Una storia incredibile sita in un contesto altrettanto incredibile
L’amicizia è un sentimento profondo, speciale, indescrivibile. Risulta facile immaginare come ci si sente quando si è innamorati (o si crede di esserlo) o quanto bene si possa volere alla propria famiglia, trattandosi di sentimenti alquanto collegiali insiti nella nostra natura da eoni. L’amicizia, invece, quella vera, è una gemma rara, difficile da trovare e, soprattutto, è difficile stabilirne l’autenticità. A maggior ragione è impensabile immaginare anche soltanto di parlare di amicizia contestualizzandola al sepolcrale universo di Dark Souls, dove, in quel di Lordran, qualsiasi cosa sembra essere lì con l’unico desiderio di divorare qualunque cosa ci sia accanto. Tra le fila di Lord Gwyn e più precisamente tra i quattro grandi Cavalieri della sua armata, ce n’è uno in particolare, capace di amare più di ogni altra cosa la sua terra natia e il suo migliore amico a tal punto da sacrificare la propria vita, nel tentativo di donare un futuro a tutti coloro che aveva giurato di proteggere. Parliamo, ovviamente, di Artorias, il camminatore dell’Abisso, ed una lacrimuccia per lui scommetto vi scapperà, o magari è già uscita.
Petite Londo e Oolacile, due città divorate dall’insaziabile fame dell’Abisso
La fiorente dimora di Oolacile, così come lo splendido regno degli uomini di Petite Londo, è stata consumata dalla corruzione umana, instillata nel cuore degli abitanti delle due città dal serpente primordiale Kaathe. Il Nano Furtivo, di cui vi abbiamo già parlato agli albori di questo viaggio, è uno dei Lord che hanno affrontato i draghi durante la Grande Guerra, e (pare) possessore originale dell’Anima Oscura. Il serpente Kaathe ha ricordato agli uomini di essere stati assoggettati da Lord Gwyn, che aveva scisso in una miriade di parti proprio l’Anima Oscura (dando vita così agli esseri umani), perché spaventato dal potere che quest’ultima avrebbe potuto generare. Mossi dalla malsana voglia di assorbire le anime altrui, col fine ultimo di ricomporre l’Anima Oscura originaria, i gloriosi Quattro Re (di cui parleremo più approfonditamente nel prossimo articolo) hanno condotto il loro regno alla distruzione, angustiato dall’insaziabile voracità dell’Abisso avanzante. I sovrani decaduti sono stati esiliati insieme all’intera città per porre rimedio (ormai in ritardo) alle loro terribili azioni, condannando tutti i presenti ad un tormento senza fine. Tutta la città, infatti, altri non è che un sepolcro gigante, dove però i morti sono più vivi (e minacciosi) che mai.
La stessa sorte, ma con dinamiche diverse, è toccata ad Oolacile. La città della principessa Dusk si è anch’essa piegata al malevolo Kaathe, che ha convinto gli abitanti del luogo a scavare a fondo alla ricerca della tomba del Nano Furtivo. Questo dettaglio rappresenta un’ulteriore prova del fatto che il sopracitato figuro fosse realmente Manus, il creatore dell’Abisso, che di Oolacile ha fatto la propria dimora. Lord Gwyn, mosso dal terrore intrinseco che provava nei confronti dell’Abisso stesso e di tutte le sue creature, aveva inviato proprio Artorias, il suo più forte e valoroso guerriero, a placare tale catastrofe. Il cavaliere partì insieme al suo fidato amico Sif, il grande Lupo Grigio, alla volta di quella landa ormai desolata, in soccorso proprio della principessa Dusk che aveva chiesto aiuto, disperata, a Gwyn in persona. Arrivati sul posto, però, Artorias e Sif si resero conto che era impossibile giungere vivi al cuore dell’Abisso. Mosso dalla disperazione più profonda e da un senso di giustizia più grande del proprio spadone, il cavaliere strinse un patto con le malefiche creature dell’Abisso, che gli donarono un anello (che poi custodirà Sif) utile proprio a discendere incolumi nell’oscurità più profonda.
La dipartita di Artorias: lo struggente saluto all’amico fidato
Ad attendere i due, però, vi era Manus, essere dotato di una forza spaventosa capace di generare tanta oscurità abbastanza da creare l’Abisso stesso. Lo scontro risulta impari e l’unica cosa che Artorias riesce a fare, prima di essere inesorabilmente divorato dall’Abisso, è quella di proteggere il suo amico Sif donandogli il suo scudo e lanciandogli un incantesimo di salvataggio, che lo guiderà indenne in superficie. Artorias, dunque, aveva fallito la propria missione ed Oolacile era rimasta in balia dell’oscurità dell’Abisso per centinaia e centinaia di anni, fino a divenire, nel presente dov’è ambientata la nostra storia, il lugubre Giardino Radiceoscura. In tale luogo vi è però rimasto Sif, quasi come per rimanere di guardia alla tomba del proprio amato padrone ed amico. Sif, infatti, si parerà di fronte alla nostra strada, desideroso di fermarci dal fare la stessa tragica fine di Artorias. Il Lupo Grigio custodirà, gelosamente, il prezioso anello che un tempo apparteneva al suo caro amico, indispensabile per calarsi nell’Abisso e poter così affrontare i temibili Quattro Re di Petite Londo. Una volta iniziato lo scontro, e più precisamente quando il maestoso animale si avvia ad una triste ma quasi liberatoria dipartita, è possibile udirne i suoi lamenti. Sif verserà, prima di morire, le ultime lacrime sia per il suo amico sia per il Non Morto Prescelto, sciocco inconsapevole delle sue nefaste scelte.
L’Anello custodito da Sif ci consentirà l’accesso allo scontro con i Quattro Re di Petite Londo
Archiviata la triste storia è tempo, però, di incamminarsi in quel di Petite Londo, altro luogo, come abbiamo visto poc’anzi, divorato dall’Abisso. A differenza di Oolacile, però, la dipartita della città è stata una scelta volontaria, dovuta proprio alle atroci azioni di cui i sovrani della città e le loro più fidate guardie s’erano macchiati. Una congrega di stregoni, guidati da Ingward, di cui faremo la conoscenza proprio a Petite Londo, ha sigillato la città nel tentativo di contenere l’incessante avanzata dell’Abisso. In questo luogo, infatti, hanno avuto origine anche i temibili Darkwrath, esseri dotati di un’armatura oscura che ricorda un teschio, che vagano per il mondo divorando le anime dei viventi. Questi esseri altri non erano che le guardie scelte dei Quattro Re che hanno ereditato il malsano desiderio dei loro sire. L’anello di Artorias, però, non è sufficiente per affrontare questo temibile scontro. I Quattro Re rappresentano uno dei quattro Lord da sconfiggere per saziare il ricettacolo per anime necessario per aprire la fornace della Prima Fiamma. Tutta la mappa, poi, pullula di spettri inattaccabili, a meno che non si posseggano armi particolari.
La sfida è lanciata: chi vincerà?
Muniti delle giuste armi (una delle quali è ottenibile dall’anima di Sif), dell’anello e di tanta, tantissima pazienza e dedizione, avventurandoci nella torre più alta della città è possibile lanciarsi nell’oblio dell’oscurità, dove ad attenderci troviamo lo sconfinato Abisso impreziosito dalla spettrale presenza dei Quattro Re. Come andrà a finire? Lo scopriremo nella prossima puntata della nostra rubrica.