Non è cosa ignota che Diablo Immortal abbia scatenato un vespaio di critiche selvagge da parte della community dei videogiocatori in tutto il mondo, e molte altre potrebbero sorgere dopo la dichiarazione del direttore finanziario di NetEase Yang Zhaoxuan.
Stando a Zhaoxuan, infatti, Diablo Immortal sarebbe praticamente finito e prossimo al rilascio sul mercato
La notizia è giunta durante una teleconferenza lavorativa inerente, tra le altre cose, alle preoccupazioni riguardanti il ritardo nel lancio del gioco sul mercato cinese data dalla mancanza di autorizzazioni a procedere. Dopo aver rassicurato investitori e utenti sull’effettiva completezza del titolo ai microfoni di Bloomberg, multinazionale americana dell’informazione e dei mass media, il CFO di NetEase ha però glissato sulla data di rilascio ufficiale, invitando il mercato a “rivolgere le proprie domande direttamente ad Activision Blizzard“.
L’annuncio giunge in un clima di burrasca mai doma per il gruppo Activision Blizzard: come se non fosse bastata la delusione generale dei videogiocatori data dall’annuncio di un titolo che non solo abbandona l’ambito radicato del PC gaming a favore di quello per cellulari, ma sembra fatto a uso e beneficio del mercato cinese, il tutto si cala all’interno delle disastrose politiche di relazione dell’ufficio commerciale, non ultime i licenziamenti massivi all’interno del gruppo e gli stipendi faraonici dei dirigenti Activision (come quello del CEO Bobby Kotick).
In più, c’è da considerare che un gioco annunciato appena quattro mesi fa (durante la disastrosa e memorabile performance di novembre del BlizzCon 2018) potrebbe essere pronto ora solo dopo una realizzazione affrettata, il che di solito non va a braccetto con la qualità del prodotto.
Sebbene sia prudente considerare il tutto come una dichiarazione preventiva in vista di una campagna di marketing digitale più estesa, non si può fare a meno di corrugare la fronte dinanzi alla politica commerciale di un gruppo che, cercando di reinventarsi per il nuovo mercato delle piattaforme mobili, sta sempre più trascurando la strada maestra che l’ha condotta ai vertici attuali.