Sviluppato da Creatures Inc. e pubblicato da Nintendo, Detective Pikachu: Il Ritorno è il sequel ufficiale de Detective Pikachu, esordio su Nintendo 3DS del nuovo spin-off a tema Pokémon. Uno spin-off che ha saputo conquistare l’utenza videoludica al punto tale da far nascere un vero e proprio film destinato a diventare una saga cinematografica (il sequel è già in via di sviluppo). Noi siamo tornati a investigare insieme al Pikachu caffeinomane grazie alla Nintendo Switch (di cui il titolo è esclusiva) e questa è la nostra recensione!
Detective Pikachu: Il Ritorno – elementare, umano!
Detective Pikachu: Il Ritorno è un sequel diretto del primo capitolo e in quanto tale, si riallaccia direttamente alla conclusione del prequel ripescando luoghi, personaggi e ovviamente gli eventi più significativi. Ma non solo, per chi ha finito il primo capitolo, saprà che la conclusione non forniva tutte le dovute risposte proprio in merito alla coppia di protagonisti: un burbero Pikachu caffeinomane con la mania per le investigazioni e dotato di un ottimo intuito e Tim, un umano in grado di ascoltare il suddetto investigatore giallo e con una buona dose d’esperienza nel mondo dei Pokémon.
Entrambi i protagonisti portano con sé diversi interrogatori: Pikachu non ha memoria e non sa utilizzare le tecniche tipiche della sua specia mentre Tim ha perso il padre, Harry. Ha perso nel senso che non sa dove diavolo sia finito. E la figura del genitore è, come nel prequel, ancora una volta centrale in quanto accomuna la coppia di protagonisti. Perché? Semplice: il Pikachu detective era il partner proprio di Harry. Inutile quindi dire che la figura del genitore e il mistero che ruota intorno tanto a lui quanto a Pikachu e Tim è la componente principale della trama orizzontale di questo nuovo capitolo.
Ma parliamo comunque di un ritmo narrativo altalenante, compassato, leggero, condito da battute allegre e infarcito da innumerevoli casi più o meno appassionanti e interessanti. L’incipit stesso che ha come protagonista il rapimento del cappello del nostro amato Pikachu, ci fa capire che i toni generali del prodotto sono rimasti pressoché immutati. D’altronde è bene ricordare che il titolo ha l’obiettivo di rivolgersi contemporaneamente a un target di utenti estremamente trasversale e che include anche la fascia dei giovanissimi.
Questo va a giustificare una serie di scelte narrative e anche ludiche che non piaceranno a tutti e che sì, in termini prettamente di scrittura, porta a una serie di lungaggini e ripetizioni con spiegoni spesso superflui e che rendono alcuni passaggi ridondanti e pesanti. Viceversa, ci sono scene e situazioni dove l’umorismo è ben dosato oltre che a risultare particolarmente efficace. Ancora una volta, come nel prequel, anche in questo nuovo capitolo a conquistare non è tanto il canovaccio narrativo in sé ma la risoluzione dei casi, l’atmosfera del titolo in generale, le ambientazioni e alcuni membri del cast (in particolar modo i Pokémon).
Il punto di forza è quindi quello di presentare un mini mondo con i Pokémon con un ruolo inedito: quello di un giallo investigativo con al centro proprio i Pokémon e le loro caratteristiche. Non solo battaglie ma anche un approfondimento e utilizzo delle proprie capacità. Un modo per conoscere le piccole creature dallo sguardo vacuo e perso nel vuoto di Xatu all’essere perennemente sovraeccitati e spensierati dei Pidove. Scoprire i punti deboli, capire quale Pokémon è più adatto alla risoluzione di un caso, conoscere il carattere di una creatura, amica o meno che sia, rende coerente il tutto e ci riporta bambini.
Perché, ammettiamolo, un po’ tutti abbiamo sognato di vivere un’avventura diversa dal solito all’interno del mondo dei Pokémon e Detective Pikachu: Il Ritorno colpisce nel segno, offrendo un’esperienza coerente col brand, con le sue creature, con i toni del prequel e nel comunicare a tutti sacrificando difficoltà e in parte toni più maturi e drammatici. Rimane comunque un’avventura spensierata, leggera, gradevole, come una puntata dell’anime solo impreziosita da un Pikachu dotato di vocione e amante, per non dire dipendente, della caffeina. Mica poco!
Come risolvere un caso
Detective Pikachu: Il Ritorno è un gioco di avventura 3D in terza persona dove dovrai risolvere una serie di casi. Saremo subito diretti: il gioco è tremendamente facile. Non c’è game over, non ci sono penalità, non puoi perdere. Il titolo, come detto, è assolutamente accessibile a chiunque, fascia giovanissima inclusa e lo conferma la totale assenza di ostacoli ludici notevoli. Non solo, Pikachu stesso ci ricorda nell’incipit che lui è sempre pronto a fornire un aiuto in caso non sapessimo cosa accidenti fare.
Detective Pikachu: Il Ritorno è quindi un titolo che non ha la complessità di indizi, prove e confessioni da incastrare tra loro che hanno reso gloriosa la serie di Ace Attorney ma, come per la narrazione, il titolo punta a un’esperienza estremamente leggera, lineare, rilassante e gradevole. Una gita in piccole aree 3D infarcite da Pokémon tutti da scoprire e impegnandoci in una serie di casi e missioni secondarie (opzionali) che ci permettono sì di mettere in campo il nostro ingegno, soprattutto nella conoscenza del mondo dei Pokémon, ma senza mai risultare impegnativo.
Entrando nel dettaglio, Detective Pikachu: Il Ritorno segue fedelmente le linee ludiche tracciate dal prequel impreziosendole e dimostrando una maggiore maturità strutturale. Chiariamoci, non troverai puzzle complessi o intrighi estremamente ramificati, ma ci saranno comunque testimonianze e relative deduzioni da effettuare. Ma, come anticipato, non c’è game over anzi. A deduzione errata, semplicemente potrai cambiare la scelta e il titolo ti terrà anche segnato l’errore senza però alcuna penalità di sorta.
Per raccogliere gli indizi e le testimonianze su cui fare le relative deduzioni da concatenare per arrivare alla risoluzione del caso, ti basterà esplorare le piccole aree, interagire con i personaggi umani e con i Pokémon. Ricordiamo che Tim è l’unico a poter ascoltare il vocione di Pikachu. Gli altri umani sentiranno solo “pika pika”. Ma, allo stesso tempo, Tim è in grado di capire solo Pikachu. Quindi, con i testimoni umani interagirà Tim mentre con i Pokémon toccherà al detective caffeinomane Pikachu. E come indicato nel paragrafo sulla narrazione, scoprirai che hanno più carattere i Pokémon che gli umani.
Da segnalare la presenza di brevissimi e semplicissimi QTE, l’introduzione di nuovi Pokémon che ci aiuteranno con le loro abilità, offrendo sprazzi di variabilità da apprezzare e non mancano le già citate missioni secondarie e opzionali. Queste qui hanno la semplice e gradita funzione di approfondire ulteriormente la vita a Ryme City e il rapporto tra Pokémon e umani, oltre a regalare anche momenti di ulteriore svago e divertimento prevalentemente all’insegna della leggerezza.
Ultimo dettaglio, il titolo offre sin da subito la possibilità di selezionare i vari capitoli di cui è composto il gioco cosa che consigliamo di fare ed esplorare unicamente dopo aver vissuto la trama principale onde evitare spiacevoli e piccoli spoiler.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Detective Pikachu: Il Ritorno compia qualche passo in avanti rispetto al prequel, forte dell’hardware dell’ibrida Nintendo ma risultando comunque diversi passi indietro rispetto ad altri titoli come Zelda. Questo si nota soprattutto in alcuni dettagli degli ambienti che, considerando che si tratta sempre di aree decisamente circoscritte, può lasciare un po’ l’amaro in bocca. Migliore nettamente la riproduzione dei Pokémon, ognuno dotato di animazioni proprie ancora più credibili e varie rispetto al capitolo precedente.
Per quanto riguarda gli umani, invece, si conferma il loro risultare quasi anonimo e poco accattivante. Lo stesso Tim non spicca granché. Complessivamente, la grafica del titolo si attesta a livelli medi anche se bisogna segnalare alcuni caricamenti tra una zona e un’altra che sono difficili da giustificare. L’interfaccia, invece, migliora in eleganza e praticità. Da segnalare la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana, quasi perfetti e la possibilità di avere il doppiaggio sia in lingua giapponese che inglese.
Il sonoro si difende quindi decisamente bene grazie a tracce leggere e in linea con i toni narrativi della produzione e con le azioni a schermo. Infine, Detective Pikachu: Il Ritorno si difende discretamente bene in entrambe le modalità offerta dall’ibrida Nintendo con quella portatile dotata di un piccolo sprint extra per comodità e compattezza visiva.