Dopo gli ottimi risultati ottenuti da esclusiva sull’ultima (ancora per poco) console di Sony, Death Stranding arriva senza troppi problemi direttamente sulla piattaforma di Steam. L’ultima creatura partorita dalla geniale mente del “sensei” Hideo Kojkma non ha minimamente avvertito il passaggio da un hardware all’altro, anzi, sembra quasi che lo stesso Death Stranding fosse nato per questo importante momento. In fondo il titolo sviluppato in Decima Engine ha trovato un terreno fertile proprio nell’universo PC, dove il pubblico è molto più abituato a giochi che fanno della simulazione e della struttura gestionale il loro cavallo di battaglia.
La storia videoludica è piena di titoli che hanno varcato la linea di demarcazione che separa il mondo PC, con la sua potenza bruta, dal mondo console, più stabile e tranquillo. Batman Arkham Knight forse è il miglior rappresentante di questa particolare categoria, capace di farsi amare dal pubblico console e di farsi odiare da quello PC. Ma questa è un’altra storia, oggi parliamo di Sam Porter e della sua importante missione.
Voglio ricordarti che abbiamo già recensito questo gioco nella sua versione per PlayStation 4, per cui in questa recensione mi concentrerò principalmente sulle caratteristiche più importanti della versione PC. Per questo motivo, ti consiglio vivamente di fare un salto al seguente link, così da poter avere una visione completa dell’opera di Kojima.
Death Stranding cambia volto, ma non l’anima!
Un mondo annientato dallo Death Stranding, un’umanità costretta a rifugiarsi sottoterra, creature fameliche e due realtà sovrapposte fanno da cornice all’ultima opera ideata dal “sensei giapponese”, il quale conferma ancora una volta come anche un gioco possa rivelarsi una vera e propria opera d’arte. In questo sogno fantascientifico, il giocatore vestirà i panni di Sam porter, uomo delle consegne impegnato nell’importante missione di ripristinare la rete chirale, nuova fonte di energia, viaggiando in lungo e in largo su una superficie terrestre desolata e continuamente battuta dalla Cronopioggia, la quale priva ogni cosa che tocca del proprio tempo vitale. Un viaggio continuo tra la vita e la morte, attraverso due mondi costretti a intrecciarsi in eterno, dove vivi e non viventi sono protagonisti paralleli della stessa storia e dove la sopravvivenza ha preso il sopravvento sulla razionalità dell’uomo.
Con una trama degna di un colossal cinematografico, lo sviluppatore giapponese ha così deciso di andare ben oltre e di offrire al proprio pubblico qualcosa di memorabile, capace di poter far breccia nel cuore del giocatore e di metterlo davanti a una vera e propria immagine speculare “deviata” della realtà. In Death Stranding i temi trattati saranno molti e spazieranno dai singoli problemi personali fino a estendersi a qualcosa di collettivo. Ovviamente, come in ogni opera che si rispetti, il cuore di tutto è affidato alla scelta degli interpreti e, questa volta, Kojima ha voluto fare le cose in grande con un cast di attori di altissimo livello. Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux, Margaret Qualley, Guillermo del Toro, Nicolas Winding Refn, Tommy Earl Jenkins, Troy Baker e Lindsay Wagner sono tutti i volti che guideranno, nel bene o nel male, il giocatore durante la sua avventura.
Sam Porter continua il suo viaggio su PC!
Il lavoro di Kojima arriva su PC nel modo migliore e, grazie a un Decima Engine molto versatile, riesce a restituire la sensazione di avere tra le mani un gioco nato e pensato esclusivamente per questo tipo di piattaforma. Fin dall’inizio dell’avventura, man mano che ci si muoverà attraverso l’immenso e cupamente affascinante mondo di gioco, l’idea di stare giocando a un “porting” svanirà lentamente, lasciando così lo spazio allo stupore e a un incredibile mix di emozioni difficili da descrivere. Dalla montagna più alta alla valle più profonda, la cura dei dettagli riesce a catturare l’attenzione del giocatore e, grazie alle nuove impostazioni grafiche messe a disposizione da NVIDIA e AMD, sarà possibile andare oltre agli ormai classici 30 fps imposti dalle console.
Le impostazioni grafiche per la versione PC permettono di vivere un’esperienza di gioco molto più fluida, in particolare durante le fasi di esplorazione, di avere una profondità dell’orizzonte migliorata e poter godere di una pulizia dei modelli superiore. Altro elemento da non sottovalutare, vista la natura da “simulatore di consegne”, resta l’ottima integrazione con le periferiche proprie delle configurazioni PC, mi riferisco a mouse e tastiera. Io personalmente ho trovato molto utile affidare la parte gestionale del gioco a queste due periferiche, lasciando le fasi action direttamente al controller, dove in alcuni casi i trigger dorsali si riveleranno di fondamentale importanza. Ovviamente è possibile affrontare il gioco sia utilizzando solo il controller, sia solamente mouse e tastiera, ciononostante l’ultima soluzione non permetterà di avere una buona sensibilità durante le fasi action.
Nel nostro caso Death Stranding è stato fatto girare su un notebook GS65 Stealth Thin di MSI con installata un NVIDIA GeForce GTX 1070 e i risultati ottenuti sono stati di altissima qualità. Il titolo di Kojima ha mantenuto un elevato framerate durante tutte le fasi di gioco, in particolare anche in quelle più “affollate” e, utilizzando le impostazioni grafiche più elevate, non siamo mai scesi sotto i 60 fps. Ovviamente il Decima Engine garantisce altresì una buona scalabilità nelle impostazioni permettendo, ove possibile, di poter sfruttare al meglio la nuova tecnologia DLSS 2.0 (Deep Learning Super Sampling) a reti neurali ideata da NVIDIA che, purtroppo, per adesso è solamente compatibile con le schede grafiche della famiglia RTX. L’unico limite di questo porting resta comunque l’impossibilità di poter sfruttare il ray-tracing in tempo reale.
Ultima nota di merito dal punto di vista tecnico resta la possibilità di poter usufruire di un allargamento della visuale nel caso in cui si passi a una risoluzione 4K in wide screen 21:9. Il gioco automaticamente si adeguerà al nuovo hardware, garantendo al giocatore una vista ancora più completa e molto immersiva.
Death Stranding, molto più di un semplice simulatore!
Al netto di tutto il comparto tecnico, resta solo una domanda: Che cosa rappresenta Death Stranding? Forse un simulatore di consegne ben realizzato? Un’altra opera “atipica” partorita dal suo sviluppatore? Io penso che Death Stranding rappresenti, attraverso l’esistenza tormentata dei propri personaggi, un vero e proprio specchio distorto della nostra realtà. Un ultimo tentativo effettuato da Hideo Kojima di ricordare al mondo che, al netto delle grosse differenze, apparteniamo tutti alla stessa razza e che, sempre tutti insieme, percorriamo lo stesso percorso in questo folle viaggio che è la vita. La dimostrazione di quanto detto è rappresentata dall’efficace multiplayer asincrono, dove ogni giocatore può far sentire la propria vicinanza a un altro semplicemente costruendo quella scala per attraversare il dirupo o quella stazione di protezione dove trovare riparo dalla cronopioggia.
Strappa un sorriso anche la scelta effettuata dal regista nipponico di utilizzare come moneta di scambio proprio la valuta più importante degli ultimi anni, mi riferisco ai semplici “Mi piace”. Il nostro Sam, ogni volta che svolgerà una mansione o, con il proprio lavoro, creerà un’attrezzatura da poter condividere “indirettamente” con gli altri giocatori potrà ricevere questa particolare moneta di scambio che farà aumentare il livello di corriere. Ovviamente, in termini pratici ciò non influirà in alcun modo sul proseguire della storia, ma restituirà al giocatore la dolce sensazione di aver contribuito nel piccolo alla ricostruzione dell’umanità.
Chiude il quadro di questa interessante versione PC l’integrazione con due brand molto noti e riconosciuti sul panorama videoludico internazionali, mi riferisco alle saghe di Half-Life e Portal. Questa collaborazione porta agli utenti PC la possibilità di poter affrontare 6 inedite missioni e di poter ottenere alcuni gadget cosmetici molto interessanti.
Mi fa piacere leggere che il porting sia stato fatto nel migliore dei modi, in un gioco del genere la grafica e la fluidità sono fondamentali per l’immersività del giocatore, inoltre ho sempre pensato che la versatilità di un PC potesse fornire un terreno fertile per le sperimentazioni di Kojima nel gameplay, che già applicava ai tempi di MGS nonostante gli ovvi limiti della prima playstation.
Ottima recensione, dettagliata e soprattutto di qualità. La mia paura più grande del passaggio da console a PC era proprio il “porting”, sono contento siano riusciti a rendere il gioco come se fosse stato sviluppato appositamente per computer. Speriamo sia l’inizio di nuove collaborazioni con Kojima Production.