SEI MORTO.
Per gli amanti dei “souls like” in generale, e nello specifico di Dark Souls, questa frase a tinte rosse risulta certamente familiare: compariva dopo l’ennesima dipartita del nostro personaggio, a cui seguivano contemporaneamente una serie più o meno creativa di imprecazioni.
In Demon’s Souls, il remake in uscita il 19 novembre in esclusiva per PlayStation 5, sembra che tornerà ad essere nuovamente familiare.
Questo prevediamo che possa succedere stando alle dichiarazioni di Gavin Moore, il creative director del gioco sviluppato in origine da From Software, secondo cui “non ci sono opzioni per modificare la difficoltà ed è giusto così.”
Caratteristica peculiare di questo genere di giochi, infatti è stata da sempre la difficoltà punitiva con cui si doveva affrontare la campagna e che non era possibile modificare in alcun modo.
Questo elemento è stato probabilmente alla base delle due scuole di pensiero che hanno contraddistinto questa tipologia di titoli: chi lo amava alla follia, in quanto rappresentava la quinta essenza del gaming hardcore e chi invece lo ha detestato con tutto se stesso e con ogni probabilità lo ha mollato dopo pochissime ore in seguito alla decima (o ventesima, o trentesima) morte consecutiva.
Demon’s Souls punitivo come l’originale?
Bluepoint, il team che si è occupato di dare nuova vita a questo gioco, ha ritenuto evidentemente che lo spirito di Demon’s Souls non dovesse essere intaccato in questa nuova incarnazione, a partire proprio dal suo livello di difficoltà.
Siamo certi che, esattamente come fu con l’originale nel 2009 e poi con tutti gli altri titoli del maestro Miyazaki, anche per questa versione del titolo assisteremo ad adulatori estasiati e detrattori feroci, anche se ormai dovrebbero tutti aver capito con cosa si ha a che fare.
In queste ore è uscito un nuovo gameplay trailer del gioco che mette in mostra tutto il suo fascino, rimasto pressoché immutato.