La resa dei conti è finalmente arrivata
Lo spirito di sacrificio è uno degli aspetti più enigmatici della natura umana. L’indole di chi è disposto a sacrificare se stesso per il bene altrui non rappresenta per forza di cose un aspetto positivo e, spesso, è anche oggetto di grossi punti interrogativi.
Sacrificarsi per gli altri non rappresenta per forza un atto eroico. Al contrario, tante volte, il sacrificio viene scambiato (magari anche erroneamente) per codardia, un atto dettato dal rimorso, dal senso di colpa, dalla paura di affrontare le avversità che la vita ci riserva. Ma chi siamo noi per giudicare dove inizia e dove finisce il confine tra lo spirito di sacrificio e la paura di essere ciò che si è o ciò che si vorrebbe essere? Il giusto e lo sbagliato, del resto, sono due facce della stessa medaglia legate indissolubilmente da un’altra grande tematica che muove i fili della nostra esistenza: dall’alba dei tempi, l’uomo ha sempre cercato di ergersi al di sopra di ogni altra cosa, giocando a spesso a fare Dio, possibilmente coi più deboli.
C’è però una via di mezzo in tutto questo bianco o nero: lo spirito di sacrificio esiste ed è insito davvero in ognuno di noi, ma non tutti i sacrifici sono mossi da sane intenzioni e, soprattutto, non tutti portano ai risultati sperati.
Lord Gwyn: sacrificio o codardia?
A muovere le azioni di Lord Gwyn, vero e proprio sovrano di quel che era Lordran prima dell’avanzare della maledizione, è probabilmente proprio uno strano senso del sacrificio generato, però, più che altro dalla paura di perdere il potere ottenuto.
Il “Signore dei Tizzoni” aveva abbandonato prontamente l’umanità al proprio destino agli albori dell’arrivo della maledizione, rifugiandosi insieme alla propria famiglia nella roccaforte di Anor Londo. Col passare del tempo e dopo essersi reso conto che la maledizione si era ormai diffusa anche tra gli dei e quindi di non essere più immune a tale situazione, il sovrano di Lordran aveva deciso che era tempo di agire, di fare qualcosa. Il mondo tanto agognato ed ottenuto dopo aver distrutto i titanici draghi era ormai in rovina e soltanto l’intervento degli esseri superiori avrebbe potuto evitare l’inevitabile.
Mosso da sentimenti tutt’altro che altruistici ma comunque al servizio del bene dell’umanità, Lord Gwyn decise di partire e di iniziare una traversata verso la Fornace della Prima Fiamma, lì dove tutto ebbe inizio, in una missione che, alla fine, si sarebbe rivelata suicida.
La Prima Fiamma è ormai quasi estinta
Lord Gwyn partì insieme ai suoi più fidati cavalieri alla volta della Fornace, nel tentativo di ravvivare la Prima Fiamma nella speranza di placare l’ira del maestoso fuoco.
Questa scelta, però, gli si rivelò fatale, dato che il fuoco ardente della maestosa fiamma rigettò ogni tentativo di interazione da parte del sovrano. Le conseguenze dell’estremo gesto, così come successo anche alla Strega di Izalith ed alle sua figlie, ebbero enormi ripercussioni su tutti i presenti. La Prima Fiamma, “manomessa” da Gwyn, generò un’esplosione clamorosa, che distrusse interamente l’area, trasformando in cenere tutta l’architettura del luogo e bruciando fino a consumarne le vestigia i malcapitati cavalieri d’argento presenti. Lo stesso Gwyn, in seguito all’esplosione, finì col perdere definitivamente se stesso, diventando così quello che più odiava: un essere vuoto e mosso unicamente dall’istinto di distruggere ogni cosa.
Con queste premesse è facile immaginare la situazione drammatica cui è costretto ad assistere il nostro Non Morto Prescelto una volta giunto nella cinerea landa, un luogo rappresentante nient’altro che l’eco di un passato glorioso ormai dimenticato.
I Cavalieri Neri ed il loro triste destino
Ciò che più colpisce di questa desolata mappa è senza dubbio la figura dei vaganti cavalieri al servizio di Lord Gwyn. Mossi anch’essi da un primitivo istinto di distruzione, gli sfortunati guerrieri hanno assunto l’identità di Cavalieri Neri, proprio a causa delle fiamme che ne hanno dipinto le argentee vestigia.
Seppur non consci delle loro azioni e ormai nient’altro che esseri vuoti, basterà un solo sguardo per assimilarne e comprenderne l’immenso dolore. Basti pensare, infatti, che i malcapitati difensori della famiglia reale vagano unicamente per quella landa, non tentando minimamente di abbandonarla nemmeno con le porte ormai spalancate. La fedeltà dimostrata da questo gesto non solo a Gwyn ma anche a tutto ciò che egli rappresenta è a tratti commovente, e fronteggiare questi gloriosi guerrieri ci da una sensazione di vuoto inspiegabile. Superata la loro folta presenza, poi, è tempo di fronteggiare Lord Gwyn in persona, che ci attende quasi felice all’interno di una piccola caverna che contiene la Fiamma vera e propria. Il desiderio di morire, di liberarsi dalla maledizione è l’unica cosa che tiene in piedi quello che era uno splendido sovrano, che non esiterà ad attaccarci non appena metteremo piede nel suo dominio.
Lo scontro finale con l’ultimo grande Lord, il Lord supremo, è ormai giunto ma la sensazione che in fondo tutti abbiano perso in qualche modo è asfissiante più del calore delle fiamme circostanti.
Lo scontro finale è di una bellezza indescrivibile
La musica che accompagna lo scontro finale è di una solennità incredibile e quasi spinge a fermarsi ed a chiedersi il perché di tutto questo.
Il dolore, la follia, la paura. Tutto sparisce, tutto perde di significato: c’è solo la battaglia, lo scontro finale, la resa dei conti. Fronteggiare Lord Gwyn è un’impresa ardua. Il valoroso re si dimostra all’altezza della propria fama, e carpirne i movimenti, gli attacchi e le peculiarità in generale non sarà un’impresa da poco. Prima di completare con successo l’impresa il nostro Chosen Undead morirà più volte, ma alla fine riuscirà ad ottenere la vittoria. Una volta sconfitto Lord Gwyn, però, la realtà dei fatti è ben diversa da ciò che si potrebbe credere. L’unico modo per placare la Fiamma Primordiale è quello di ravvivarla con la propria anima e, dunque, sacrificare la propria esistenza. Il nostro eroe per completare con successo il suo viaggio è chiamato a sacrificarsi per il bene di tutti.
Questa scelta, però, grazie alla solita maestria di Dark Souls, ricade nelle mani del giocatore. Alla fine, dunque, si può decidere: abbracciare la morte o l’oscurità? A voi la scelta.