Se il massacro di nazisti non ti è bastato giocando i titoli Wolfenstein di Bethesda e avresti voluto continuasse, se sei un grande appassionato di The Binding of Isaac ma hai sconfitto anche Mega Satana e ormai non sai più che fare, ho una soluzione alle tue mancanze. Oggi infatti vedremo insieme un titolo che unisce The Binding of Isaac alla caccia di nazisti, ed è un gioco tutto italiano. Sto parlando di Die Bloody Nazi Die! un dungeon crawler in cui impersoneremo Kin, un alieno in viaggio di nozze sulla terra con la sua amata Sirel. Il loro ufo verrà abbattuto da soldati nazisti e portato in un bunker segreto del regime dove la moglie del nostro protagonista verrà rapita. Sarà compito del povero Kin farsi strada fra le truppe naziste a suon di colpi psionici, di revolver e persino di bazooka per salvare la sua amata.
Una pixel-art molto particolare
La pixel-art di Die Bloody Nazi Die! è molto difficile da inquadrare: questo semplicemente perché ha degli alti e dei bassi davvero clamorosi. Se i modelli di, quasi, tutti i nemici sono veramente realizzati con cura quasi certosina, a volte è possibile notare un calo di attenzione per i dettagli negli oggetti sullo sfondo, soprattutto per quanto riguarda quelli non distruttibili. L’esempio più palese è posto ai nostri occhi fin dall’inizio di ogni partita: l’ufo da cui usciamo è veramente pessimo da vedere. Questi cali di qualità visiva così drastici stonano parecchio rispetto al resto dell’ambiente circostante, provocando immancabilmente un po di straniamento. Considerando che però stiamo parlando di un Early Access e che molto probabilmente sviste come queste verranno limate, a lavoro ultimato ci si può aspettare un ottimo risultato globale dal punto di vista grafico.
Parametria portami via
Dopo aver analizzato l’aspetto puramente visivo è ora di passare al vero e proprio cuore del titolo, il gameplay. Per essere un indie il titolo è notevolmente variegato: conta 25 armi ben diversificate (anche se le armi da mischia come la lancia e il rasoio sono piuttosto inutili), 30 nemici disposti in 12 stage diversi che per ora sono ancora 7, 50 oggetti che conferiscono bonus o malus (ne potremo tenere soltanto 3 per volta) e 13 boss tutti caratterizzati da un design ben curato e con pattern di attacco particolari e originali. Come si potrebbe facilmente intuire, non è la varietà la pagliuzza nell’occhio di Die Bloody Nazi Die!. Ad essere invece molto problematici sono il bilanciamento e la parametria del gioco in tutto il suo complesso. Mi spiego meglio: i nemici una volta uccisi lasceranno a terra delle orecchie da raccogliere e con le quali alla fine di ogni partita potremo potenziare in modo permanente il nostro personaggio. Alcuni parametri migliorabili potenziano troppo il nostro personaggio, consentendo una rigenerazione di HP al secondo o un aumento del danno globale troppo alto rispetto alla curva di difficoltà proposta negli stage disponibili fin’ora. Anche le armi sono sbilanciato, con alcune che ci consentono di superare tutti e 7 gli stage con molta facilità e altre totalmente inutili. Un problema che sarebbe anche arginabile se solo il gioco non fornisse una quantità di munizioni enorme (300), non avesse un drop ambientale dei proiettili molto alto o quantomeno cambiasse la quantità massima di proiettili da arma in arma. È abbastanza logico che non si possa fornire con una ricarica di munizioni 300 proiettili per un revolver e la stessa numero di colpi ad un bazooka. Mentre alcuni potenziamenti permanenti ci trainano letteralmente durante le varie run, alcune sono del tutto inutili come il “range”, ovvero la distanza a cui possiamo sparare: solitamente qualsiasi nazista sia già visibile nell’overworld è raggiungibile anche con la semplice revolver. Anche qui dopo alcune prove mi sono accorto che i colpi verso l’alto a volte tendono a colpire il terreno prima di colpire le pareti, ma sembra più un problema di hitbox piu che di mancanza della statistica range, dato che in alcune punti della mappa il colpo si va comunque a infrangere sulla parete della stanza. Qualche oggetto ambientale è alcuni boss hanno le hitbox leggermente sfalsate ma è quasi sempre problema marginale.
Un sistema procedurale da rodare
Il sistema procedurale su cui si basano i vari stage di Die Bloody Nazi Die! è una delle feature che potrebbero davvero essere uno dei punti di forza della produzione. Peccato qualche piccola svista che molto probabilmente verra corretta: è concettualmente errato farmi trovare nel primo stage come prima stanza quella dove si affronta il boss, perché in tal modo si va a vanificare l’esistenza di tutto il piano. Rispetto alla generazione casuale degli spawn dei nemici c’è anche un altro piccolo problema, siccome le stanze inesplorate si riveleranno solo quando le varcheremo, far generare al gioco nemici così prossimi all’entrata e non farli vedere spesso fa subire al giocatore danni ingiustificati, una cosa che a lungo andare può diventare frustrante. Inoltre alcuni oggetti da tenere sono semplici reskin di altri e non solo inutili, ma persino controproducenti, come quelli che aumentano le dimensioni (e anche le hitbox) del nostro protagonista.
Qualche problema di accessibilità
L’ultimo tasto dolente di Die Bloody Nazi Die! riguarda l’accessibilità del titolo. Alcune feature sono scelte di design limitanti. Il problema più grande è sicuramente il tutorial: scarno, senza alcuna spiegazione di testo ma con disegni abbastanza incomprensibili almeno per quanto riguarda la meccanica di “sinergia degli oggetti” ma anche per quanto riguarda i tasti di gioco. Se da inventario non mi viene consentito di lasciare gli oggetti che ho già raccolto per poterne prendere altri quantomeno comunica i tasti con cui farlo. Capisco che il gioco sia in sostanza molto semplice, ma almeno i tasti e le meccaniche vanno sempre introdotti nel modo migliore possibile soprattutto ad un pubblico che sta ponendo fiducia in un Early Access. Sarebbe inoltre il caso di migliorare il layout dell’inventario e anche assegnargli un tasto che funga da shortcut, senza dover aprire sempre il menu di gioco.
Il tema sonoro del gioco al momento è uno solo ma è di buona compagnia nel passaggio fra uno stage e l’altro. Molto apprezzabile anche per la rigiocabilità la scelta di introdurre più personaggi oltre a Kin, ognuno con qualche particolarità per differenziare il gameplay. Finire le varie run con diversi personaggi fornisce la possibilità di vedere finali multipli.