Il roguelike si sta rivelando senza alcun dubbio uno dei generi maggiormente apprezzato degli ultimi anni. Il perché di questo successo è presto detto, con la loro immediatezza e la possibilità di lanciarsi in partite mordi e fuggi, i titoli appartenenti a queste genere incontrano sempre di più i favori di un pubblico che ha voglia di lanciarsi in esperienze veloci, ma soddisfacenti e sempre nuove.
Hades, Dead Cells, The Binding of Isaac, Enter the Gungeon sono solo alcuni degli esponenti del genere che hanno riportato in auge queste esperienze procedurali; ciò che stupisce maggiormente però è come e quanto le software house siano sempre in grado di reinventare a proprio piacimento gli stilemi che caratterizzano il roguelike e DIG – Deep in Galaxies, l’oggetto di questa recensione, è uno degli esempi più calzanti di questo discorso.
A cura della software house spagnola Molton Studio, il titolo ci mette nei panni di un manipolo di ribelli spaziali pronti a tuffarsi in missioni sempre diverse per liberare la galassia; DIG – Deep in Galaxies si è rivelato una delle sorprese più apprezzabili nel panorama indie di inizio 2023, analizziamo nel dettaglio questo titolo coinvolgente da cui sarà davvero difficile staccarsi!
In tante galassie lontane lontane…
In DIG – Deep in Galaxies non possiamo parlare di una vera e propria trama, quanto piuttosto di un pretesto narrativo che prende il via dal più vago dei cliché, “vagamente” ispirato a Star Wars: in una galassia lontana un impero tirannico guidato dall’oscuro e minaccioso Overlord ha ridotto in schiavitù le popolazioni di interi sistemi solari, ovviamente toccherà al più classico e variegato gruppo di ribelli opporsi a questa infausta tirannia e liberare la galassia pianeta dopo pianeta.
Le premesse del gioco iniziano e finiscono qui e ci vengono presentate in un rapido botta e risposta che verrà visualizzato all’inizio di ogni run sotto forma di una comunicazione via radio nel quale viviamo direttamente il dramma dell’Overlord, preoccupato per i ribelli che stanno dando il via alla propria rivolta e intenzionato a fermarli con ogni mezzo.
Dopo questa breve premessa saremo direttamente gettati nell’azione: nei panni di uno dei ribelli il nostro primo compito sarà quello di esplorare il primo pianeta generato casualmente in cerca di una navicella spaziale col quale andare in cerca di avventure nei pianeti vicini, dopodiché potremo scrivere missione dopo missione la nostra personalissima storia di ribellione e salvezza!
Trama appena abbozzata, personaggi estremamente stereotipati ma sempre sopra le righe tanto quanto basta per essere apprezzati, mondi e missioni del tutto casuali… è palese che la trama non è senza dubbio il punto forte del gioco, che non punta però minimamente su questo aspetto riuscendo comunque a garantire al giocatore un ritmo e una progressione talmente ben calibrata da diventare magnetico fin dalla prima run e tenere il giocatore incollato allo schermo!
Il gruppo di ribelli più bizzarro di sempre!
Come anticipato, il gioco propone un roguelike abbastanza atipico per il suo genere, la cui ispirazione principale è indubbiamente The Binding of Isaac. Durante le prime run potremo impersonare solo il ribelle appartenente alla classe del bombardiere, andando avanti nel gioco però potremo sbloccare nuove classi che cambieranno il nostro approccio al gioco e alle singole missioni proposte.
Ogni ribelle infatti potrà utilizzare un’arma per il corpo a corpo e una a lungo raggio, ciò che contraddistingue le varie classi però è la mossa speciale a disposizione di ogni ribelle, il già citato bombardiere infatti potrà piazzare una bomba dall’alto potenziale distruttivo, mentre ad esempio il monaco, in puro stile shaolin, sarà in grado di compiere un salto molto più alto del normale: trovare la classe che più si addice al nostro stile di gioco sarà quindi solo questione di tempo.
A personalizzare ulteriormente il gameplay ci saranno poi le varie armi e i potenziamenti che potremo ottenere tra una missione e l’altra e sparsi qua e là per il mondo di gioco; anche in questo caso dovremo andare alla ricerca della build che più si addice al nostro stile di gioco, con armi più lente e potenti, o altre che arrecheranno poco danno ma che ci permetteranno di sferrare combo rapidissime, o ancora abilità passive in grado di ricaricare più in fretta la mossa speciale, farci recuperare salute in determinate condizioni, subire meno danni e chi più ne ha più ne metta!
Ciò che però dona un tocco di unicità alla produzione è senza dubbio il suo sistema di missioni: dopo aver recuperato la nostra navicella non ci ritroveremo semplicemente davanti a mappe generate proceduralmente, ma anche le missioni che dovremo affrontare saranno del tutto casuali. Non ci ritroveremo quindi davanti a una serie di stanze o labirinti da affrontare in sequenza, potremo scegliere liberamente l’ordine in cui proseguire e dovremo portare a termine missioni di vario genere come eliminare tutti i nemici, ritrovare gente scomparsa e perfino consegnare viveri ad altri ribelli.
Potremo quindi decidere le missioni che ci sembrano più alla nostra portata per assicurarci di diventare sempre più letali e performanti man mano che procediamo. Non potremo però contare sempre e solo sulle missioni più semplici, ogni sistema solare avrà infatti un numero di missioni prestabilito da completare per poter avanzare alle sfide successive, e dovremo portarne a termine necessariamente alcune di difficoltà elevata per poter proseguire.
Questa brillante intuizione ci consentirà di proseguire in maniera graduale e renderà il gioco appetibile anche ai giocatori non necessariamente in cerca di sfide; inoltre, potremo anche affrontare il titolo in co-op in squadre che possono comprendere fino a 4 giocatori, così da riuscire ad affrontare senza troppi pensieri anche le missioni più ardue.
Uno stile retrò che non guasta mai!
Per quanto riguarda il comparto tecnico, DIG – Deep in Galaxies può fare affidamento sul caro vecchio stile retrò che si rivela sempre particolarmente azzeccato per produzioni di questo tipo: la grafica pixellosa e coloratissima esalta il mood scanzonato del gioco e si rivela particolarmente efficace per poter tratteggiare in maniera efficace e immediata tanto i personaggi quanto ambientazioni e nemici.
Anche per quanto riguarda il comparto sonoro il gioco va sul sicuro proponendo una colonna sonora in classico stile 16 bit che ricorda moltissimo i titoli arcade da cabinato, non parliamo certamente di tracce memorabili, ma di melodie che fanno senza dubbio il loro lavoro e accompagnano in maniera particolarmente gradevole la progressione di gioco.
In definitiva, DIG – Deep in Galaxies è senza dubbio uno degli indie più interessanti degli ultimi mesi: un roguelike che rivede il genere in maniera abbastanza originale grazie a qualche intuizione brillante che dona alla produzione un tocco di carattere che non guasta mai, il tutto è accompagnato da un riuscito comparto tecnico in stile retrò che si sposa alla perfezione con il mood bizzarro e scanzonato del gioco.