Finalmente ci siamo, sono passati più di 10 anni dal lancio di Diablo III (12 per l’esattezza) e finalmente abbiamo potuto mettere mano al suo sequel Diablo IV. Il nuovo capitolo della saga targata Blizzard Entertainment alza ancor di più l’asticella, raggiungendo vette, sia grafiche che di storia, che mai avremmo potuto immaginare. Ma bando alle ciance, prendiamo Diablo per le corna e accompagnaci in questa nostra recensione.
C’era una volta Sanctuarium
Come direbbe il buon Deckard Cain, fermati un attimo e ascolta, perché stiamo per narrarti uno dei viaggi più straordinari nell’universo fantasy hack ‘n slash di Diablo. Per questioni di tempismo e per non dilungarci troppo ti accenneremo leggermente il background di quella che é la storia di Sanctuarium, tuttavia se lo vorrai è disponibile un’articolo più approfondito sulla lore di Diablo seguendo questo link.
Un tempo, stanco dell’Eterno Conflitto che vedeva contrapposti Paradiso Celeste ed Inferi Fiammeggianti, l’Arcangelo Inarius catturato da Lilith, figlia del Signore dell’Odio Mephisto (uno dei tre Primi Maligni insieme ai fratelli Diablo e Baal), innamoratosi decise di allearsi con essa e di fuggire rubando la Pietra del Mondo.
Con il potere di quella Pietra Inarius e Lilith, ormai divenuti amanti, crearono Sanctuarium e la nascosero agli occhi del Paradiso Celeste e degli Inferi Fiammeggianti; tuttavia la pace non era destinata a regnare. Dall’unione di Angeli e Demoni (molti si erano rifugiati su Sanctuarium) nacquero i Nephilim, una razza molto più potente dei loro stessi progenitori.
Ma la pace non era destinata a durare, da una parte Lilith voleva utilizzare il potere dei Nephilim per sconfiggere Angeli e Demoni e porre fine all’Eterno Conflitto, dall’altra Inarius temeva il potere dei Nephilim e ne desiderava l’annientamento. Fortunatamente questo annientamento non ci fu, anche grazie a Uldyissian-Ul-Diomed e all’interferenza dell’Arcangelo Tyrael.
Questi sono eventi narrati nella trilogia di libri intitolata “La Guerra del Peccato”, dove leggiamo di una Sanctuarium e di un genere umano ancora inconsapevole di essere al centro di una guerra che col passare degli anni cambierà per sempre il mondo. La Cattedrale della Luce e il Culto della Trinità si contendevano le anime dei Nephilim ben tremila anni prima degli eventi narrati nel primo videogioco della saga di Diablo.
Diablo IV, una nuova avventura
Non a caso abbiamo citato la trilogia di libri intitolata “La Guerra del Peccato”, perché è proprio in quei libri che affiora parte della storia che ci collega a Diablo IV. Inarius, Lilith e la razza dei Nephilim, tre pedine su una scacchiera così vasta da stravolgere ogni pensiero e percezione di bene o male che sia. Questo è ciò che ci trasmette il nuovo capitolo della saga.
Non scenderemo in dettagli onde evitare spoiler, ci soffermeremo ad analizzare il fulcro principale su cui si basa tutta la narrazione presente in Diablo IV. Come avevamo già visto tutti quanti dal trailer di lancio, avremo da un lato Inarius, dall’altro Lilith: quale delle due fazioni sarà la migliore da seguire per il destino della razza umana e di Sanctuarium?
Oltre tremila anni dopo gli eventi narrati nei libri il mondo è ancora una volta chiamato a fare delle scelte. Chi seguire? Quale dei due progenitori sarà la scelta migliore per Sanctuarium e per l’umanità? E quali sono gli obiettivi dell’uno e quali quelli dell’altra? Sono tutte domande a cui troveremo le adeguate risposte giocando a Diablo IV.
Nato come seguito diretto di Diablo III intraprende però una strada diversa da quella a cui ci ha abituato la prima trilogia videoludica, affondando a piene mani da qualcosa di ancora più antico. Una storia che sembra destinata a ripetersi come un ciclo continuo, perché agli occhi di chi ha letto La Guerra del Peccato è questo che sembra.
Essere catapultati in quell’ambientazione che abbiamo immaginato sfogliando dei libri, con ovviamente le dovute variazioni. Una Sanctuarium decisamente meno radiosa e meno vivibile di quella che avevamo visto nei precedenti capitoli, devastata da continue guerre fra le due fazioni. E non soltanto a causa dei Demoni, ma anche a causa di chi segue il Culto di Lilith, contrapponendosi al Culto della Luce di Inarius.
Diablo IV getta delle solide basi per quello che, ai nostri occhi, è sembrato uno stravolgimento non soltanto delle dinamiche di gioco, ma anche del modo stesso in cui percepiamo il mondo di Sanctuarium. Ci saranno tantissimi riferimenti al passato come i Lupi di Ferro, anche perché cronologicamente Diablo IV è ambientato circa 50 anni dopo gli eventi di Diablo III.
È difficile parlare della trana di un videogioco che arrivato al quarto capitolo (quinto se contiamo anche Diablo Immortal) stravolge tutto, gettandoci in un mondo devastato dalla guerra fra Angeli e Demoni con contrapposti i creatori stessi del mondo di Sanctuarium. Persino Linarian (figlio diretto di Inarius e Lilith) sarà parte della storia che ci verrà narrata in Diablo IV.
Narrativamente Diablo IV è un titolo che può essere giocato anche da chi non è un veterano della saga, da chi non conosce la storia e vuole affacciarsi per la prima volta a questo brand, tuttavia è ai veri fan della saga e a chi conosce a fondo la storia che Diablo IV trasmetterà tutte quelle emozioni che Blizzard Entertainment ha impresso in questo suo nuovo videogioco.
Da fan della saga noi stessi ci siamo posti più di una domanda mentre eravamo intenti a decimare le legioni degli Inferi Fiammeggianti, domande di cui che come in ogni buon capitolo della saga non avremo tutte le risposte sin da subito. Recentemente è stato infatti dichiarato che Blizzard Entertainment è al lavoro su ben due espansioni di Diablo IV, probabilmente ogni domanda rimasta insoluta troverà li la risposta.
È tuttavia un colpo al cuore notare che in Diablo IV ci sono tantissimi riferimenti a storie passate, a personaggi passati, ad eventi narrati nei libri, é difficile per noi far comprendere in una sola recensione quanto sia stato emozionante giocare Diablo IV con la consapevolezza di ritrovarci davanti a qualcosa che avevamo già vissuto, seppur in circostanze, tempi e personaggi diversi.
Gameplay
È proprio nelle meccaniche di gioco che risiede il primo grande stravolgimento in Diablo IV, iniziando da una piccola personalizzazione del personaggio. Certo non ci sarà data chissà quale grande scelta, tuttavia di per se già questa è un’innovazione non da poco se si pensa ai precedenti capitoli della saga, dove si aveva la possibilità soltanto di scegliere il sesso del personaggio.
Le differenze e le innovazioni saranno moltissime, innanzitutto ci troviamo davanti ad un open-world, tutto il mondo sarà connesso e ci sposteremo lungo cinque regioni di Sanctuarium dove saranno presenti sia missioni principali che secondarie, senza farci mancare alcuni dungeon più o meno vasti. Non preoccuparti, potrai esplorare l’open-word in sella ad un cavallo, niente camminate interminabili (a meno che non sia tu a volerlo).
Una delle critiche maggiori mosse dai fan della saga di Diablo è che nel terzo capitolo le abilità dei personaggi erano sbloccate in modo automatico e non si aveva una vasta scelta, ebbene Blizzard Entertainment con Diablo IV ha voluto seguire i consigli dei fan proponendo non soltanto un’ambientazione più cupa e tenebrosa (e sanguinaria aggiungerei) persino più di Diablo II, ma ha anche rivisto l’albero delle abilità.
L’albero delle abilità in Diablo IV è qualcosa di più simile a ciò che avevamo visto in Diablo II, sarà possibile quindi sbloccare attraverso i punti esperienza le abilità che più si adattano al nostro modo di giocare. Tagliagole, Druido, Incantatrice, Barbaro e Negromante saranno le classi presenti in Diablo IV, ma non escludiamo che con le prossime espansioni non possano venirne aggiunte altre.
Ogni classe avrà le sue peculiarità, i suoi attacchi, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Non esiste attualmente in Diablo IV una classe migliore delle altre, tutta l’esperienza di gioco ruota sul tipo di approccio che il videogiocatore vuole adottare, non di meno sarà molto importante scegliere bene le abilità che andremo a sbloccare ed equipaggiare, tutte danno la possibilità (se ben organizzate) di creare personaggi devastanti.
Per quanto riguarda la durata della sola storia principale possiamo confermare che si attesta approssimativamente sulle 20 ore, questo per il solo completamento della campagna. Diablo IV però non è soltanto campagna principale (nessuno dei capitoli della saga in realtà lo è), una volta completata infatti darà accesso a tutta una serie di attività da svolgere con un solo unico obiettivo, quello di continuare ad accrescere il livello del proprio personaggio e trovare equipaggiamento migliore.
Analizzare in questa recensione l’end-game di Diablo IV è qualcosa che non vogliamo fare, possiamo accennarti a quale saranno le attività in questione, ma preferiamo tuttavia dedicare a quest’aspetto del gioco una parentesi a se stante. Raggiunto l’end-game ci sarà la possibilità di ottenere degli incarichi dall’Albero dei Sussurri, effettuare Spedizioni da Incubo, sterminare Maree Infernali di Demoni e altro.
E presente anche una modalità PvP molto simile a quella già vista in The Division 2. Un’area in cui i videogiocatori dovranno combattere non soltanto contro altri videogiocatori presenti sul campo, ma anche contro eventi generati in modo randomico e nemici presenti pronti a far di te un degno contorno per il loro sughetto.
Senza tralasciare la presenza di Boss Mondiali che compariranno sulla mappa in determinati orari ben prefissati, ad esempio uno di questi (come visto nella beta) è Ashava. Se Diablo III vi ha regalato centinaia, se non migliaia, di ore indubbiamente Diablo IV ve ne potrà regalare tantissime in più.
Parlando della versione PlayStation 5 va menzionato l’utilizzo del controller, poiché sarà quello il vostro alleato (l’unico per ora) contro i Demoni degli Inferi Fiammeggianti. Nelle nostre lunghe ore di sessione di gioco non abbiamo mai notato incertezze dei comandi, ogni pressione è sempre stata recettiva al massimo e ha corrisposto all’immediatezza su schermo del comando impartito.
Forse ai puristi potrebbe far storcere il naso dover utilizzare un controller invece dei classici tastiera e mouse, tuttavia se ci si fa l’abitudine diventa molto più immediato il passare da un’abilità all’altra, soprattutto se utilizzate una classe come l’Incantatrice. E a dirvelo è un purista, una persona che ha giocato sempre tutti i capitoli di Diablo su PC con tastiera e mouse.
Comparto tecnico
A muovere il tutto tecnicamente parlando ci sarà un nuovo motore grafico proprietario targato Blizzard Entertainment, motore grafico sul quale ad oggi non ci è stato rivelato molto. In realtà la cosa che più ci interessa è come si comporta nel concreto, e dobbiamo ammetterlo il tutto è “diabolicamente” perfetto. Le ombre, la fisica, gli elementi del terreno e tutto ciò che ci circonda (nemici e NPC compresi).
Se c’è una cosa a cui ci ha abituati mamma Blizzard è questo, la cura nei dettagli e quell’attenzione maniacale nelle cut-scene. Se hai amato quelle dei capitoli precedenti, in questo Diablo IV saranno ancora più belle, sia tecnicamente che a livello di trama. Sarà veramente difficile non emozionarsi mentre scorreranno sul nostro schermo determinate scene.
Il comparto tecnico di Diablo IV è quasi perfetto, qualche piccolo tentennamento lo abbiamo avuto ma riteniamo che sia dovuto alla natura always online del titolo. Si, perché dimenticatevi la scelta di poter creare un personaggio offline come su Diablo II; in Diablo IV è imperativo essere online vista la sua natura in parte MMO. E per fugare ogni ulteriore dubbio, per fruire di tutte le funzioni online, dovrai avere un abbonamento attivo su console, che sia esso Xbox Live Gold o PlayStation Plus, ma la maggior parte delle cose possono essere svolte anche senza.
Fortunatamente abbiamo un cross-play e un cross-progression, che per i meno avvezzi spieghiamo subito cosa sono. Il cross-play ti permetterà di giocare con i tuoi amici, su qualsiasi piattaforma stiano giocando. Tu sei da PC e loro da PlayStation 5? Nessun problema, potrai ugualmente giocare insieme a loro. Il cross-progression invece ti permette di continuare la tua avventura da qualsiasi piattaforma.
Per finire dobbiamo parlare del comparto audio, colonne sonore e doppiaggio in italiano. Iniziamo dalle colonne sonore, anche in questo caso la cura nei dettagli è degna di nota, ogni traccia musicale che ci accompagnerà non soltanto sarà adatta al momento in questione, bensì ci trasmetterà anche tutto il fervore, o la tristezza, che dovrà trasmetterci in quel preciso momento.
E vogliamo parlare del doppiaggio? Seppur gran parte dei doppiatori lo abbiamo già ascoltato nel precedente capitolo, anche nel caso di Diablo IV i doppiatori hanno sfiorato la perfezione nella loro interpretazione. Sono lontani i tempi di Diablo III dove al lancio abbiamo avuto i più svariati problemi, fra server, bilanciamento e ottimizzazione globale del titolo.