Tutto è partito da un doloroso viaggio a Kyoto, che Kazutaka Kodaka (sviluppatore, direttore e scrittore della serie Danganronpa) e Kōtarō Uchikoshi (direttore e scrittore della serie Zero Escape) sentivano come una vera e propria marcia della morte, come quella da Auschwitz a Wodzislaw nel 1945, ad esempio.
Durante tutto ciò, Kodaka scherzò sul creare un gioco d’uccisione con la premessa di una marcia della morte. Anche se Kazutaka scherzava, Uchikoshi fu genuinamente curioso di crearlo, ma Kodaka non fu d’accordo all’inizio: si era stancato di sviluppare giochi che parlassero di omicidi, ma alla fine Uchikoshi riuscì a convincerlo con la premessa che sarà “l’ultimo gioco di morte creato da entrambi”.
Vedendo il titolo, però, sono sorti molti confronti con le esperienze precedenti dei due sviluppatori: alcuni descrivono Death March Club come “Danganronpa, ma con i bambini”. Kodaka e Uchikoshi hanno fatto fronte a queste supposizioni sottolineando che la somiglianza con i loro titoli precedenti è stata intenzionale, anche con seguente commento da parte dello scrittore di Danganronpa:
“Se stai pensando che si tratta di un clone di Danganronpa, ti abbiamo già in pugno. Mi piace pensare che il gioco sia già iniziato nel momento stesso in cui lo abbiamo annunciato”.
Scenario e premesse di trama
Il gioco prende luogo negli anni 90, in una scuola elementare di Tokyo. Qui un gruppo di 12 ragazzini provenienti da varie parti del Giappone, che fanno poco o niente a scuola, vengono raggruppati in un’unica classe: la classe dei Perdenti (In Giapponese ガンバレ組 Ganbare Gumi, che significa il gruppo del “Fate del vostro meglio!“), composta dal protagonista, Reycho, e dai suoi compagni.
Durante una gita scolastica estiva, il loro scuolabus resta intrappolato in una frana, e gli studenti si svegliano in un luna park abbandonato sott’acqua. Ad un certo punto, un clown dice loro di partecipare a un gioco di morte dove i ragazzi devono sacrificare le vite dei loro compagni per vincere. Mentre i dodici studenti cercano di sopravvivere, poteri misteriosi iniziano a risvegliarsi all’interno di ciascuno di loro e sulla terraferma anche il mondo esterno sta vivendo una situazione di emergenza.
Gameplay
Il gioco è descritto come un puzzle game action e d’avventura, sarà totalmente doppiato e animato in 3D, e le ore di gioco stimate per finirlo saranno circa 20.
La storia è divisa in due modalità principali: sezioni d’azione in cui il giocatore risolve enigmi e sezioni d’avventura in cui si sperimenta la storia principale. Per questa prima modalità Reycho, il protagonista muto che il giocatore controllerà, potrà chiedere aiuto agli altri studenti e alle loro abilità grazie a un tasto: qualcuno potrà controllare l’elettricità, un altro lanciare oggetti, e quant’altro.
Character design: Take, una scelta curiosa
Se si vede meglio il design dei personaggi, è possibile notare che per trattare un gioco abbastanza macabro, i design e le varie palette di colori scelte per i personaggi sono molto in contrasto con lo scenario oscuro di Uchikoshi. Anche questo è stato intenzionale.
Kazutaka e Kōtarō hanno scelto Take come character designer, perché volevano qualcuno che avesse uno stile di disegno così stilizzato e che usasse tanti colori e così accesi. Kodaka, inoltre, è sempre stato un ammiratore del lavoro di Take, che nei personaggi di Death March Club voleva evocare nello spettatore l’effetto di “vorrei che quel ragazzo fosse nella mia classe!” e rendere anche giustizia ad essi, perché rappresentano anche dei ragazzini dello stesso periodo della sua infanzia.
Insomma, l’unione di Kodaka e Uchikoshi sta creando tante belle premesse, e l’anno in cui testare se saranno tutte ben rispettate sarà il 2020 su PC e Steam; ma intanto ti invitiamo prima di tutto a dare un’occhiata al sito ufficiale di Death March Club e anche a seguire la nostra newsletter per avere più informazioni su questo titolo e su molti altri.