Ci sono parecchi giocatori che ricordano con nostalgia le paurose partite fatte con Silent Hill. Se Konami fra qualche mese ci darà in pasto un remake del secondo, bellissimo, capitolo per ingannare l’attesa DarkNot Team prova con il suo DarkNot a farci provare emozioni simili a quelle del capolavoro giapponese e con l’anteprima di oggi, ci ha dato un assaggio di quello che dovrebbe essere un’alternativa alle avventure di James (il protagonista di Silent Hill) nella città più nebbiosa del mondo videoludico.
Ti anticipo che quello che ci è stato mostrato non ci ha convinto fino in fondo e anzi ci ha lasciato parecchie perplessità, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico, visto che tanti bug vanno ad inficiare un prodotto, non ancora finito, che ha degli spunti davvero interessanti, ma procediamo per gradi.
Una storia di cui si capisce poco
La storia di DarkNot, in questa versione in Early Access, non viene minimamente accennata. Non sappiamo il nome del protagonista, il perché si trova in questa città così lugubre e nemmeno perché si ritrova a dover fare un rituale di stampo satanico.
Appena avviato il gioco sarai in un appartamento, con la visuale in prima persona, a dover trovare degli oggetti per poter portare a termine un rituale di cui non sai nulla. In una stanza dorme nostro figlio, mentre nel bagno c’è il cadavere di quello che sembra essere un demone. L’atmosfera da film horror di serie B c’è tutta, ma c’è da attendere una versione definitiva per capire cosa ci fai lì.
Gameplay poco rifinito
Il problema più grande di DarkNot sta sicuramente nel suo gameplay molto confusionario e nei controlli davvero legnosi e inutilmente complicati. Come dicevo prima, appena fatto partire il titolo ti ritroverai in questa camera da letto, totalmente buia, a dover raccogliere degli oggetti. Nessuna spiegazione ti verrà data, ma solo ogni tanto una piccola spiegazione, molto confusionaria, sui comandi.
Inizio in qualche modo a girare a casaccio per raccogliere degli oggetti che non so come utilizzare e a un certo punto noto che sotto un foglio è presente una chiave che si può utilizzare in una porta poco distante. Apro la porta in questione e qui vedo una carta che mi dice di poggiare su un tavolo tre elementi ovvero: una fiala di sangue demoniaco, delle code aggrovigliate di topo (penso che siano quelle) e la parte finale di una scopa di strega.
Nessun problema per trovare i primi due oggetti, ma per il terzo incappo in un fastidiosissimo bug, ovvero: per prendere la scopa devo dare un tarocco a un corriere alla porta d’entrata, apro la porta, porgo questa carta (che si trova in un tavolino vicino) e a questo punto vengo spinto all’interno dell’appartamento, ma l’oggetto viene lasciato fuori, senza possibilità di uscire nuovamente.
Ripeto questa sezione 7/8 volte sempre con lo stesso risultato, provo a cercare informazioni sul web (sì, dai lo facciamo tutti) e noto che non sbaglio nulla, è solo la presenza di un fastidiosissimo bug. Fortunatamente riesco a prendere l’oggetto che mi serve e a proseguire. Durante la ricerca, oltretutto, vedo che mio figlio è scappato dal suo letto e mi insegue con un coltello con l’intento di uccidermi senza che il mio personaggio possa fare nulla per contrattaccare.
Una volta portati tutti gli oggetti, la scena si sposta all’esterno dell’appartamento, in quello che sembra un parco infestato da addetti alle pulizie. La visuale si sposta dalla prima alla terza persona e posso esplorare un po’ l’ambiente di gioco, ma questa volta si può attaccare.
Praticamente DarkNot suddivide in due il suo gameplay. Le sezioni dove dovrai risolvere enigmi saranno contraddistinte dalla prima persona, mentre se ci sarà del combattimento con esplorazione si passa alla visuale in terza. Una soluzione non male, tuttavia i combattimenti risultano davvero legnosi e il mettere ko il nostro nemico non ci darà nessuna soddisfazione, anzi sembrerà che questo capiti quasi per caso, colpa soprattutto delle animazioni di cui parleremo nel capitolo dedicato agli aspetti tecnici.
L’altro grande problema di DarkNot sono sicuramente i comandi, i quali risultano estremamente, ma soprattutto inutilmente, complicati. Prendi la candela per fare luce, passala nell’altra mano per poter attaccare, prendi la chiave, inseriscila e falla letteralmente girare nella sua toppa per aprire la porta.
Sono tutte cose inserite a forza nel gioco per aumentarne il coinvolgimento, sicuramente, ma che all’atto pratico non fanno altro che dare frustrazione al giocatore. In un qualsiasi FPS quando si vuole aprire un cassetto, si preme semplicemente un bottone e questo si aprirà, in DarkNot no, prima si preme il bottone per agganciare il cassetto e poi dovrai tirare verso di te il mouse mimando l’apertura.
Ah e non provare minimamente a giocare con un controller! Infatti per muovere la visuale dovrai utilizzare lo stick analogico destro (soluzione molto comune in qualsiasi titolo in prima persona), tuttavia questo è tarato in maniera così sensibile, da essere impossibile da manovrare. Il mio consiglio? Anche se non ti piace giocare con mouse e tastiera, fattelo piacere.
Bug, bug e ancora bug
Tecnicamente DarkNot è allo stato attuale altamente insufficiente. Se da una parte abbiamo innegabilmente una buona atmosfera con ottimi giochi di luce, dall’altra i bug la fanno da padrone. Oltre all’episodio che ti ho spiegato prima, che mi ha tenuto bloccato in una certa sezione per un po’, ci sono alcuni artefatti grafici davvero imbarazzanti. Se in prima persona metterai via la candela e proverai ad abbassare lo sguardo, te la ritroverai in mezzo alle gambe. Ilarità a parte, DarkNot è pieno questi difettucci che ridicolizzano il prodotto. Sicuramente il tutto è dato dalla natura Early Access del titolo, ma anche dal fatto che le finanze dello sviluppatore non sono paragonabili ad altri studi con nomi più altisonanti.
Un’altra pecca, non di poco conto, sono le animazioni del personaggio e dei nemici durante i combattimenti. Prendiamo per esempio lo sconfiggere un nemico, questo alla sua morte cadrà tipo sacco di patate svuotato, lasciando un po’ di amaro in bocca al giocatore. Per non parlare delle animazioni del personaggio che controllerai. Ad un certo punto dell’avventura dovrai lanciare del sale per sconfiggere i nemici, il braccio utilizzato si piegherà in una maniera così innaturale da sfiorare il ridicolo.
Non accenno nemmeno a collisioni e comportamento degli oggetti che si possono raccogliere, dico solamente che se un piatto cade, nella vita reale si rompe, in DarkNot manco per nulla.
Non va meglio dal punto di vista sonoro, anzi. Appena avviato il gioco la musica sarà particolarmente sgradevole e non minimamente in linea con il mood del titolo, ma quello che farà più male ai tuoi timpani saranno sicuramente gli effetti del passaggio da un menù all’altro, davvero quanto di più fastidioso si possa pensare. Il doppiaggio non è fatto male, tuttavia il protagonista dice sempre quelle quattro frasi in croce, per non parlare degli effetti sonori degli oggetti che si assomigliano un po’ tutte tra di loro.
DarkNot: per adesso bocciato
Capisco la natura Early Access di DarkNot, capisco anche il fatto che il gioco non abbia chissà quale budget, tuttavia ci sono sezioni di DarkNot che risultano davvero ingiocabili e vanno a minare profondamente la giocabilità complessiva. Ammetto candidamente che se non fosse stato per la stesura di questo articolo, avrei lasciato perdere il gioco al primo, gravissimo, bug della scopa e avrei maledetto gli sviluppatori per avermi fatto buttare via circa 15 €.
Graficamente è interessante per gli ambienti accattivanti, ma ancora risulta grezzo per alcuni errori davvero troppo grossolani. Una data di uscita definitiva ancora non c’è, quindi c’è tempo per sistemare il tutto e sperare in una valida alternativa ai giochi horror più blasonati.