Nonostante la stagione estiva ormai alle porte, Saona Studios rema controcorrente. Infatti l’11 maggio 2023 è stato pubblicato Death or Treat, action-roguelike 2D dalle connotazioni hack’n’slash. Il caldo che regna sovrano in questi giorni ci viene sottratto sin dalla schermata iniziale del titolo, accogliendo le ambientazioni tetre e buie della notte in cui i morti tornano nel mondo dei vivi, quella del dolcetto o scherzetto: insomma, la notte di Halloween!
Fan di film quali Nightmare before Christmas di Tim Burton con protagonista Jack Skeletron o Coraline e la porta magica di casa Laika? Non potrai non apprezzare Death or Treat, una piccola perla del genere (nonostante i suoi difetti). Andiamo a scoprire insieme cosa dovrai aspettarti se intendi acquistare il videogioco in futuro!
“Death or Treat, smell my feet…”
Scary è un fantasmino titolare di una piccola azienda di dolciumi, il GhostMart, che domina incontrastata nella cittadina di HallowTown. Tutto sembra andare per il meglio finchè lo Storyum, una nuova sostanza in grado di far perdere la gioia e la volontà di vivere, fa la sua comparsa. La sua diffusione incontrastata tra gli abitanti di HallowTown rischia di portare al fallimento il GhostMart di Scary, poichè questa nuova droga sembra inibire il piacere di chi la consuma nei confronti degli squisiti dolcetti della piccola azienda di dolciumi.
L’antagonista della nostra storia è Clark Fackerberg, fondatore di FaceBoo!, il creatore dello Storyum che tante pene sta dando a Scary e, più in generale, agli abitanti di HallowTown. Ed è qui che l’avventura del nostro impavido fantasmino ha inizio, con l’obiettivo di ripristinare lo status quo, in particolare la tranquillità che ha visto sempre contraddistinguere la cittadina. Ma non sarà così semplice: dovrai attraversare quattro mondi pieni di insidie e dai nomi… vagamente familiari (Darkchat, RipTok, DevilTube e la sede centrale di FaceBoo!).
Death or Treat vuole dare un quadro generale della società odierna in chiave parodistica, un modo carino per lanciare un messaggio teso ad allertarci sull’utilizzo delle nuove tecnologie. La festa di Halloween sta perdendo il suo fascino, tutto sembra ridotto all’abuso di Storyum: dove sono finiti i dolci del GhostMart? Dov’è finito il celeberrimo Trick or treat?
Muori e impara
Il titolo sviluppato dai ragazzi di Saona Studios si presenta come un roguelike di stampo classico, senza eccedere in voli pindarici lato innovazione del gameplay. Se dovessi usare un’espressione che racchiuda il tutto sarebbe: “fa la sua figura composta” oppure “senza infamia e senza lode”. HallowTown, oltre ad essere il punto di inizio del nostro viaggio, fungerà da hub centrale ogniqualvolta volessimo effettuare acquisti o potenziamenti per il nostro personaggio.
Discorso diverso per quanto riguarda il ciclo morte-rinascita: inizialmente il respawn avverrà nella stessa HallowTown per poi (onde evitare spostamenti tediosi da zone molto distanti rispetto al tuo reale obiettivo) avere la possibilità di usufruire dei portali. Essi non svolgono altra funzione che quella di teletrasportarti ovunque tu voglia, evitando di dovere ripartire dalla zona iniziale. Questo (insieme ad altri) è un punto di forza non scontato per un titolo del genere roguelike, rendendolo accessibile a chiunque, non solo ai veterani o comunque a chi ha dimestichezza con le meccaniche classiche.
Il gioco si presenta nel seguente modo: a ogni tentativo dovremo scegliere un’arma e un’abilità tra le tante disponibili per il nostro Scary. A differenza di un titolo quale Dark Souls, la morte del personaggio non implica la perdita delle materie prime e delle caramelle (valuta di gioco) racimolate durante la partita. Tornati alla base, potremo sbloccare gli svariati negozi presenti ad HallowTown, ognuno focalizzato su un determinato potenziamento per il nostro fantasmino.
Hai paura di essere battuto con pochi colpi dai nemici? Ecco il venditore che ti permette di aumentare la salute e migliorare il recupero della stessa. L’arma iniziale col progredire della storia inizia ad arrancare? Scegline ed acquistane una tra quelle in dotazione dell’armaiolo… e tanti altri venditori ti aspetteranno!
Il livello di sfida in Death or Treat l’ho trovato ben bilanciato: se all’inizio, giustamente, il gioco risulta punitivo, con i giusti potenziamenti e il giusto arsenale il compito risulterà sicuramente facilitato. I livelli spaziano da semplici fasi platform a terreni ostili pieni di mostri, in cui è richiesta una buona dose di attenzione per evitare un game over prematuro. Nota di merito alla varietà dei nemici presenti in ciascuna delle quattro aree di gioco, ognuno con i suoi punti di forza e le sue debolezze che dovrai essere bravo a capire.
L’altra faccia della medaglia
L’opera di Saona Studios graficamente è un gioiellino: ambientazioni dipinte a mano ed animazioni tradizionali la fanno da padrona. Se ci aggiungi una colonna sonora che coglie nel segno, incalzante e mai noiosa, il risultato non può che essere dei migliori lato grafico. Eppure sono sorti svariati problemi durante la mia partita…
Il gioco soffre di bug tecnici che hanno minato l’esperienza avuta con Death or Treat: a volte perdevo il filo del discorso di un personaggio a causa di sottotitoli inesistenti e in un gioco costituito per la totalità da personaggi muti non è una grandissima cosa. Altra nota dolente riguarda i comandi, che in un titolo del genere roguelike risultano linfa vitale, ciò da cui partire per dare al pubblico un prodotto soddisfacente. In svariati punti della mappa, essi sono legnosi, poco reattivi nonostante magari mi trovassi in una zona concitata che richiede più attenzione del dovuto.
In aggiunta, si manifestano cali di frame rate e fenomeni di tearing, data forse la grande quantità di elementi e di dettagli presenti a schermo e sui fondali. Tuttavia, spezzo una lancia a favore di Saona Studios confidando per quest’ultimo aspetto in un aggiornamento post-lancio, essendo il titolo uscito da poche settimane.