L’Alveare, inizialmente debole abitante del Fondamento, a seguito di un viaggio millenario è divenuto un potente esponente dell’Oscurità. Affilando la logica della spada con il sangue di una moltitudine di razze Oryx, Savathun e Xivu Arath sono divenute formidabili guerrieri.
L’Alveare entra nella storia di Destiny
Crota, figlio di Oryx, Re dei Corrotti, è stato esiliato dal padre dopo aver inavvertitamente servito Savathun, consentendo ai Vex di invadere il mondo del trono paterno. Lanciato nel portale, ha dovuto combattere contro orde di Vex e altri nemici, portando il tributo al suo re ed ergendo altari in suo onore.
Fiutando la Luce, Crota infine si è insidiato sulla Luna terrestre, trasformandola nella sua luna da guerra, dando vita al suo esercito. Da qui nemmeno la forza dei Guardiani è stata sufficiente, venendo annientata dalla sua spada.
Il Viaggiatore e l’umanità vivevano sotto la minaccia dell’esercito di Crota, un nemico che non riuscivano a comprendere, a sconfiggere. Rezyl Azzir, possente titano e irriducibile combattente, voleva porre fine a questo incubo.
Il suo desiderio di comprendere, carpire i segreti di questo nemico per stroncarlo, il suo grande senso del dovere lo avevano portato di fronte ad una porta dell’Alveare sulla Luna. Qui aveva incontrato una maliarda e il senso del dovere aveva prevalso il buon senso; Rezyl seguì la maliarda oltre la tetra soglia.
Buio
Rezyl avanzava cautamente circondato dall’oscurità. Ogni passo prudente riecheggiava nel desolato buio che lo inghiottiva sempre di più. Minuti, ore o giorni interi, il tempo era indefinibile in quel luogo maledetto; non poteva esserci un domani lì sotto, come non vi era Luce o vita.
Camminava conscio che la morte avrebbe potuto coglierlo ovunque tra le infinite ombre; niente più ricognizioni, solo l’agonizzante fine nelle mani degli incubi. A un certo punto, in mezzo all’oscurità, Rezyl percepì una presenza malefica davanti a sè.
La megera incontrata all’ingresso; Rezyl aprì il fuoco, facendo brevi raffiche per orientarsi con le fiammate del suo fucile, ma la strega fluttuava schivando ogni proiettile. La sua risata era deleteria per il Guardiano, che finì avvolto in una nera nuvola che lo intrappolava, impendendo i movimenti.
La risata divenne uno strazio per Rezyl, ogni sillaba pronunciata diventava lancinante dolore. Il sangue usciva dalle orecchie del Guardiano, che stremato cadde in ginocchio. La maliarda si avvicinò all’eroe sopraffatto, e le incomprensibili parole di morte divennero una lingua familiare.
“Io sono la fine dei giorni. Xyor, la Fertile. Xyor, la Promessa. Sono la tempesta imminente e queste non sono mere parole, bensì una profezia. Ora la tua Luce è solo un piccolo fastidio. Ma un giorno si estinguerà… e tu caro, piccolo e fragile essere, soffrirai per le trasgressioni che hai compiuto in questo luogo sacro.”
La megera smise di parlare, e di cantare, ma non fu affatto silenzio. La micidiale voce infatti era diventata un coro di ruggiti, ringhi famelici che si avvicinavano nel buio. Rezyl voleva scovare gli incubi della Luna, e ci era riuscito in pieno. Anche se forse sono stati gli incubi stessi a trovare il Guardiano.
Piombo, ossa, lame
Rezyl si battè con coraggio e determinazione contro l’orda di mostri comandati dalla megera. Avanzavano a orde, dall’aspetto esile non si poteva certo intuire l’incredibile forza che possedevano. Quando finirono le munizioni il guardiano afferrò il suo fucile dalla canna e iniziò a rotearlo come una mazza, frantumando crani, colli ed ossa.
Questo finchè il calcio non si conficcò nel putrido cranio di uno di quei mostri, schiavi delle ombre. Rezyl abbandonò il fucile e allontanò alcuni assalitori a mani nude. Ottenuto un minimo di spazio, il Guardiano estrasse La Rosa, suo fidato cannone portatile, compagno di numerose battaglie.
Aprì nuovamente il fuoco, fendendo l’oscurità con lampi di luce mescolati a nuvole di fetido sangue, un tamburo dopo l’altro. La megera strillò osservando la carneficina, e i mostri cessarono di attaccare all’improvviso.
Il breve silenzio finì presto, i rantoli e il sommesso ringhiare delle creature vennero coperte da un passo cadenzato ed incredibilmente pesante. I passi si avvicinavano e dall’oscurità emerse una figura imponente.
Molto più corpulento di Rezyl, il suo corpo era coperto da un’armatura d’osso; la lama che brandiva era enorme ed affilata. La mastodontica creatura ringhiò sorridendo da sotto l’elmo; sembrava un cavaliere infernale, dedito ad oscuri scopi e macabri rituali.
I proiettili del Guardiano rimbalzarono sull’armatura per poi infrangersi su uno scudo di buio che il cavaliere aveva evocato. Magia o tecnologia, per Rezyl era impossibile saperlo, ma il suo nemico non subì alcun danno.
Il cavaliere lanciò un terribile urlo, scagliandosi contro il visitatore delle tenebre; Rezyl accolse la sfida correndo a sua volta incontro all’incubo, arma in mano.
Emersione
Erano trascorsi due giorni da quando il Guardiano era sceso nelle tenebre. Il suo spettro lo attendeva sulla soglia, ansioso di incontrarlo nuovamente. Il tramite del Viaggiatore lo coprì di domande, lieto del ritorno di Rezyl alla luce del sole.
Felicità e ammirazione lasciarono presto il posto a preoccupazione e paura. La minaccia sulla Luna non era affatto sopita, e la Torre doveva saperlo. Lo spettro cercava di cogliere e catalogare ogni informazione che il Guardiano riferiva.
Rezyl estrasse uno dei frammenti d’osso dal sacchetto legato alla cinta. Innestò quel piccolo trofeo al suo cannone portatile, ricordo del trionfo contro le tenebre. Quello che era un simbolo della sua vittoria sulle malefiche forze dell’Alveare, a breve comincerà a sussurrare parole malvagie.
Il Guardiano fece ritorno alla Torre, portando preziose informazioni sul nemico che abitava la Luna. Eppure Rezyl non era più quell’eroe partito pochi giorni fa. L’elmo celava una tristezza che si era insidiata in profondità. Nemmeno stare all’ombra del Viaggiatore gli infuse nuova speranza.
L’eroe leggendario era scheggiato, attanagliato da oscuri pensieri, accompagnato da diabolici sussurri. Non passò molto tempo che un tramonto portò via la luce del sole e insieme ad esso, anche il Guardiano tramontò.
Insieme alla Luna e alle ombre, qualcosa altro prese il posto di Rezyl Azzir. I sussurri si cibavano della sua anima, le ossa saldate alla Rosa proferivano desideri oscuri, parole malvagie che impregnavano l’anima del Guardiano, non più l’eroe; cambiò scopi, desideri, mutò la sua volontà. Col tempo Rezyl tramontò e sorse Dredgen Yor.