Per quanto io apprezzi la portabilità della Nintendo Switch con titoli Tripla A e/o con porting di terze parti,ritengo che il suo picco di utilizzo venga raggiunto con quei videogiochi sviluppati appositamente per essere giocati “ovunque ed in qualsiasi momento”.
E’ questo il caso di Deadly Days, uno “strategico rogue-like di sopravvivenza con gli zombie” , o almeno così si auto-definisce il gioco durante il tutorial.
Ma al di là di qualsiasi definizione, vediamo ora quali sono i punti di forza di questa apocalisse zombie in Pixel Art.
Morire ? Morire fa parte dell’avventura
La trama di Deadly Days è quanto di più semplice possa esistere; del cibo contaminato trasforma gli abitanti di una città x in cadaveri mangia cervello? Prendi il controllo dei sopravvissuti e guidali fino alla distruzione della fabbrica di cibo in questione, oppure fino alla loro morte… poi ricomincia!
In Deadly Days la morte dei personaggi sarà definitiva, interrompendo la run che si stava affrontando e facendoci perdere tutti gli oggetti lootati fino a quel momento. L’unica cosa che non andrà persa sarà l’esperienza, sia quella in-game che quella del giocatore.
Iniziare una nuova run, dunque, comporterà il dover riaffrontare l’intera avventura d’accapo, ma con l’esperienza di tutte le avventure precedenti sulle spalle; in-game, ciò si traduce nella possibilità di poter scegliere tra una sempre più vasta gamma di “poteri speciali”.
Morire dunque “fa parte del gioco”, e come tutti i titoli che presentano questa meccanica, il Permadeath contribuisce a tenere sempre alta l’attenzione del giocatore.
Ok, morire fa parte del gioco… ma per il resto, che si fa?
Il Gameplay di Deadly Days è un mix ben riuscito tra la ricerca spasmodica del loot per sopravvivere (cibo, armi e materiale di creazione) ed un gun-play frenetico, con visuale isometrica, in cui il giocatore è chiamato a controllare esclusivamente la direzione che i PG possono seguire sulla mappa, i quali spareranno in automatico.
Le missioni si svolgeranno con la formula del “Raid”, l’obiettivo sarà di lootare il più possibile durante le ore del giorno (che durerà circa un paio di minuti in-game), dal momento che rimanere sulla mappa nelle ore notturne equivale a morte certa.
Tutto questo si traduce in missioni “una tira l’altra” della durata di pochi minuti, che renderanno appaganti anche solo 10/15 minuti di gameplay su Deadly Days.
Alla fine di ogni missione si potrà, nell’HUB centrale, accedere a tutta una serie di potenziamenti:
- Poteri speciali da utilizzare durante i Raid
- Equipaggiamento dei vari PG reclutabili una volta salvati nelle mappe
- Abilità passive da settare prima di iniziare le varie spedizioni
Il lato strategico/gestionale, per quanto non approfondito, fa comunque la sua parte nell’aumentare l’immersione nel contesto survival.
Il comparto tecnico confeziona perfettamente l’ottimo prodotto che è Deadly Days
Il comparto sonoro non è memorabile, ma è più che sufficiente nell’accompagnare il giocatore durante l’avventura con tracce in linea con l’approccio scanzonato del titolo.
Il comparto grafico invece, sebbene soffra di alcuni cali di frame-rate (poco vistosi ad essere onesto), è ben realizzato con la tecnica del pixel-art e rende ben visibili tutti i dettagli a schermo (pochi ma essenziali ed utili).
La qualità complessiva di Deadly Days si attesta su ottimi livelli, consigliato a chiunque voglia cimentarsi in un’apocalisse zombie leggera e scanzonata ma sempre soddisfacente e mai noioso.