Se vi state chiedendo quale sia la correlazione tra i dadi e la strategia, tranquillo, la risposta non è da cercare in un film di Aldo Giovanni e Giacomo. Oggi parliamo infatti di Dicefolk,
un roguelite basato sulla costruzione e l’utilizzo di dadi con combattimenti tattici a turni. La trama che imposta il mood di gioco è semplice: il mondo è invaso da mostri, chiamati chimere, e noi ci troviamo nei panni di un Dice Folk, un individuo che può controllare le chimere con dei dadi dai poteri speciali.
Ebbene sì, il potere dei dadi permette di avere il controllo totale sui nostri mostri ma anche su quelli nemici. Tuttavia nulla è semplice come sembra, e avremo bisogno di tutto il nostro ingegno strategico per portare a compimento la nostra run. Ciò che ne risulta, è un titolo divertente che sa intrattenere e divertire, al netto di qualche aspetto che forse poteva essere curato un po’ meglio…ma tempo al tempo, e via alla recensione!
La trama e il mondo di Dicefolk
Diciamolo subito: questo è esattamente il punto che meno ci ha convinto di Dicefolk. L’obiettivo della nostra avventuriera è quello di difendere il suo mondo dalla minaccia del malvagio mostro Salem, che ha risvegliato appunto le chimere e minaccia di dominare il mondo. Un pretesto narrativo come un altro, a cui si accompagna giusto qualche accenno di lore. Ci sarebbe piaciuto se questo aspetto fosse stato approfondito maggiormente, anche se di certo non è ciò su cui il gioco punta maggiormente.
Intendiamoci, l’universo narrativo non viene ignorato, anzi. La storia del mondo di gioco ci viene raccontata tramite talismani che si sbloccano ad ogni run, che ci raccontano storie, personaggi e nemici. A nostro avviso tuttavia questo aspetto poteva essere approfondito ancora meglio, come altri titoli del genere hanno saputo fare.
Gameplay e meccaniche
Il core del gioco sta tutto nella fase di combattimento. L’impalcatura, lo si è detto, è quella di un roguelite classico. Prima di avviare la nostra run (dalla durata di 45 – 60 minuti circa) dobbiamo scegliere il talismano che ci accompagnerà nel corso della partita. Il talismano determinerà non solo le chimere che avremo a disposizione a inizio run, ma anche quelle che troveremo più avanti. Quanto alla mappa, abbiamo da esplorare diverse caselle in una sorta di overworld, ciascuna delle quali può portarci ad un diverso contesto. Abbiamo gli shop, vari biomi, eventi vari che portano fino a un boss finale che conclude l’atto e molto altro da scoprire.
Combat System
Eccoci al vero e proprio punto di forza di Dicefolk, il combat system. Per le battaglie abbiamo fondamentalmente fino a 3 slot chimere per noi e 3 per i nemici. A combattere è di regola la chimera che occupa la posizione centrale, chiamata leader, che fronteggia direttamente il leader avversario. Non è detto però possiamo attaccare solo con il leader: sono disponibili infatti diverse opzioni d’attacco che vanno via via sbloccate nel progredire del gioco e che ampliano le nostre opzioni strategiche. Ogni chimera ha inoltre una sua peculiare abilità, che le consente di avere buff specifici o attaccare in maniera unica e particolare. In questo modo non solo il leader, ma anche i due “supporti“, si trovano ad avere spesso un ruolo cruciale nella nostra tattica di combattimento.
Ma come si combatte all’atto pratico? È presto detto: abbiamo diversi dadi che vengono rollati ad ogni turno e che, a seconda delle facce con cui li abbiamo costruiti, ci forniscono diverse opzioni di combattimento. Questa dinamica avvicina abbastanza Dicefolk ad un deckbuilder più tradizionale, data la natura randomica delle azioni a nostra disposizione e dato il fatto che possiamo comporre le facce dei nostri dadi come più ci aggrada, a seconda degli elementi che troviamo ovviamente in game e che ci sbloccano opzioni sempre diverse.
I dadi ci consentono di ruotare e invertire l’ordine del nostro team, attaccare a distanza, attivare buff e debuff e molto altro. Scoprire tutte le opzioni a nostra disposizione fa parte del pacchetto e del divertimento.
Tra strategia e chimere
Ciò che davvero contraddistingue Dicefolk in questa formula è un dettaglio tanto semplice quanto ingegnoso: oltre a giocare i nostri dadi, dobbiamo anche giocare quelli avversari e decidere quali azioni i mostri nemici dovranno eseguire nei nostri confronti. Siamo noi infatti a decidere in che ordine risolvere le sei facce di ogni dado che viene lanciato. C’è una sola condizione da rispettare: tutti i dadi nemici devono essere usati prima di poter finire il round e lanciare di nuovo, anche se puoi conservare i tuoi dadi per giocarli strategicamente più avanti. Durante il corso della nostra run possiamo ovviamente sbloccare diversi potenziamenti, come dadi extra e consumabili.
Il gioco ci offre un buon sistema di progressione, mettendoci davanti chimere tra cui scegliere sempre nuove ed interessanti, che seppur randomicamente accompagnano bene la curva di apprendimento e di difficoltà del gioco. Ci troveremo ad ampliare quasi senza accorgercene il nostro ventaglio di possibilità tattiche, fino ad arrivare ad elaborare strategie e sinergie in modo divertente e autonomo. Ogni chimera può inoltre essere potenziata, curata e acquisire abilità e oggetti che ne modificano in maniera decisiva le caratteristiche. Anche la gestione del team dunque sarà da ponderare attentamente a seconda della strategia che vogliamo seguire.
Comparto artistico e tecnico di Dicefolk
Artisticamente parlando, Dicefolk l’ho trovato nella media, sulla scia di molte altre opinioni di settore. Mi permetto però un appunto. Tanti hanno ritenuto questa cosa come un aspetto negativo, ma da quando in qua essere “nella media” è un punto di demerito? Lo stile cartoonesco di Dicefolk non brillerà certo per originalità, così come il design di alcune creature, ma ho trovato l’art direction estremamente curata, pulita e gradevole. Le chimere sono tante, divertenti da scoprire e sono presenti addirittura gli shiny, creature alternative più potenti e con una colorazione diversificata. Nulla di rivoluzionario forse, ma il comparto artistico svolge il suo lavoro in maniera egregia e accompagna il gameplay solidamente senza sfigurare. Ricordiamoci infatti che il core di un gioco simile sta tutto nel gameplay e nelle possibilità che offre.
Anche dal punto di vista audio, nulla da eccepire: Dicefolk ci accompagna con una colonna sonora che condisce bene lo svoglersi dei combattimenti e degli eventi, le musiche si fanno ascoltare bene e sono molto orecchiabili e nelle cutscene è addirittura presente il doppiaggio, dettaglio assolutamente gradito e da non sottovalutare.