La cultura zombie ha ormai invaso il mondo videoludico e sono davvero tanti i titoli che si rifanno a questo genere. Legati un po’ tutti dalla stessa trama, con un virus che tramuta gli esseri umani in fameliche creature, un sopravvissuto (o un gruppo) e una comunità da ricostruire. Tanti i titoli che sono riusciti a (chi più chi meno) lasciare un segno tangibile nei giocatori; pensiamo a giochi come The Last of Us, Days Gone, Dying Light, State of Decay, Project Zomboid, 7 Days to Die (e questi sono solo alcuni). Purtroppo però, altrettanti sono i titoli che finiscono nel mucchio e non riescono ad emergere ed è questa l’impressione che abbiamo avuto con Decision: Red Daze. Un gioco che mischia RPG, tower-defence e survival, sviluppato dagli studio indipendenti FlyAnvil e Nordcurrent labs, che non riesce ad affermarsi a causa di diverse problematiche che hanno reso l’esperienza tutt’altro che indimenticabile.
Niente di nuovo…
La trama è qualcosa di cui si è già sentito parlare, una classica storia di epidemie zombie. Interpretiamo un personaggio qualunque, non ha alcun background alle spalle e il tuo unico compito è quello di portare a termine le missioni come membro di una piccola comunità; costruire difese, saccheggiare e trovare le attrezzature necessarie per tenere in vita i tuoi compagni. Un misterioso virus, il Red Daze, che ha trasformato la gente comune in zombie, ma non quelli classici, trattasi di zombie che sono anche in grado di utilizzare armi e fare a cazzotti. La cornice è il classico panorama post-apocalittico e un avamposto in mezzo al nulla che funge da ultimo baluardo.
Diciamo che non siamo rimasti particolarmente colpiti ma non per forza questo è una cosa negativa, questo genere è molto sfruttato e saturo, che ormai è anche difficile proporre una trama che sia davvero originale.
Note dolenti: Gameplay
La prima disavventura nella nostra esperienza, si è presentata al momento dei primi scontri. Premettendo che non vi sono combinazioni di tasti particolari, siamo a livelli molto più da RPG con semplici click di mouse e tasti direzionali per muovere il tuo personaggio. Le azioni sono molto semplici, un click per eseguire l’attacco normale, un click prolungato con successivo rilascio per eseguire un attacco potente; gli altri movimenti si limitano alla capriola con la barra spaziatrice e allo scatto. Tutto molto statico bisogna dire, ma non è solo questo il problema. Purtroppo la risposta dei comandi è abbastanza carente, il click per attaccare non si è dimostrato affatto responsivo causando una grande frustrazione durante uno scontro, il nostro sopravvissuto sembrava infatti come bloccato e nonostante il premere (quasi compulsivo) la risposta al contrattacco arrivava sempre dopo.
A nostro avviso una cosa del genere mina l’intera esperienza di gioco perché diventa quasi impossibile godersi una partita e anche quando entriamo in possesso di un’arma più interessante, come l’accetta, la mazza da baseball, una pistola o un fucile, non abbiamo provato quella gioia nel far fuori i nostri nemici e spesso siamo stati costretti a ripiegare per cercare di assestare qualche colpo.
Altro aspetto (fastidioso) riscontrato, sono i cali improvvisi di frame-rate che andavano giù bruscamente, rallentando anche in momenti inopportuni, compromettendo la godibilità stessa della partita.
Meccaniche
Come detto all’inizio, Decision: Red Daze mischia una serie di generi (survival, tower defence, rpg e componente esplorativa) che di per sé, era un’idea davvero interessante e ambiziosa. Le basi del crafting e dello stile di gioco non sono mal congeniate; hai le tue armi, ognuna con le proprie statiche, un sopravvissuto da potenziare e da far crescere nel ruolo di capo. Avremo infatti una barra energia, una resistenza e una di avanzamento di livello (exp. points). Proprio seguendo il melting-pot di stili che lo caratterizza lo scopo del gioco è quello di difendere il tuo avamposto. Non sarai da solo, avrai altri sopravvissuti al tuo fianco che combatteranno al tuo fianco e dovrai trovarne altri se vuoi che il tuo gruppo progredisca, sarà necessario raccogliere risorse e materiali, costruire torrette di difesa, potenziare edifici ed equipaggiamento. Ad un certo punto però inizia l’invasione da parte di un’orda di nemici che vogliono distruggere la tua fortezza; in questo caso lo scontro è abbastanza avvincente, se non fosse per i comandi poco reattivi. Uno spunto interessante è la parte esplorativa in cui (seppur nulla di esagerato) si può girare liberamente per la mappa, tranne le zone rosse in cui si concentrano le orde numerose che probabilmente ti faranno fuori in poco tempo.
Abbiamo accennato alle barre della vita, resistenza e avanzamento di livello. Questa è purtroppo un’altra note dolente; la barra della resistenza è davvero limitata e ogni dieci minuti ci ritroviamo col nostro sopravvissuto che ha bisogno di dormire. Una frequenza piuttosto fastidiosa che non solo spezza il vivo del gioco troppe volte, ma ci costringe a tornare indietro verso l’accampamento durante una fase di esplorazione o di scontro con i nemici.
Un altro aspetto che non abbiamo apprezzato è stata l’IA, che non è affatto delle migliori, soprattutto quando si reclutano altri sopravvissuti che invece di seguirti, vagano per conto loro per poi raggiungerti successivamente, lanciandosi anche verso orde di nemici in solitaria per poi restare immobili e subire il pestaggio o reagire dopo qualche secondo. Tornando al sistema di reclutamento, abbiamo due opzioni: portarli in una base per aiutarli a difenderla, oppure creare una squadra d’elitè per combattere i nemici.
In generale il gioco potrebbe anche essere piacevole, presenta un livello di sfida interessante che spinge a far progredire il nostro gruppo e il sopravvissuto, aumentando le sue skills. Questo però non è abbastanza per un titolo che risente parecchio di determinate problematiche e, anche in questo caso, Decision: Red Daze ha bisogno di “qualche” aggiustamento.
Tecnicamente parlando…
Decision: Red Daze lascia parecchio a desiderare nel reparto grafico, anche se effettivamente non è ciò a cui vuole puntare. A parte la stilizzazione dei personaggi dal design molto basic (che ricorda un po’ X-COM: enemy unknown, nello stile almeno) preferisco apprezzare comunque la sensazione di desolazione insieme ad un mood cupo e oscuro, ma diciamo nulla che si avvicini a quell’effetto wow. Anche il sonoro riesce a dare un contributo e mantiene quel tono post-apocalittico, e anzi lo rafforza, con un insieme di suoni ambientali, riuscendo a conferire una profondità maggiore all’esperienza del videogiocatore.
Anche il livello di doppiaggio è di buona fattura, con voci che si adattano bene al contesto e ai personaggi, e nemmeno troppo ripetitive. Come già detto però, non basta il buon lavoro in termini di sonoro e doppiaggio. Come già spiegato nei paragrafi sopra, Decision: Red Daze è afflitto da diverse problematiche, almeno allo stato attuale del gioco; sarebbe auspicabile una patch che tenti di correggere tutta una serie di bias che rendono l’esperienza di gioco frustrante e per nulla appagante.