Se hai giocato Ombre dal Profondo (di cui trovi la nostra recensione) , l’ultima espansione di Destiny 2, hai incontrato Eris Morn, una donna enigmatica che sembra avere tre occhi che emanano luce verde e un perenne pianto nerastro. Questa misteriosa figura ha sempre rivestito un ruolo chiave negli eventi di Destiny, soprattutto per il suo collegamento con l’Alveare e con i suoi rituali. Nonostante molti guardiani si approccino a Eris con molta diffidenza, lei ha sempre aiutato la torre e l’ultima città, guidando addirittura il raid contro lo stesso Crota e aiutando attivamente nella campagna contro Oryx. Parliamo quindi di un personaggio presente fin dal capostipite dello sparatutto Bungie, con una storia davvero interessante e con molti segreti da nascondere. Quindi, chi è Eris Morn?
Per quanto guardandola possa essere molto difficile da credere, Eris era una guardiana un tempo o, per essere precisi, una cacciatrice. Sappiamo poco di lei in questa parte della sua vita, a parte il fatto che partecipò alla grande caccia degli Ahamkara, le creature draconiche che abitavano il sistema solare. Questi potenti esseri, infatti, erano in grado di garantire i desideri dei guardiani, ma quasi sempre manipolavano la richiesta con degli “effetti collaterali” non voluti. In aggiunta, un singolo Ahamkara era potentissimo, persino in grado di trasmettere la sua volontà attraverso le sue stesse ossa, tentando le menti più deboli con allucinazioni sonore e persino esaudendo alcune richieste (proprio per questo motivo i resti dei draghi vennero vaporizzati). Data la grande minaccia rappresentata, quindi, si decise di operare un’estinzione di massa. Ciò che pochi sanno, però, è che Eris recuperò un osso di una di queste mostruosità, tenendolo per eventuali emergenze in cui ogni altra via di fuga sarebbe stata impossibile.
Il grande disastro
Da qui la storia di Eris Morn si fa interessante. Questo evento, infatti, ha gettato le basi per quello che sarà il cambiamento profondo della guardiana, i cui effetti sono ancora ben visibili. Dopo essere stato sigillato per secoli nelle profondità lunari, l’Alveare riuscì a fuoriuscire dai suoi oscuri cunicoli grazie a una crepa aperta nel terreno. Qui sterminò un gruppo di coloni cinesi, i cui superstiti riuscirono ad avvertire l’Avanguardia di questa nuova minaccia.
Per stabilire un punto di appoggio sulla Luna e reclamarla, centinaia di guardiani -tra cui la stessa Eris- si unirono a un’offensiva su vasta scala che sembrava avere un successo praticamente certo. Una volta giunti davanti al tempio di Crota, però, tutto cambiò. Le porte si aprirono per la prima volta dopo secoli, il cielo divenne verdastro, e un vero e proprio esercito di cavalieri dell’alveare si riversò sul campo di battaglia. Tra di essi spuntò Crota, un essere mostruoso che impugnava una spada circondata da un’aura oscura. La creatura riuscì a uccidere centinaia di guardiani con un solo colpo dell’arma, seminando morte e terrore. Come se ciò non bastasse, nulla sembrava danneggiare Crota, che era di fatto intoccabile. L’offensiva che sarebbe dovuta essere così facile, quindi, si trasformò in una carneficina e le forze dei guardiani furono costrette a ritirarsi dalla superficie lunare.
Eris Morn sopravvisse all’evento, ma vide moltissimi amici morire per mano di Crota. Proprio per questo motivo, giurò di ucciderlo una volta per tutte, vendicandosi. Per sua sfortuna però, l’Avanguardia aveva proibito ulteriori operazioni sulla Luna, proprio per evitare inutili spargimenti di sangue. Quella creatura era una minaccia fin troppo grande per essere affrontata a viso aperto e, chiaramente, serviva un piano.
Accecata dalla rabbia e con troppa impulsività, Eris scelse di prendere in mano la situazione insieme alla Strega dell’ordine Prassico Eriana-3, cercando un modo per uccidere Crota, figlio di Oryx. Per portare a termine questa prima parte dell’impresa, le due si rivolsero a Toland l’infranto, uno stregone esiliato dalla Torre per il suo profondo legame con l’alveare e grande conoscitore di tutto ciò che lo riguardasse. L’uomo, infatti, aveva studiato questi esseri e i loro rituali per secoli, cercando di comprendere come funzionassero le loro armi e le loro magie. Chi meglio di lui poteva avere una soluzione?
Le due non rimasero deluse. Secondo Toland, Crota poteva essere ucciso, ma non in questo piano dell’esistenza. Per fare ciò, i guardiani sarebbero dovuti accedere al Piano Ascendente ed eliminare la creatura nella sua sala del trono, dopo un complesso procedimento. Era deciso allora. Ci sarebbe stato un assalto mirato a uccidere Crota, il principe dell’Alveare. Servivano soltanto altri coraggiosi membri che si unissero alla squadra: il titano Vell Tarlowe e i cacciatori Sai Mota e Omar Agah diedero la loro disponibilità.
La caccia di Crota
Com’era facile aspettarsi, anche questa missione fu un completo fallimento. Infatti, Appena arrivati dinnanzi al tempio di Crota, il titano Vell venne sopraffatto dagli schiavi dell’Alveare e ucciso. Prima che i suoi compagni potessero fare qualcosa per lui, le creature ne divorarono la luce, rendendo impossibile la sua rinascita. La spedizione proseguì comunque e, nonostante il tragico esordio, il gruppo si addentrò nelle gallerie sotto la superficie lunare.
Purtroppo i cunicoli erano luoghi oscuri e confusionari, dov’era estremamente difficile orientarsi. Inoltre, le creature dell’Alveare “giocavano in casa”, mentre i guardiani erano spaesati. Gli incontri con le mostruosità di quei luoghi fecero separare i membri del gruppo, che presto vennero isolati e uccisi uno per uno.
Il cacciatore Omar venne catturato da un mago dell’Alveare e torturato per diversi minuti. La sua luce venne strappata lentamente, come carne dalle ossa, e utilizzata per asservire altre mostruosità di quelle profondità, fino a esaurire del tutto la sua essenza vitale e la sua possibilità di tornare indietro dalla morte.
Eriana-3, invece, sembrò disperdersi nei cunicoli più profondi della Luna, fino a vedere la sua luce consumata dall’oscurità soverchiante. I suoi ultimi pensieri vanno alla rabbia per non aver ucciso Crota.
Sai Mota venne uccisa da Omnigul, la volontà di Crota. La maliarda era un obiettivo secondario della missione, dato che aveva il compito di assemblare un esercito per il suo signore, ma era un essere estremamente potente.
Toland l’infranto, invece, venne ucciso dal canto delle Cantamorti. Questo particolare rituale, infatti, distrugge completamente l’esistenza di un essere, annullando completamente la sua essenza. Toland era ossessionato dalla conoscenza di questo potere e ne venne sopraffatto cercando di scoprirne il funzionamento. Molti pensano che lo Stregone non sia effettivamente morto, data la sua grande conoscenza dell’Alveare e delle sue magie, ma solo scaraventato in un altro piano dimensionale.
Rimase soltanto Eris Morn. La cacciatrice si ritrovò sola negli oscuri cunicoli lunari, evitando per anni tutte le creature dell’Alveare. La sua luce era ormai esaurita e il suo Spettro era morto. Per tutta la sua permanenza forzata, Eris osservò il suo nemico, apprendendone gli oscuri segreti, le magie, le tattiche e persino la gerarchia sociale. In pratica, la guardiana -ormai priva di luce- divenne una vera esperta, seconda soltanto a Toland. Dopo fin troppo tempo passato nell’oscurità (che, ricordiamo, in Destiny è un vero e proprio principio fisico) Eris scelse di utilizzare l’osso di Ahamkara che aveva conservato per trovare una via d’uscita e, contro ogni aspettativa, riemerse dalla Bocca dell’Inferno.
Tuttavia, la vecchia Eris non c’era più. Dalle profondità non era tornata una guardiana, ma una donna profondamente cambiata dall’esperienza: il trauma e i sensi di colpa la accompagneranno per tutta la vita (come ci dimostrano anche i fantasmi di Ombre dal Profondo) e l’aura oscura che la contraddistingue non la abbandonerà mai. Non si sa se il suo aspetto attuale sia stato causato dall’influenza delle magie dell’Alveare oppure dal classico “effetto collaterale” dei desideri degli Ahamkara: forse un misto di entrambe le cose. Ciò che sappiamo per certo, è la profonda diffidenza con cui Eris verrà vista da questo momento in poi. Il comandante Zavala e gli altri guardiani la eviteranno, vedendola fin troppo simile all’Alveare, al nemico.
Ikora Rei, invece, vedrà in lei una preziosa fonte di conoscenza dell’Alveare e delle sue magie, nonché una preziosa alleata per le battaglie future. La saggezza e la lungimiranza di Ikora, infatti, permetteranno a Eris di dare un grande aiuto ai guardiani durante molte operazioni. In ogni caso, la donna nasconde altri segreti e serve segretamente anche Mara Sov, la regina degli Insonni. C’è sicuramente altro da sapere sulla ex-guardiana, ma questo riassunto dovrebbe darti un’idea ben precisa di chi sia la donna di fronte a te durante la campagna sulla Luna.