Dave the Diver è un titolo che sfoggia fin da subito un comparto estetico decisamente interessante, affiancato poi a quello che sembra un ottimo concept: gestire un ristorante sushi, dopo aver pescato pesce fresco direttamente dalle profondità marine. Cosa volere di più dalla vita?
Come sempre, però, un buon concept non basta a fare un buon titolo. Vediamo quindi Dave the Diver si dimostra ll’altezza delle aspettative in quest’anteprima.
Una storia che parla di…Dave the Diver, appunto!
Dave the Diver ci mette nei panni di…Dave che, ovviamente, fa delle immersioni di professione. Durante la sua meritata vacanza in spiaggia, il protagonista viene contattato da un suo vecchio amico, pronto a offrirgli un lavoro redditizio. Sembra infatti che una sorta di “buco blu” sia stato scoperto in un punto dell’oceano, dove la conformazione del terreno, le specie di pesci e di alghe e persino gli oggetti trovati sul fondale cambiano con ogni immersione.
Il ricco amico di Dave vede quindi un’ottima occasione per aprire un ristorante di Sushi, dove le pietanze sono preparate con il pesce più fresco possibile e sono sempre diverse, grazie alla diversità garantita dallo strano buco sommerso. Il nostro protagonista accetta di buon grado e si ritrova ben presto invischiato nella gestione di un sushi bar. Nonostante la storia non viri mai troppo lontano da queste premesse, resta comunque molto godibile, grazie all’ottima scrittura dei dialoghi e all’atmosfera sempre leggera e rilassante.
Tra un’immersione e una corsa nel bar
Il gameplay di Dave the Diver si divide in due fasi ben distinte, ma comunque collegate tra loro. Di giorno possiamo infatti svolgere due immersioni e, con il pesce pescato e i soldi trovati, possiamo gestire il sushi bar di notte.
Le immersioni hanno le caratteristiche di un roguelite, dove lo scenario viene generato casualmente di volta in volta e la morte ci fa perdere tutti gli oggetti raccolti durante quell’immersione in modo permanente. Ogni volta troviamo quindi un fondale strutturato in modo diverso, con pesci e tesori sparsi direttamente.
Il gameplay diurno di Dave the Diver ci vede quindi immergerci ed esplorare le profondità marine nel tentativo di catturare più pesci possibile. A questo si aggiungono diversi obiettivi occasionali che possono essere portati a termine, spesso assegnati da personaggi secondari o necessari per sbloccare un certo oggetto.
Per nuotare, chiaramente, abbiamo bisogno di ossigeno, che si svuoterà progressivamente in ogni caso, maggiormente durante gli scatti e quando veniamo colpiti. Esplorando, possiamo però trovarne altro per proseguire.
L’esplorazione dei fondali ci vede quindi nuotare in un ambiente 2D a scorrimento laterale, sviluppato in orizzontale e in verticale, sfruttando vari strumenti a nostra disposizione. Tanto per cominciare, Dave ha a disposizione un arpione con cui sparare verso la direzione indicata dal cursore del mouse, a cui si affiancano vere e proprie armi da fuoco da utilizzare nello stesso modo. In entrambi i casi, questi strumenti servono per pescare pesci più o meno coriacei e, in alcuni casi, persino aggressivi nei nostri confronti.
La varietà di armi è discretamente soddisfacente e i vari tipi di pesci possono costringerci a utilizzare bocche da fuoco più potenti per poter essere pescati, visto che l’arpione non perforerà mai la loro corazza se prima non viene potenziato. Proprio qui troviamo un primo difetto. Il comportamento delle creature marine non è mai troppo imprevedivile e difficilmente diventa una sfida concreta. Nel lungo periodo, questo può portare a una sensazione di ripetitività generale, nonostante ci sia un costante senso di progressione.
Proprio la progressione regge infatti il peso dell’intero comparto ludico, spronando a giocare. Durante le immersioni possiamo infatti ottenere oro per potenziare l’equipaggiamento (per esempio per catturare pesci più resistenti o andare più in profondità), armi di cui sbloccare i progetti per poterle craftare successivamente e persino pesci particolari a cui sono associate ricette speciali.
Tutto questo va poi sfruttato per far fiorire il sushi bar, dove inizia la seconda parte del gameplay. Tanto per cominciare, i soldi ottenuti possono essere utilizzati per sbloccare nuovi arredi e decorazioni, mentre i pesci possono essere utilizzati per creare piatti da inserire nel menù. Quest’ultimo varia ogni sera e va “compilato” ogni volta, inserendo sushi che si basano su ciò che abbiamo catturato durante il giorno. Bisogna quindi aprire una schermata e inserire i singoli piatti, che possono essere ulteriormente migliorati in base agli ingredienti ottenuti.
Subito dopo, possiamo aprire il locale. Qui il gameplay diventa quasi una versione semplificata di quanto visto in Overcooked, dove diversi clienti si siederanno ai tavoli per chiedere piatti specifici. A questo punto sta a noi correre verso destra per prenderli dallo chef, per poi portarli ai singoli clienti sparsi per il locale. Ogni cliente aspetterà solo un certo periodo di tempo, mentre alcuni chiederanno un tè da abbinare al piatto. In quest’ultimo caso, versare il liquido fino al bordo del bicchiere ci darà un bonus con il pagamento del cliente in questione.
A queste basi si aggiungono poi altre meccaniche secondarie, come personaggi speciali che chiedono piatti specifici, i singoli piatti che possono essere migliorati e così via. Le basi del comparto ludico restano però sempre quelle.
Il mix di Dave the Diver ci vede quindi alternare queste due parti di gameplay, collegate tra loro e ripetute ogni giornata con delle variazioni. Il mix è sicuramente riuscito e divertente, ma nel lungo periodo rischia di diventare ripetitivo, da una parte per la mancanza di varietà delle immersioni e dall’altro lato per una gestione del locale troppo semplice. Il gioco è però ancora in accesso anticipato e il tempo per aggiungere contenuti che garantiscano qualche variazione non manca.
Tecnicamente superbo
Il comparto tecnico di Dave the Diver è davvero eccellente. Il titolo combina infatti ambienti tridimensionali e sprite bidimensionali, creando una riuscita estetica in 2.5D, impreziosita anche dagli effetti di luce. A questo si aggiunge un comparto artistico colorato e vivace, che contribuisce a delineare l’atmosfera leggera del titolo.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, con effetti sonori e musiche sempre adatte alle varie occasioni.