L’epopea dell’Alveare prosegue, iniziando ad assomigliare sempre più al bellicoso e tremendo nemico conosciuto in Destiny. La forza delle divinità larvali accresce i poteri di Auryx, Savathun e Xivu Arath pronti a volgere la loro attenzione alle stelle, una volta demolito il Fondamento.
Perseguendo la Logica della Spada che porta nutrimento sempre maggiore alle loro divinità, le sorelle ottengono il potere per distruggere il Leviatano e gli Ammoniti che vengono travolti dalla furia dell’Alveare.
Giunti ad un primo momento di grande espansione la razza dell’Alveare giunge ad uno scisma che vede le tre sorelle acquisire il loro trono personale e delle identità distinte, non più come un unico regno ma come tre discendenze collegate.
I morsi della fame
Dopo aver padroneggiato la tecnica per aprire gli squarci come portali per nuovi mondi da divorare, l’Alveare incontrò la razza dei Qugu. Questa razza vive in simbiosi con un’altra creatura, un rapporto simile a quello dell’Alveare con i suoi vermi.
Questa civiltà è infetta e manipolata da degli “esseri smandibolanti” che costringono i Qugu a sacrificargli i propri arti; questi vengono poi divorati dalle voraci creature per divenire creature intestine a queste pseudo-divinità.
Il risultato ultimo per i Qugu è ricevere poi da questi esseri una sostanza, un dolce nettare psicotropo che provoca allucinazioni e splendide visioni. Savathun e le sue covate hanno liberato i Qugu da questi esseri soggioganti, per poi liberare poi questa civiltà dalla sofferenza della vita.
Auryx ha poi distrutto la nave di Savathun e alcune delle sue per potersi soffermare a osservare questo mondo, denotando dei tratti simili all’Alveare. Come loro infatti, i Qugu basavano la loro esistenza sulla simbiosi con esseri più potenti; un rapporto di felicità e dolore profondamente legati.
Il dolore di Auryx nell’aver visto sterminare questa razza si collega alla felicità per aver eliminato questa debolezza, questa imperfezione dall’universo, immaginando poi l’intero cosmo plasmato alla perfezione. Il paragone è di un “fuoco senza combustibile”, un obiettivo in avvicinamento come il Profondo, che si avvicina nutrendo i Vermi con ogni mondo che viene divorato.
Dopo aver distrutto 306 mondi la fame dei Vermi aumenta di pari passo con i poteri delle sorelle, in una spirale senza fine; più devastazione significa più potere, ma anche più fame. Mentre le forze dell’Alveare crescono, i tributi di sangue imposti dai Vermi aumentano, divenendo un appetito sempre più insaziabile. Dove porterà l’Alveare questa infinita voracità?
Dopo un inizio fatto di successi e divoramenti, l’Alveare si appresta ad incontrare una significativa battuta d’arresto contro l’Ecumene, un’alleanza di razze e pianeti che coinvolgeva anche gli Ammoniti, prima razza sacrificata ai Vermi.
Ecumene
Gli Ammoniti sono stati le prime vittime mietute dall’Alveare all’alba della loro guerra. Avanzando per il cosmo hanno toccato e sbriciolato mondi e civiltà; eppure infine hanno trovato dei nemici in grado di schiacciarli.
L’Ecumene è un’alleanza di razze e popoli di diversi pianeti e galassie; comunicano tra loro con un sistema di vocaboli e ferormoni per accentuare stati d’animo o significati. Si tratta di una coalizione di mondi altamente tecnologici, che sono stati in grado di sbaragliare l’Alveare.
Dopo aver perso i contatti con i loro alleati sul Fondamento, e visto divorati 17 loro mondi, hanno adottato misure drastiche usando armi pesanti molto evolute pur di fermare l’Alveare nella sua inesorabile e famelica avanzata.
Dopo aver recuperato la nave dove Taox giaceva in un sonno criogenico, l’Ecumene è stata in grado di meglio identificare e motivare gli attacchi dell’Alveare; nonostante le ampie conoscenze e risorse delle civiltà unite, riuscirono solamente a rimandare l’inevitabile. La loro fine è stata causata dalla scomparsa di una delle divinità larvali.
Abbraccio
Con le sconfitte riportate dalla guerra contro l’Ecumene, i tributi ai Vermi diminuirono drasticamente, ma non per questo la loro fame. E se questa non veniva saziata dai sacrifici, il languore veniva soddisfatto dalla carne stessa dei suoi portatori.
Auryx, Savathun e Xivu Arath erano stretti in un indecoroso abbraccio; una dimostrazione di affetto non degna delle reali figure dell’Alveare, ma che faceva capire la sofferenza delle potenti sorelle. Se non avessero ribaltato le sorti dello scontro, i Vermi le avrebbero inesorabilmente divorate, ponendo fine all’Alveare.
Per quanto tramasse Savathun, per quanto combattesse Xivu Arath, il nutrimento non soddisfaceva le divinità cui avevano prestato giuramento. Auryx, conoscitore del cosmo e visionario della forma ultima dell’universo però era in grado di ottenere la forza per vincere questo scontro.
Come fatto per distruggere gli Ammoniti, la tattica del re dell’Alveare non si basava su sconfiggere le forze delle loro divinità, ma di infettare le loro debolezze. D’accordo con le sorelle, Auryx le uccise entrambe nel mondo del trono.
Queste uccisioni fanno guadagnare ad Auryx i poteri delle due sorelle, preparandolo ad uno scontro che cambierà il futuro della guerra e quello dell’Alveare intero.
Il Verme dei Segreti
Una volta eliminate le sorelle Xivu Arath e Savathun dal mondo fisico, Auryx ottenne potere e conoscenze sufficienti a padroneggiare la logica della morte, aprendo uno squarcio per altri mondi. La sua destinazione era la dimensione dove risiedevano le divinità larvali.
Qui camminò finché non fu dinanzi ad Akka, Custode dei Segreti. Auryx chiese dunque al Verme di rivelargli il segreto del Profondo che custodiva. Il dio ovviamente si rifiutò, e il re discorse sulla natura ontologica dei suoi poteri.
La differenza tra il Cielo che concede e il Profondo che fornisce i mezzi è la chiave di volta in questo incontro; essendo la Luce un dono spontaneo e mirato e l’Oscurità un potere guadagnato con un tributo, Auryx aveva strappato la logica della morte eliminando le sorelle.
Forte di questa filosofia e dei poteri accumulati lungo il suo percorso di distruzione Auryx si scagliò contro Akka, squarciandolo con la lama e distruggendolo con le parole, finché non carpì il segreto del Profondo e se ne impossessò.
Ottenuto il segreto dell’invocazione del Profondo, Auryx scrisse questo sulle Tavole della Rovina, cingendole al suo fianco. Auryx divenne Oryx, Re delle Forme, in grado di corrompere la vita e renderla sua.
Resurrezione e Vittoria
Ottenuti i poteri del Profondo, Oryx ritornò nel mondo materiale; la guerra con l’Ecumene infuriava ancora, ma ora possedeva il segreto che l’avrebbe portato alla vittoria. Dopo 100 anni di guerra, Oryx eliminò il consiglio nemico, invocando sul loro sangue la sorella: “Io sono la guerra, e sono stata evocata con la guerra.”
Dopo altri 40 anni di guerra, Oryx trasse in inganno la civiltà Dakaua, cliente dell’Ecumene, convocandola nel loro nido: “Ascoltate, sono geloso di mia sorella Xivu Arath, aiutatemi a ucciderla.” Qui Oryx con l’inganno eliminò questa razza, permettendo a Savathun di risorgere: “Io sono l’inganno, e sono stata evocata con l’inganno.”
L’Ecumene non ebbe altra scelta se non fuggire e dileguarsi nel vasto cosmo, cercando scampo dal letale Alveare. Per un migliaio di anni durò l’inseguimento, infine l’Ecumene fu completamente estinto e tracce del suo passato rimangono solo nei Libri del Dolore come fugace resistenza ad Oryx, Re delle Forme.
Oryx inoltre istituì un sistema di gerarchia tributaria; lo Schiavo al gradino più basso avrebbero tenuto parte del nutrimento per sé mentre una frazione sarebbe andata all’Accolito che lo comandava. Così avrebbe fatto anche egli, versando una parte del tributo al Cavaliere o Maliarda sopra di lui.
Cavalieri e Maliarde avrebbero pagato a loro volta un tributo all’Ascendente che li guidava in battaglia. Chiunque avesse raccolto e donato sufficienti tributi sarebbe divenuto Ascendente, ottenendo l’accesso all’altro regno, quello del trono.
In tal modo ogni verme, dal piccolo Schiavo al possente Re, finanche le divinità larvali avrebbero avuto il giusto nutrimento, nessuno avrebbe patito la fame, e l’Alveare avrebbe prosperato. Gli eccessi sarebbero stati destinati agli studi del Profondo o offerti alle divinità.