L’universo di Dark Souls è costituito da una moltitudine di personaggi incredibili, mossi dalle più disparate emozioni, e divenuti schiavi di queste ultime
Lordran è un luogo dalle molteplici sfaccettature. Carprire ogni segreto del maestoso universo di gioco di Dark Souls è un’impresa titanica, quasi scoraggiante, ma che sa donare, ai più audaci, sensazioni uniche. A separarci dalla verità troviamo non solo l’enigmatico stile narrativo con il quale ci viene introdotta la storia, ma anche la complessa struttura del tempo che, a causa delle distorsioni temporali da cui Lordran è affetta, rende la comprensione degli eventi quasi impossibile. Con queste premesse è evidente che ogni singolo evento che vivremo all’interno del gioco può rivelarsi decisivo al fine di comprendere ciò che realmente ci circonda. Ogni singolo dialogo, ogni singolo gesto, può nascondere una quantità enorme di segreti. Siete pronti ad affrontare tutto questo?
Nella Chiesa dei Non Morti faremo la conoscenza di un altro importante personaggio: Lautrec di Carim
Il nostro viaggio si era interrotto nei meandri della tetra Chiesa dei Non Morti. Le minacciose mura di quella che un tempo rappresentava un timido barlume di speranza per i pochi sopravvissuti nascondono, come da consuetudine, numerosi segreti da scoprire. Proprio nella Chiesa faremo la conoscenza di uno dei personaggi più affascinanti dell’universo creato da Hidetaka Miyazaki: Lautrec di Carim. L’oscura figura si mostrerà a noi da dietro le sbarre di una piccola prigione situata proprio all’interno della chiesa. Risulta sin da subito evidente che, per trovarsi in quella situazione, Lautrec sia mosso da poco nobili intenzioni. Il cavaliere, proveniente dalla cupa e poco ospitale terra di Carim, ci proporrà un vero e proprio accordo: la propria libertà in cambio della promessa di un aiuto in futuro. Indipendentemente dalla nostra scelta ci ritroveremmo comunque con l’incontrarlo in futuro al Santuario del Legame del Fuoco, mosso da un malsano desiderio di sangue.
Lautrec di Carim e la sua fame di anime
Dialogando con Lautrec al Santuario del Fuoco si capisce come il misterioso cavaliere sia ossessionato da qualcosa o qualcuno. Avanzando con la storia, più precisamente dopo aver sconfitto alcuni boss di cui parleremo più avanti, Lautrec si macchierà di un crimine atroce: l’omicidio. Il cavaliere, infatti, ossessionato da un malsano impulso omicida è costantemente a caccia di anime preziose: quelle delle Guardiane del Fuoco. Giunto al Santuario, infatti, Lautrec si piazzerà proprio nei pressi di Anastasia di Astora, l’attuale Guardiana. Il cavaliere di Carim ucciderà la giovane e sparirà nel nulla, come se non fosse mai esistito. Analizzando bene la questione è facile capire che questa non è stata la prima volta che Lautrec ha compiuto un simile gesto: sull’altare della Chiesa dei Non Morti, poco lontano da dove ritroviamo il cavaliere, è possibile trovare l’anima di un’altra Guardiana del Fuoco. Possibile che sia stata anch’ella sacrificata dal misterioso guerriero?
Cosa spinge il misterioso cavaliere ad agire in tal modo?
La follia che pervade l’animo di quasi la totalità degli individui che popolano l’universo di gioco è la prima idea che ci affiora in mente nel cercare di spiegare la ragione che si cela dietro alle azioni di Lautrec. Ma è davvero tutto riconducibile ad una motivazione tanto semplice? La risposta è, come al solito, nel mezzo: Lautrec di Carim è sì pervaso da pura follia, ma le motivazioni che lo spingono ad agire in tal modo sono più complesse di ciò che sembrano. Il guerriero, infatti, non è null’altro che una pedina nelle mani di un essere superiore che ne ha plagiato la mente, inducendolo a macchiarsi di azioni spregevoli: la Dea Fina. Poco dopo aver scoperto il cadavere esanime di Anastasia, ci accorgiamo che l’unico indizio concreto su un possibile responsabile è un piccolo oggeto situato proprio accanto al corpo della ragazza: il globo dell’occhio nero. È importante, prima di proseguire con la nostra storia, chiarire che Lautrec sembra provenire da una linea temporale diversa ma parallela al nostro eroe: giunti al palazzo di Anor Londo, infatti, il Globo inizierà a pulsare e, qualora decidessimo di utilizzarlo, verremmo immediatamente trasportati nel “mondo del colpevole” che è, appunto, Lautrec.
Anche Lautrec sembra essere indirizzato verso la nostra stessa meta
Giunti nella Anor Londo di Lautrec, lo scontro con il cavaliere sarà inevitabile. Una volta sconfitto ci donerà il proprio anello e, leggendone la discrezione, tante cose diventaranno subito più chiare: Lautrec, infatti, parrebbe aver seguito la nostra stessa strada per recarsi nella “città degli dei” (di cui parleremo in secondo momento) col fine di trovare la sua musa, la Dea Fina. La dea, che ha corroso la sua mente, ha indirizzato le azioni del cavaliere di Carim fino a condurlo alla pazzia, sfociata nel desiderio ultimo di sbarazzarsi di tutte le Guardiane del Fuoco presenti nelle varie linee temporali. La dea, infatti, bramava più di ogni altra cosa la fedeltà di Lautrec e l’unico modo per ottenerla, nella sua mente malata e disturbata, era proprio quello di condurre il cavaliere di Carim all’eliminazione di ogni singola minaccia. Trovando la stanza vuota, ci si accorge di come l’ossessione di soddisfare le richieste della dea sia stata del tutto vana: il palazzo è vuoto, e la sua amata sparita. Lautrec di Carim si è macchiato di atroci crimini inutilmente.
La devozione diventa ossessione; l’ossessione sfocia nella follia
Nel complesso mondo di Dark Souls imbattersi in vicende tristi come quella di Lautrec non è così difficile. Il desiderio di piacere, di essere perfetti agli occhi della persona amata o di un sovrano o del proprio maestro, è assai comune; spesso tale desiderio finisce per condurre il soggetto alla pazzia. Un altro esempio di tale concetto è rappresentato dagli affascinanti, ma allo stesso tempo inquietanti, Cavalieri Neri al serivizio di Lord Gwyn. Anch’essi, così come Lautrec, accecati dalla devozione nei confronti del proprio sovrano, hanno finito col perdere la ragione, diventando dei veri e propri spettri che vagano senza meta per le strade di Lordran. Questi strepitosi guerrieri erano le guardie scelte da Lord Gwyn in persona per difendere sé stesso e la sua famiglia: dotati di armature scintillanti ed armi, tutte diverse e davvero speciali, hanno seguito ciecamente il proprio Re nella speranza, vana, di salvare il Mondo dalla maledizione. Si dice, infatti, che Lord Gwyn fosse partito verso la Fornace della Prima Fiamma con l’intento di sacrificare sè stesso per riavvivare la fiamma ma, nel farlo, avesse generato una violentissima esplosione che ha coinvolto sia lo stesso Gwyn sia i cavalieri al suo seguito. Le loro armature, così come le loro anime, sono state consumate dal fuoco fino a diventare nere, oscure.
Sic transit gloria mundi
Appare chiaro che l’imperativo, nel minaccioso mondo di Dark Souls, sia sopravvivere, sopravvivere ad ogni costo. Noi stessi siamo messi, in continuazione, di fronte a scelte drastiche che potrebbero segnare un solco indelebile nel nostro lascito. Non bisogna, però, scoraggiarsi: in fin dei conti è, seppur difficilmente, sempre possibile trovare un barlume di speranza ed un residuo di umanità anche nei cuori più oscuri. Del resto, Lautrec stesso ha più volte mantenuto la parola data venendoci in aiuto durante alcuni scontri altrimenti molto più ostici da superare. È possibile, quindi, continuare a sperare in un lieto fine? È possibile sperare in un radicale cambiamento? È possibile trovare qualcosa a cui aggrapparsi in mezzo ad un tale degrado? Lo scopriremo nelle prossime puntate della nostra rubrica.