Ben ritrovato guardiano!
Come ben sai La Regina dei Sussurri ha dato un contributo non indifferente alla lore dell’intero Destiny 2, tanto da meritarsi un approfondimento come si deve.
Ti avviso che in questo articolo sarà pieno di spoiler, per cui, se non hai ancora completato la campagna di questo DLC, ti consiglio di chiudere immediatamente.
Destiny 2: cosa succede in questa espansione?
La campagna della Regina dei Sussurri si apre con un filmato iniziale che ci immerge immediatamente nell’atmosfera misteriosa e inquietante della trama.
Ikora, qui visibilmente turbata, incontra Eris Morn, la quale afferma la provenienza della Reliquia, artefatto misteriosamente ritrovato su Marte (che è appena ricomparso dal nulla), dalla Piramide (e dalla conseguente Oscurità); le due però vengono interrotte dall’arrivo dei Cabal di Caiatl in assetto da guerra e con l’obiettivo di assaltare l’astronave della Regina Megera, presentata a in tutta la sua magnificenza.
La figlia di Calus infatti vorrebbe rivendicare il pianeta di Destiny 2 Marte, afflitto da instabilità temporali, come proprietà Cabal. A questo punto entra in gioco il nostro guardiano: egli infatti non può consentire che i Cabal blocchino l’accesso alla nave della Megera Regina, per cui il suo intervento si rende necessario per sgominare la minaccia ed entrare nel misterioso mezzo della dea degli inganni.
Attaccata la base Cabal, e sfruttata la loro tecnologia per salire a bordo, il guardiano e il suo spettro comprendono che qualcosa non va: pare che vi siano, infatti, alcuni residui di Luce, che in prima istanza vengono attribuiti al passaggio di altri guardiani.
Eppure le cose non stanno così: proseguendo, il duo comprende che è proprio l’Alveare, ora denominato Covata Lucente, a sfruttare il potere donato dal Viaggiatore; eppure, i frammenti sono ancora troppo pochi per dare un senso a ciò che si ritrovano davanti.
Inizialmente, i due ritengono che questo potere sia il frutto degli studi di Savathûn su alcuni spettri morti, ma le cose, ovviamente, saranno più complesse di come sembrano.
“Guardarsi allo specchio e uccidere chi ricambia lo sguardo…”
Dopo un primo scontro con la Megera Regina di Destiny 2, la quale inizierà a contornare il flebile confine tra bene e male, il guardiano, affiancato dal sapiente aiuto di Ikora e dei suoi Occulti, impegnati nello studio della Culla, capisce che la Reliquia è in grado di manipolare il tempo, creando armi o altro sfruttando i ricordi.
Essa, infatti, rivela ciò che non è visibile dalla superficie degli oggetti, cosa che potrebbe essere sfruttata per interagire con alcuni frammenti o oggetti utilizzati tempo addietro dalla dea dell’astuzia, in modo da ricostruire il processo di acquisizione della Luce da parte di Savathûn.
Per cui, armati di coraggio e guidati da un nuovo amico, ovvero lo spettro errante (spettri che, per seguire il volere del Viaggiatore, si unirono alla causa di Savathûn) Fynch, il guardiano e il suo spettro iniziano una corsa alla raccolta di manufatti, primo tra tutti le spoglie di Sagira, utilizzate dalla Megera Regina per infiltrarsi nell’Avanguardia.
Inoltre, durante una visita alle Piramidi, il guardiano entra in comunione con l’Oscurità, acquisendo permanentemente la medesima vista delle cose della Reliquia; è a questo punto che iniziamo a scoprire il male superiore svelato solo a fine campagna.
Eris Morn, infatti, avvisa che le Piramidi sono rette da “Voci“, udite sia da Mara Sov in uno dei suoi tanti viaggi, sia dal guardiano all’interno del Giardino Nero: poi, presi i resti dello Spettro, la Megera Regina sussurra un nome tra le voci, quello del Testimone, intimando al guardiano di tenerlo bene a mente.
Lo Spettro di Sagira viene poi analizzato nel tronomondo, in quello che viene chiamato Altare della Riflessione, un luogo modellato sui ricordi di Savathûn e tramite cui è possibile svelare il suo recondito passato: i ricordi ricostruiti svelano che questo misterioso Testimone “non è Oscurità, ma qualcosa che la indossa come un mantello. Le fa assumere una forma malvagia”.
Parliamo di un’entità terribile, capace di incutere timore alla stessa Regina degli inganni: proprio per non seguirla, infatti, Savathûn decise di assumere le sembianze di Osiride e non solo. Ci viene rivelato, tramite una missione secondaria (quella per l’ottenimento del Parassita), che la dea dell’astuzia prese parte al primo crollo, ma non come carnefice, bensì come salvatrice.
Infatti, sebbene alleata del Testimone, che in quell’occasione venne quasi sconfitto, questa ordì una serie di inganni per salvaguardare il Viaggiatore e, conseguentemente, anche l’umanità.
La campagna di quest’espansione di Destiny 2 prosegue poi con l’analisi di altri due manufatti: il primo sono le Tavole della Rovina, dei misteriosi scritti conservati da Oryx e sulle quali incise il segreto della corruzione (corruzione legata ancora una volta all’Oscurità e al Testimone); il secondo invece è un frammento della vecchia prigione di Savathûn, raccolto dal suo Laboratorio Farmaceutico.
Se con il primo il guardiano comprende che il Testimone possiede il potere di manipolare la realtà, spostando i pianeti (per cui è il probabile responsabile della sparizione dei sistemi), è il secondo manufatto che getta una luce inquietante sulla vicenda: esso infatti rivela al protagonista che, dopo l’esorcismo perpetrato da Mara Sov, Savathûn si prostrò morente ai piedi del Viaggiatore, il quale le concesse spontaneamente una nuova vita.
Inoltre, durante la visita all’Altare dell’Astuta, il guardiano riesce a recuperare il Verme calcificato del Re di Osmio, padre di Sathona, Auryx e Xi Ro, tramite il quale Ikora ottiene una terribile rivelazione: Sathona, la più astuta tra le sorelle, fu ingannata sotto comando del Testimone dalla Larva affinché cercasse i Vermi nel Profondo e non scegliesse, così, la Luce del Viaggiatore.
Essa mentì, insidiando nella mente della giovane l’idea di un’imminente cataclisma, gettandola così nelle braccia della fame dei Vermi, caratterizzata da un’insoddisfazione perenne colmabile solo col sangue (come evidenziato nei Libri del Dolore).
Allora le tre sorelle mutarono i loro nomi ed iniziarono a far strage di razze per soddisfare i loro parassiti. Eppure, Sathona si rese conto immediatamente di essere stata ingannata, per cui si nascose in attesa di trovare un modo per uscire da questa terribile catena.
Tutte queste informazioni che il guardiano riesce a ottenere altro non sono, però, che un ingannevole tentativo della Megera Regina per recuperare i propri ricordi: questa, ora al pieno delle sue forze, vorrebbe spostare il Viaggiatore nel tronomondo, per preservarlo dal Testimone.
L’Avanguardia, però, non può permettere che gli venga strappata la Luce, per cui manda il guardiano, insieme a Ikora, a uccidere Savathûn: dopo un arduo scontro, in cui questo riesce a sciogliere l’incantesimo operato dalle maliarde della dea degli inganni (alla quale mostra il frammento di conoscenza perduta circa l’inganno dei Vermi), Savathûn viene apparentemente uccisa (poiché il Viaggiatore salva il suo spettro Immaru, per cui possiamo presupporre che non sia morta in via definitiva).
La storia, però, sembrerebbe ancora aperta: in una scena finale vediamo finalmente il Testimone, una figura inquietante e oscura, minacciare l’umanità e l’intero universo, aprendo così la strada al climax più alto della lore di Destiny 2.