L’immaginario della fantascienza è sempre stato un baluardo di mistero e interesse, alimentando la curiosità umana. Questo genere, affrontato in vari media con stili e tematiche differenti, offre una notevole varietà di contenuti. In Deliver Us the Moon, ci immergiamo in un’avventura ambientata sul nostro satellite, la Luna, avvolta in un mistero e con tematiche che rispecchiano la nostra realtà attuale.
Sviluppato da KeoKen Interactive, il Deliver Us The Moon fu inizialmente pubblicato in modo indipendente in una versione incompleta nel 2018, ottenendo un totale insuccesso. Dopo questo fallimento, il team decise di intraprendere una nuova strada. Grazie alla collaborazione con il publisher Wired Productions, il gioco venne ricostruito e rilasciato nel 2019. Nel 2024, quasi cinque anni dopo, è stata rilasciata la versione per la console di casa Kyoto, Nintendo Switch.
Il lato oscuro della Luna:
Deliver Us The Moon è un thriller fantascientifico ambientato in un futuro prossimo in cui la Terra ha esaurito le sue fonti energetiche, affrontando una grave crisi. Questa crisi ha provocato cambiamenti climatici che hanno alterato negativamente vari aspetti del pianeta. Per risolvere il problema, è stata creata l’agenzia spaziale World Space Agency con l’obiettivo di stabilire una colonia lunare per preservare l’umanità e trovare nuove fonti energetiche.
Dopo anni di sforzi, l’agenzia riesce a estrarre Elio-3, una nuova fonte energetica. Tuttavia, dopo un certo periodo, la colonia smette di comunicare, e un astronauta viene inviato per verificare le condizioni e capire la situazione. Dal punto di vista della trama, la storia non offre un incipit particolarmente originale, limitandosi a una classica e, per certi versi, prevedibile premessa per portare il giocatore verso la colonia lunare.
Narrativamente, il gioco procede speditamente, senza particolari picchi o cali. È un’avventura piacevole, senza colpi di scena eccessivi, che mantiene un buon interesse grazie al contesto e alla narrazione proposta. Deliver Us The Moon si presenta come un viaggio verso l’ignoto e i misteri, alla ricerca di scoprire cosa sia successo sulla Luna, riuscendo a coinvolgere il giocatore con la sua storia e a catturarlo grazie all’atmosfera generale creata dal team di sviluppo.
Non vi sono altri personaggi con cui interagire, eccetto ologrammi che ricostruiscono scene passate con cui non possiamo interagire direttamente; siamo soli in questa missione per l’umanità. In questo contesto, la solitudine diventa uno degli elementi cruciali, sposandosi perfettamente con il genere fantascientifico di Deliver Us The Moon .
Un’altra tematica importante, che rappresenta la base dell’incipit dell’opera imbastita da KeoKen, è quella ecologista. Sebbene non trattata in maniera particolarmente originale, riesce a parlare di un tema molto attuale e di crescente importanza per il futuro del nostro pianeta.
Una camminata lunare
La parte ludica di Deliver Us The Moon si basa su una classica avventura, in cui il giocatore esplora ambientazioni varie, per lo più lineari, con qualche ambiente più aperto. La maggior parte del tempo ci muoviamo in terza persona, dove i movimenti risultano non proprio ottimali a causa di animazioni un po’ legnose. Questo potrebbe essere stato intenzionale per evocare la sensazione di essere un astronauta in una tuta spaziale. Ci sono anche sezioni in prima persona, che si alternano con la terza in determinate circostanze, aumentando l’immersione e la sensazione di claustrofobia.
L’esplorazione, seppur semplice e lineare, riesce a restituire un senso di mistero e tensione in alcuni livelli. Il gioco non offre quasi mai una sensazione di pericolo; non ci sono nemici da combattere o situazioni di vero pericolo ambientale che conferiscano una difficoltà elevata, salvo qualche rara eccezione. Il focus è piuttosto su un’avventura avvolta nel mistero, con l’obiettivo principale della missione del nostro astronauta.
Puzzle semplici e ripetitivi
Non ci sono vere sfide particolarmente ardue. Gli strumenti a disposizione sono limitati: lo scanner e pochi altri apparecchi, utilizzabili solo in determinate situazioni, conferiscono al gameplay una certa linearità e limitatezza, che forse avrebbe beneficiato di una maggiore espansione.
Il gameplay non si basa solo sull’esplorazione. Il titolo mostra una buona varietà di situazioni, tra cui gli enigmi. Sebbene questi siano ben progettati e di buona qualità, risultano abbastanza semplici da risolvere e possono diventare ripetitivi e noiosi. I puzzle consistono principalmente nel posizionare grosse batterie per alimentare apparecchiature o nel trovare codici di accesso per porte o terminali nascosti e altro ancora.
Il team di sviluppo ha cercato di ovviare a questa problematica aggiungendo varietà al gioco. In alcuni livelli di Deliver Us The Moon, ci viene data la possibilità di vivere situazioni a gravità zero ed esplorare il suolo lunare, cercando di offrire una sensazione di varietà. La parte di esplorazione con un veicolo lunare è la più riuscita, risultando immersiva e appagante grazie al contesto lunare.
L’avventura può essere completata in circa 5-6 ore, una durata breve ma adatta alla tipologia del gioco. Può richiedere qualche ora in più se si desidera trovare tutti i documenti ed esplorare ogni livello per comprendere la storia nella sua totalità e sfumature.
Una luna problematica
Ora affrontiamo la parte forse più dolente dell’esperienza. Se Deliver Us The Moon risulta un’avventura piacevole e immersiva, purtroppo viene un po’ smorzata dalla parte tecnica, in particolare quella grafica. Il titolo mostra chiaramente una natura non particolarmente brillante sul fronte grafico, probabilmente a causa dell’hardware su cui gira. Su Nintendo Switch si notano i limiti della console, con asset a bassa risoluzione, soprattutto in modalità portatile, e aliasing in molti elementi grafici che sgranano molti dettagli.
La sgranatura delle texture e gli ambienti, per certi versi, smorzano un po’ il lato artistico del gioco. Inoltre, il frame rate, in alcune circostanze come stanze chiuse e piene di dettagli, comincia ad abbassarsi, causando momenti di lentezza nei comandi per muovere il personaggio e occasionali freeze, sebbene questi ultimi siano rari. I caricamenti non sono particolarmente veloci, ma neanche così lenti da risultare fastidiosi.
Considerando la console di riferimento, non ci si poteva aspettare un’esperienza tecnica di altissimo livello. Sebbene la performance tecnica sia un po’ compromessa, il gioco non è assolutamente da buttare. La limitatezza della console di Kyoto si fa sentire, soprattutto visto il suo hardware ormai datato. Sono presenti alcuni bug e fenomeni di pop-in, ma nulla di così grave da compromettere l’esperienza di Deliver Us The Moon.
Artisticamente, il titolo riesce a creare un discreto immaginario, soprattutto nel territorio lunare, offrendo una piacevole sensazione visiva. È interessante notare come siano riusciti a ricostruire un tipo di fantascienza non troppo eccessiva, cercando di rimanere con i piedi per terra, relegando la tecnologia e il design a qualcosa di più realistico, in linea con la fantascienza classica di alcune opere. La colonna sonora è minimale e gradevole, trasmettendo una sensazione di scoperta e lasciando più spazio agli effetti sonori ben costruiti. Il silenzio, per certi versi, governa l’intera avventura, amalgamandosi bene con l’esperienza e il contesto di Deliver Us The Moon, costituendo un vero plus per l’atmosfera del gioco.