La nuova espansione di Destiny 2, Ombre dal Profondo, è arrivata, portando con sé armi, equipaggiamento, incarichi e quant’altro. Come sempre, infatti, oltre alla parte puramente loristica e narrativa, ogni DLC introduce anche nuove attività endgame e tanti segreti da scoprire. La domanda sorge spontanea: vale la pena tornare sulla luna a combattere l’alveare?
Il ritorno di antichi nemici e di vecchi amici
Potremmo riassumere così l’incipit di Ombre dal Profondo. Un’attività sismica intensa ha scosso la superficie lunare, portando con sé l’Alveare, che ha iniziato a sciamare dalle crepe nel terreno vicino alla Fortezza Scarlatta. Questo ha attirato subito l’attenzione dell’Avanguardia, che per tutta risposta ha mandato i guardiani a conquistare e difendere un punto d’appoggio per le indagini sulla Luna.
Dopo la fine della battaglia per avvicinarsi alla fortezza, troviamo proprio Eris Morn, che ha osservato le azioni dell’Alveare dalla morte di Oryx, il re dei corrotti. Qui, la donna ci mostra una piramide nera, che sembra emanare un’Oscurità tale da concretizzare gli Incubi. Queste sono delle manifestazioni fisiche di traumi e sofferenze passate dai guardiani, create dalla piramide stessa proprio per fronteggiare la Luce.
Chi segue la lore di Destiny sa benissimo quanto questo incipit sia significativo. Diversi indizi hanno lasciato presagire il grande contributo che queste piramidi nere (presumibilmente delle navi) hanno avuto nel crollo della civiltà e nella fine dell’età dell’oro. Durante la trama i guardiani cercano proprio di entrare all’interno della struttura, per scoprirne i segreti. In particolare, alcuni elementi di lore, uniti all’incredibile finale, rendono Ombre dal Profondo un evidente trampolino di lancio per una storia che punta a diventare ancora più epica. Ci sono ancora alcune domande, che probabilmente troveranno risposta nell’imminente raid e nelle future espansioni, ma possiamo dire senza ombra di dubbio che il confronto tra Luce e Oscurità ha assunto delle sfumature inaspettate.
Una trama degna di questo nome, quindi? Purtroppo, insieme a questi interessantissimi dettagli di lore, ci sono delle mancanze altrettanto significative. Alcuni punti chiave della storia, infatti, potevano (e forse dovevano) essere spiegati meglio, mentre altri sono totalmente abbandonati a dei muri di testo. Nulla che possa scoraggiare i fan più accaniti di Destiny, ma data la qualità mostrata in alcuni dialoghi, sarebbe bello vedere un numero maggiore di questi dettagli spiegati attraverso delle tradizionali scene di intermezzo.
Tante piccole novità
Anche sul lato gameplay Ombre dal Profondo sembra essere un trampolino di lancio. Infatti, Bungie ha rifinito Destiny con tante piccole aggiunte e miglioramenti, che rendono l’esperienza finale più profonda e completa. Nel lungo periodo questi cambiamenti saranno sicuramente significativi, dato che hanno un impatto non indifferente sulle build possibili.
Tanto per cominciare, possiamo vedere un gameplay che finalmente punta a essere più profondo, attraverso una componente GDR molto più marcata che in passato. Tutti i giocatori hardcore di Destiny 2 hanno finalmente pane per i loro denti, grazie a nuove possibilità per le build. Vale la pena descrivere subito i cambiamenti più rilevanti di Ombre dal Profondo, che rappresenta quasi un rework dell’intera struttura ludica.
Ciò che salta subito all’occhio dopo aver aperto la schermata del nostro guardiano sono le sei statistiche delle armature, contro le tre precedenti. Abbiamo quindi mobilità, resilienza, recupero, intelletto, disciplina e forza. Ognuna di esse corrisponde a determinati elementi di gameplay e sta solo a noi decidere su quale concentrarsi, in base alla classe e alla build voluta.
Non è tutto: adesso le armature possono essere pesantemente personalizzate e potenziate grazie alle mod, che avranno un ruolo centrale nella personalizzazione del nostro guardiano. Ogni pezzo di equipaggiamento parte dal livello 1 di energia e può essere potenziato fino al livello 10. Questo progressivo miglioramento serve a equipaggiare mod sempre migliori, che sostituiscono i perk.
Le mod possono essere equipaggiate spendendo un tot di energia (la stessa che va aumentata potenziando il pezzo di armatura di turno). Chiaramente, mod migliori hanno un costo maggiore, quindi sta a noi bilanciare l’energia a disposizione con l’efficacia delle abilità. Come si può facilmente intuire, questo è un grandissimo passo in avanti rispetto ai perk generati casualmente a ogni drop, dato che permette al giocatore di avere il controllo su ciò che preferisce. Chiaramente, le mod vanno prima ottenute (droppate o acquistate), ma nessuno vieta di riutilizzare più volte la nostra preferita o di modificare costantemente la loro disposizione sulle nostre armature. Un piacevolissimo aumento di profondità, quindi, destinato a rendere tutto molto più interessante.
L’occhio del guardiaporta
Restando in tema mod, va citata l’altra grande (e interessantissima) novità di Ombre dal Profondo: il manufatto occhio del guardiaporta. Questo potente manufatto viene sbloccato al livello 7 del pass stagionale ed è accessibile da uno slot apposito posto sotto il nostro spettro. Ma a cosa serve, di preciso?
In pratica, l’occhio del guardiaporta ha un livello staccato da quello del nostro guardiano e, semplicemente giocando e completando le attività, verrà potenziato, sbloccando progressivamente 5 colonne da 5 perk ciascuna, per un totale di 25 abilità diverse. Per essere precisi, ognuna di queste abilità corrisponde a una mod che, una volta ottenuta, può essere equipaggiata alle nostre armi e armature (seguendo i principi spiegati prima). Tuttavia, le modifiche ottenute con il manufatto sono particolari ed estremamente potenti.
Per poter essere utilizzato, ogni singolo slot deve prima essere sbloccato attraverso dei punti abilità ottenibili giocando e spendibili unicamente per questo. In qualsiasi momento è possibile azzerare i punti spesi, ripristinando tutto per permetterci di provare altre build. In pratica, l’occhio del guardiaporta è un albero delle abilità staccato da tutto il resto, che dona delle mod per armi e armature utilizzabili come veri e propri perk.
Chiaramente le prime modifiche sbloccabili hanno un’efficacia limitata, ma arrivati a quelle dell’ultima colonna possiamo immediatamente capire l’enorme impatto che questo manufatto avrà sul gameplay di Destiny. Possiamo trovare mod per armi, armature, caricatori, attributi e persino abilità di classe. Questo delinea una nuova progressione e un nuovo modo di sviluppare il nostro guardiano. Un’aggiunta gradevolissima che, unita alle nuove caratteristiche delle armature, rende tutto il gameplay molto più profondo, spingendo alla sperimentazione.
In ultimo, dopo aver raggiunto il livello massimo, l’occhio del guardiaporta continua a potenziarsi quando il nostro guardiano guadagna esperienza. Questo permette di aumentare costantemente il potere del personaggio, in una crescita praticamente infinita. La luce guadagnata in questo modo, però, non influenza i drop. Questo significa che il potere del loot ottenuto è basato esclusivamente sul nostro tradizionale livello di luce.
I nuovi tipi di danni
In armi come Promessa di Eriana e in alcune mod dell’occhio del guardiaporta possiamo vedere nuovi tipi di danno che, ancora una volta, rendono molto più profondo il gameplay di Destiny 2. Nonostante ai livelli di difficoltà più bassi l’impatto di questo cambiamento sia praticamente assente, svolgendo le attività più difficili diventa un fattore di cui tenere conto.
Da adesso in poi, oltre ai normali scudi elementari, possiamo imbatterci in nemici speciali che devono essere abbattuti necessariamente con una tipologia di danno specifica. Chiaramente, anche questi avversari possono essere feriti e uccisi da altre fonti (non c’è niente che tenga alle armi distruttive o alle super), ma utilizzare il danno corrispondente rende tutto più semplice e veloce. Questo porta a una cooperazione maggiore tra i compagni di squadra, o in alternativa la presenza nell’inventario di armi “di riserva” con altri tipi di danno.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
Grazie al manufatto stagionale e con alcune esotiche, possiamo ora utilizzare diversi tipi di proiettili: Stordenti, Disturbanti e Perforanti. I primi possono, appunto, stordire i nemici colpiti, i secondi aumentano la ricarica delle loro abilità e ne riducono la resistenza, mentre gli ultimi permettono di penetrare alcuni tipi di scudo. Abbiamo, quindi, nuovi modi di creare delle build offensive e nuove caratteristiche da prendere in considerazione durante le attività più ostiche.
Questa modifica avrà un impatto davvero rilevante sul gameplay nel lungo periodo, dato che i futuri Assalti, Cala la Notte, Raid o persino Azzardo (o magari eventuali attività a ondate future) potrebbero avere dei nemici molto difficili da eliminare senza l’aiuto di questi modificatori di danno. Almeno ai livelli di difficoltà più alti sarebbe auspicabile, dato che renderebbe la struttura ludica più appagante per i giocatori hardcore.
I nuovi contenuti
Oltre a queste importantissime modifiche, Ombre dal Profondo arricchisce Destiny anche di una nuova campagna. Quest’ultima però ha sia punti di forza, che evidenti debolezze. Vediamole insieme.
Come ormai sappiamo, Ombre dal Profondo ci riporta sulla superficie lunare. Questa è esplorabile come un nuovo pianeta e riprende in buona parte le aree già viste nel primo Destiny (praticamente ricostruite da zero e scenograficamente migliorate). Per tutti i guardiani di vecchia data l’effetto nostalgia è immediato, mentre per i nuovi parliamo semplicemente di uno scenario inedito.
In ogni caso, la luna non è stata “riciclata” ma possiamo vedere dei luoghi nuovi, primo tra tutti la Fortezza Scarlatta. Questa mastodontica roccaforte dell’alveare ospita un nuovo assalto e diverse imprese. Meritano una menzione d’onore anche i settori perduti, leggermente più complessi dei precedenti grazie ad alcune meccaniche che, per proseguire, richiedono di disattivare barriere o distruggere dei cristalli (eh si, niente più rush al boss finale).
Proprio come accade per molte altre location, anche la Luna nasconde diversi segreti. Ci sono tanti oggetti nascosti collegati alle diverse imprese, pattuglie e taglie, senza contare delle piccole aggiunte extra come i conigli di giada. In pratica, quando si arriva all’endgame, c’è diversa carne al fuoco.
Il vero problema di Ombre dal Profondo, infatti, è la progressione della campagna. Di fatto, troppe missioni poggiano interamente su questi contenuti “extra”. Più volte capita che, per dover proseguire, si debba “purificare” un manufatto uccidendo tot. nemici. Questo tipo di grinding è sicuramente piacevole in piccole dosi o durante le imprese, ma se utilizzato troppo spesso rischia di diventare noioso e fa perdere valore ai momenti chiave della storia.
Le missioni inedite di questa nuova espansione, invece, sanno essere davvero divertenti ed emozionanti, grazie a momenti particolarmente epici e grazie a una sapiente alternanza tra fasi di combattimento più concitate e altre più calme all’interno degli stretti ed inquietanti cunicoli lunari.
Purtroppo, però, la progressione della storia poggia su una spiacevole sensazione di “già visto”. Per entrare nella piramide, infatti, ci viene chiesto di cacciare gli incubi per ucciderli e recuperarne le essenze. Abbiamo quindi la mappa con diversi incarichi da svolgere uno dopo l’altr0: dei brevi dungeon alla fine dei quali ci aspetta un boss relativamente coriaceo. Una struttura del genere, però, è incredibilmente familiare, dato che è molto simile (per non dire identica) a quella vista nella precedente campagna de I Rinnegati.
In quel caso l’intera progressione ruotava attorno al desiderio di vendetta che ci ha spinto alla caccia dei Baroni, mentre stavolta la necessità di entrare nella piramide ci mette sulle tracce degli Incubi. Tutto, quindi, si basa sulla curiosità del giocatore di scoprire cosa lo aspetta dentro la fatidica nave nera. Se ti interessa soltanto la lore di Destiny o l’endgame, questo non è un difetto pesante, ma se speravi in un salto in avanti, ancora non ci siamo.
Gli Incubi, inoltre, sono le manifestazioni dei traumi e delle sofferenze dei guardiani. Per questo motivo, questa caccia ha permesso il ritorno di vecchi boss affrontati nel capostipite della serie. In alcune delle missioni troviamo quindi una versione ridotta degli assalti del primo Destiny (come quello di Phogoth o Skolas) con una versione incubo del boss di turno. Sarebbe stato bello vedere una trovata simile come un incarico secondario, magari come impresa o avventura, che non nella storia principale. Qualche contenuto inedito in più, in pratica, non avrebbe guastato.
In sintesi
In fin dei conti, ci troviamo davanti a una campagna breve e con poche attività inedite. Tuttavia, proprio questi contenuti presentano una qualità degna di nota, grazie a momenti esaltanti, interessanti dettagli di lore e dialoghi emozionanti. A questo si aggiunge la curiosità di entrare nella piramide nera, da sempre un elemento importantissimo (anche se avvolto dal mistero) della mitologia di Destiny. Tolto qualche scivolone di troppo, l’espansione diverte dall’inizio alla fine, ma proprio per questo motivo è un vero peccato vederne la conclusione così presto.
L’endgame, invece, propone una longevità soddisfacente, grazie ai nuovi modi per potenziare il guardiano e al nuovo sistema di taglie e di armamenti per superare il softcap. Le prime possono essere acquistate senza nessun limite e farmate a volontà, mentre secondi sono ora divisi in diversi gradi. Le normali attività per raggiungere il livello massimo di potere danno ora gradi crescenti di armamento eccelso che aumentano in modo più o meno consistente la luce massima.
In ogni caso, il potenziamento del nostro personale guardiano e la collezione di armi diventano ancora una volta il perno di tutte le attività endgame, che ora sono impreziosite dall’occhio del guardiaporta, dalle armature 2.0 e dalle altre piccole migliorie. Nonostante Ombre dal Profondo offra ad oggi poche attività extra (come assalti, raid o modalità), dall’altro lato possiamo vedere dei miglioramenti sostanziali al gameplay generale del gioco, che rendono tutto molto più appagante. Probabilmente Bungie aggiungerà altri contenuti con gli aggiornamenti delle prossime settimane, ma per adesso siamo di fronte a poche attività nuove, accompagnate però da cambiamenti importanti. In ogni caso, se apprezzi il gameplay di Destiny e se la classica rotazione settimanale di potenziamento ti diverte, allora Ombre dal Profondo ti soddisferà parecchio.
Un gioco bello da vedere
Destiny ha sempre vantato una grande cura nella creazione degli scenari e nel comparto artistico. Anche Ombre dal Profondo non fa eccezione. La Luna può vantare dei luoghi davvero evocativi, che uniscono le decadenti strutture delle prime colonizzazioni spaziali (quindi meno avanzate di quanto visto, per esempio, su Titano), ai luoghi quasi fantasy dati dai territori dell’alveare e della minacciosa sagoma della Fortezza Scarlatta.
La manifestazione degli Incubi, poi, è davvero ben fatta, con un progressivo aumento del loro numero tra tutti i luoghi dello scenario. Allo stesso modo, la “battaglia mentale” tra Eris Morn e la piramide è ben visibile dai fantasmi intorno a lei e da alcuni piccoli dettagli durante le interazioni. Anche il piccolo remake degli scenari lascia molto soddisfatti, grazie a paesaggi più evocativi.
Dato che, come sempre, le settimane seguenti l’uscita di un’espansione portano spesso diversi aggiornamenti, seguiremo l’evoluzione di Ombre dal Profondo e aggiorneremo la recensione di conseguenza. Il giudizio finale, quindi, potrebbe variare.