Desktop Dungeons Rewind è il remake di un roguelike decisamente degno di nota nel panorama del genere. Parliamo infatti di un titolo per certi versi unico, che ha reinventanto la formula classica almeno in parte, proponendo agli appassionati una struttura che si avvicina quasi a quella dei dungeon crawler con meccaniche da puzzle game, come Hoplite, per esempio.
Desktop Dungeons Rewind si pone poi l’obiettivo di presentare un comparto tecnico più al passo con i tempi, che quindi vada a sostituire la scialba pixel art dell’originale con un 3D più dettagliato, vicino a quello di piccole perle come Jupiter Hell.
Desktop Dungeons Rewind: tra capre e dungeon
La storia di Desktop Dungeons Rewind ci mette nei panni di un manipolo di sopravvissuti di una carovana in viaggio. La carovana in questione è infatti stata attaccata dai mostri e molte persone hanno tristemente perso la vita. I sopravvissuti hanno invece deciso di fondare un nuovo regno nel bel mezzo della natura selvaggia e ostile, mandando dei coraggiosi avventurieri a ripulire i dungeon intorno al nuovo insediamento.
La storia di Desktop Dungeons Rewind si dimostra quindi un semplice pretesto, che però non manca di essere impreziosito da umorismo decisamente riuscito, disseminato tra i vari box di testo. Il gioco non manca di deridere i classici stereotipi fantasy, le meccaniche tipiche del genere e così via. Il risultato è quello di un piacevole contorno, che risulta molto godibile tra un dungeon e l’altro.
Se poi ci aggiungiamo la presenza di potentissime capre assassine in grado di mettere a dura prova gli avventurieri più navigati, per poi rubarne l’anima dopo la sconfitta…beh, capiamo che Desktop Dungeons Rewind ha decisamente stile da vendere.
E’ una questione di numeri
Desktop Dungeons Rewind prende a piene mani dalla formula dei roguelike tradizionali, portando però cambiamenti degni di nota. Il gameplay si concentra infatti su una componente quasi da puzzle game, dove il giocatore deve ragionare bene sulle mosse da compiere e sulla gestione delle risorse.
Ogni partita si svolge in dungeon generati proceduralmente, con un numero variabile di nemici sparsi nell’ambiente. Questi hanno livelli diversi e, allo stesso modo, il nostro eroe parte dal livello 1 ed è poi costretto a salire di livello sconfiggendo i vari nemici. Dico “costretto”, perché i combattimenti di Desktop Dungeons Rewind sono praticamente basati sui numeri e sul rischio calcolato. Un eroe di lv 1 non potrà mai sconfiggere un mostro di lv 2 o più alto, poiché turno dopo turno subirebbe molti danni.
In ogni dungeon è quindi importante affrontare prima i nemici di lv 1, per poi passare a quelli di lv 2, che a loro volta vengono sfruttati per raggiungere il livello 3 e così via fino ad arrivare allo stesso livello del boss del dungeon, che dona una ricompensa quando viene ucciso e permette di concludere la run in corso.
Per sconfiggere nemici si parte da basi relativamente semplici: cliccando le caselle nel dungeon ci si muove verso quella direzione (peraltro molto velocemente, rendendo il gameplay decisamente fluido) e cliccando su un nemico si attacca. A queste basi si aggiunge la parte puramente ruolistica di Desktop Dungeons Rewind.
Ogni mostro ha infatti status passivi che ai livelli alti devono essere considerati e, soprattutto, un livello ben preciso. Un avventuriero di livello basso verrà sempre sconfitto da un mostro di livello più alto e di conseguenza lo scambio di attacchi a turni diventa ben presto la tessera di un puzzle più grande, dove prendere in considerazione il modo migliore di muoversi nelle stanze, per uccidere i vari nemici progressivamente più ostici.
Si aggiungono poi vari potenziamenti alle statistiche, ottenibili raccogliendo da terra dei power up, trovando armi o sfruttando pozioni e risorse di vario tipo. Questi possono permetterci di essere più efficienti e versatili, dando anche modo di sfruttare tattiche di vario tipo e rendendo tutto ancora più profondo.
Ad esempio, sfruttare i glifi magici reperiti nel dungeon permette di sconfiggere facilmente i budini, ma al contrario si rivela una tattica inutile contro i golem. Per fortuna i glifi possono essere convertiti in un aumento di statistiche, che rende più potenti i nostri attacchi poco prima dello scontro con uno di questi bestioni di pietra. Si vanno poi ad aggiungere le abilità di classe, che a loro volta permettono al nostro eroe di sfruttare altri punti di forza.
Il risultato è un dungeon crawler diviso in stanze discretamente ampie, dove il compito del giocatore è quello di gestire al meglio le risorse trovate nel dungeon, sconfiggere nemici progressivamente più forti, per poi arrivare al boss e portare fuori dal dungeon il suo loot. Proprio la gestione delle risorse risulta un punto fondamentale del gameplay, visto che per ricaricare PV ed MP occorre esplorare nuove zone. Scoprendo aree occultate dalla nebbia di guerra, infatti, i nostri punti vita/magia si ricaricano, dando mondo al nostro avatar di proseguire l’esplorazione.
Questo rende persino la scoperta di nuovi tasselli delle stanze (che ricordiamolo, non sono troppo ampie) una vera e propria risorsa da gestire, in modo da curare il nostro eroe tra i vari scontri. Ogni stanza va quindi affrontata tenendo conto del livello dei nemici, delle risorse a disposizione e infine dei tasselli del dungeon da sfruttare per curarci.
Un sistema intelligente e riuscitissimo, che rende ogni spostamento importante, valorizzando anche il dungeon stesso, oltre che le varie risorse al suo interno. Allo stesso modo, i nemici non sono semplici ostacoli, ma veri e propri elementi di un puzzle più grande, che comprende in modo intelligente scontri, esplorazione e potenziamenti da GDR.
Desktop Dungeons Rewind riporta quindi la classica formula che ha reso famoso l’originale, ponendosi nuovamente come un roguelike diverso dal solito, dove il pensiero tattico del giocatore viene valorizzato e premiato molto di più rispetto alla conoscenza “da Wiki” tipica del genere. Il gameplay è di conseguenza più appassionante e intenso, nonché più immediato rispetto ai congeneri.
Ma Desktop Dungeons Rewind non si ferma qui. Tra un dungeon e l’altro ci troviamo infatti di fronte a una leggerissima componente gestionale, dove l’oro recuperato durante le varie partite può essere sfruttato per sbloccare nuove strutture (a cui corrispondono nuove classi) e altri elementi che vanno a personalizzare le run nei dungeon.
Un’ottima idea, visto che parliamo di una metaprogressione che però non influisce sulle singole partite, dove invece il pensiero tattico risulta fondamentale, ma solo su elementi esterni all’abilità del giocatore.
Desktop Dungeons Rewind parte quindi da basi solidissime, prendendo a piene mani dalla formula di gioco del primo e ponendosi nuovamente come un potenziale punto di riferimento per i giocatori che nei roguelike cercano una sfida strutturata all’interno del dungeon stesso e non in un complesso metagame che può risultare tedioso. Chiaramente, visto che per adesso stiamo parlando solo di un’anteprima, tutto ciò deve essere ancora confermato o smentito dal gioco completo.
Tecnicamente piacevole
Desktop Dungeons Rewind vanta un comparto tecnico decisamente più accattivante dell’originale, con una grafica 3D che dona nuova linfa vitale ad ambienti, nemici ed eroi. I modelli poligonali sono sempre sufficientemente dettagliati e gli ambienti risultano sempre piacevoli da vedere. Si aggiungono soddisfacenti effetti visivi.
Questo è reso possibile anche da un’estetica cartoon che, complice della visuale isometrica, crea un colpo d’occhio complessivamente piacevole.
Infine, il comparto sonoro si dimostra adatto alle varie occasioni, con musiche sempre orecchiabili.