C’è una categoria di giochi che solitamente viene trasmessa, per qualche oscura ragione, nelle live di Twitch e Tik Tok, dove un personaggio cerca di arrampicarsi sulle più svariate piattaforme. Solitamente questi titoli sono in 3D, ma il gioco in recensione oggi, ovvero Diamond Hands: To The Moon, pubblicato e creato da Terror Dog Studio è alla base la stessa cosa, ma presentato in grafica 2D. Le due parole che possono riassumere questo titolo sono precisione e frustrazione, ma vediamo nel dettaglio di che si tratta.
Niente storia, ma non serve
In Diamond Hands: To The Moon non c’è nessuna storia e nemmeno andando a spulciare nelle varie pagine che parlano di questo titolo si trova qualche indizio che ci spieghi il perché un impiegato in giacca e cravatta, ma con le braccia fatte di diamanti (?) si metta a saltare su delle piattaforme cercando di arrivare più in alto possibile. L’unica informazione che sono riuscito a trovare è stata la sua descrizione dalla pagina Steam ovvero:
A game with one objective – to get to the moon. A game for apes by apes. A game as frustrating as stock market manipulation, a game that will make you want to hold on for dear life…
Tradotto
Un gioco con un solo obiettivo: raggiungere la luna. Un gioco per scimmie, fatto da scimmie. Un gioco tanto frustrante quanto la manipolazione del mercato azionario, un gioco che ti farà desiderare di aggrapparti alla vita…
Già questa descrizione ti fa capire, nonostante la sua semplicità, che questo gioco è fuori di testa e questo traspare, soprattutto, dagli ambienti proposti i quali cambieranno man mano che raggiungerai certe altezze. Si passerà dalla normalissima base di un palazzo, ad un alveare, per poi arrivare in ambienti fatti di pastelli a cera.
Diamond Hands: To The Moon si salta e si cade
Il gameplay di Diamond Hands: To The Moon è di una semplicità disarmante. L’unica cosa che puoi fare è muoverti a destra o sinistra e saltare. Fine, non c’è altro. Tuttavia dietro a questa meccanica così semplice si nasconde un concetto particolarmente punitivo e molto frustrante. L’obbiettivo è quello di riuscire ad arrivare il più in alto possibile a suon di salti. Più terrai premuto il tasto per saltare e più il tuo personaggio andrà in alto. Tuttavia una volta in aria non potrai cambiare direzione, quindi per farlo dovrai sfruttare le varie piattaforme, magari andandoci contro.
E se manchi l’obbiettivo? Beh cadrai nel vuoto finché non troverai un appiglio e, se te lo stessi chiedendo, sì potresti tornare anche fino all’inizio. Capisci bene che se sei particolarmente in alto questo ti porterà una fortissima frustrazione, perché dovrai ricominciare la tua scalata daccapo. Non c’è molto altro da dire su questo titolo, se non che è fondamentalmente la versione 2D di quei giochi che spesso e volentieri si trovano nelle dirette Tik Tok, dove un personaggio deve riuscire ad arrivare il più in alto possibile senza cadere nel vuoto. Beh questo è lo stesso principio, ma in versione bidimensionale.
È divertente? Diciamo di sì, ma alla lunga ovviamente stanca, visto che solo il dover misurare al millimetro ogni salto può essere snervante e anche il fatto che non ci sia un fine vera e propria difficilmente ti farà venire la voglia di continuare anche perché, nonostante i livelli cambino spesso, il gameplay alla base sarà sempre il medesimo.
Un piacevole 2D
Diamond Hands: To The Moon graficamente non è assolutamente male, visto che propone una grafica in 2D, pixellata e molto colorata. Il problema più grande è che il personaggio principale con cui saltare sulle piattaforme risulterà un po’ piccolo (sopratutto se giocherai il titolo in versione portatile su Nintendo Switch), ma non si poteva fare altrimenti, visto che questo ti dà una panoramica delle piattaforme. Fortunatamente i punti dove potrai atterrare non si confondono con gli sfondi, grazie ad un piccolo, ma geniale escamotage, ovvero il contornare con delle linee rosse lampeggianti i punti dove potrai saltare.
Apprezzabile il fatto che gli sfondi siano molto vari e che questi continuino a cambiare ogni volta che avrai raggiunto certe altezze. Questo dona molta varietà, nonostante alla fine siamo di fronte sempre alla stessa cosa ripetuta continuamente.
Nulla da dire sulla colonna sonora la quale si sposa bene con gli ambienti proposti, pur non risultando nulla di epico e pure gli effetti ambientali, si riducono ad un bip e bop per ogni salto o atterraggio effettuato. Con una grafica ispirata al mondo dei 16 bit non potevi aspettarti altro.