni. Si, una finestra su schermo ci dirà sempre con quale arma faremo i danni maggiori all’unità bersaglio, ma conoscerne il funzionamento consentirebbe anche di capire quale arma sviluppare e come.
Probabilmente ogni arma è associata ad una determinata caratteristica del nostro personaggio come forza, intelligenza o agilità e all’aumentare della statistica aumentano anche i danni. Questa è solo una mia supposizione, ma se fosse così, la crescita delle nostre unità non potrebbe essere controllata perché, come i titoli di Fire Emblem, anche in Dark Deity quando un nostro personaggio sale di livello, le sue statistiche aumenteranno in maniera casuale.
Il negozio del gioco che può essere visitato fra una battaglia e un’altra, permette di acquistare determinati oggetti (ad un prezzo almeno inizialmente spropositato) che andranno ad aumentare determinate statistiche di un punto, ma questo non basterebbe per far crescere i personaggi a nostro totale piacimento.
Un’altra meccanica non spiegata per niente nel gioco è la morte permanente o meno delle nostre unità in caso dovessero cadere in battaglia. Mi è successo di esporre troppo una mia unità agli attacchi nemici, con la sua conseguente sconfitta. Qui un suo messaggio di testo recitava un emblematico “così è giunta la mia fine”.
Traumatizzato dai capitoli di Fire Emblem, finita la battaglia mi aspettavo di averlo perso per sempre e invece, con mia sorpresa, ho ritrovato l’unità disponibile nella battaglia successiva, penalizzato solo con un abbassamento permanente di alcune statistiche. A parer mio, almeno queste cose sarebbero dovute essere spiegate ad inizio gioco.
Un punto di forza per Dark Deity consiste sicuramente nell’enorme quantità di protagonisti e classi giocabili; il titolo infatti vedrà un cast di oltre 30 personaggi che si uniranno alla nostra avventura, ognuno con il proprio carattere e personalità distintive, e una selezione di 54 classi in modo da poter personalizzare come meglio riterremo opportuno i nostri eroi.
Dal titolo al quale si ispira, Dark Deity riprende anche un sistema di bonding (legami) fra i personaggi; infatti questi ultimi, se fatti combattere di fianco o curarsi a vicenda, riceveranno dei bonding points e, una volta accumulata la giusta quantità, potremo assistere a determinati eventi che andranno anche a modificare il gameplay, con la classi più unite fra di loro che daranno il meglio quando combatteranno vicine.
Dark Deity: tecnicamente parlando
Il titolo si presenta molto bene ad un primo impatto grafico, sempre ammesso che il giocatore non odi senza motivo la pixel art. Il design delle mappe merita una menzione particolare in quanto, quasi tutte, saranno molto elaborate e ispirate. Le animazioni su mappa e durante combattimenti fanno il loro dovere, riprese in pieno stile dai titoli del passato e il design di protagonisti e antagonisti è davvero riuscito, contribuendo così al farci affezionare ai nostri eroi e rendendoli più carismatici.
Dal punto di vista del sonoro, il titolo non sarà certamente ricordato per musiche memorabili, ma nell’insieme è molto adatto, curato e piacevole.
Un po’ di nodi vengono al pettine quando si tratta dei controlli e della gestione inventario; i primi in alcuni casi risultano un po’ legnosi, mentre la seconda a volte non è proprio chiara e crea un po’ di confusione. Mancanza davvero pesante è la possibilità di salvare la partita durante le battaglie; spesso queste saranno lunghe e questa possibilità avrebbe fatto sicuramente molto comodo.
Da segnalare un bug che in realtà ho riscontrato solo una volta ma durante una battaglia molto lunga; il gioco è andato in crash senza darmi nessuna possibilità e perdendo tutti i progressi fatti fino a quel momento. Non è stato un avvenimento piacevole ma Dark Deity ha meritato comunque di rigiocare la mappa e proseguire la mia avventura.