Dino Island è più di un semplice videogioco. Come ormai avrai capito amo trattare argomenti di questo tipo, dove il videogioco dimostra di poter raggiungere utilità non solo ludiche ma anche sociali.
Oggi più che mai i videogiochi sono colpevolizzati di ogni sorta di male, il caso più recente è l’ennesimo accanimento nei confronti di Grand Theft Auto 5 (la saga è capro espiatorio da ormai molto tempo) per quanto riguarda l’incitamento all’odio verso il genere femminile.
Ad ogni accusa il medium videoludico sembra voler rispondere a tono, con iniziative benefiche e dimostrazioni di quanto sia puerile, da parte dell’individuo medio, pensare che quando qualcosa va storto nella società sia a causa dei videogiochi.
Dino Island, un videogioco dedicato ai bambini con disabilità cognitive
Dino Island è un idea nata da Sarah Macoun, dottoressa specializzata in neuropsicologia clinica pediatrica, presso l’Università di Victoria in Canada. Assistita da un team di studenti “post-laura”, tenta di aiutare le famiglie a istruire i propri figli con disabilità cognitive.
Le disabilità cognitive, negli infanti, rendono estremamente difficoltoso lo sviluppo della personalità; in generale parliamo di difficoltà linguistiche, motorie e così via, il tutto ovviamente intacca irrimediabilmente anche l’aspetto sociale.
L’obiettivo di Sarah e il suo team, con Dino Island, è quello di dare un supporto a questi bambini con attività che incentivino il loro cervello a sbloccare quelle aree meno utilizzate.
Ciò che mi ha colpito è che questo titolo prevede un’intelligenza artificiale che guidi passo passo l’utilizzatore verso un corretto utilizzo del prodotto, così da evitare ad esempio che il bambino si perda lungo il percorso o che non lo trovi sufficientemente stimolante.
L’I.A. inoltre setta in autonomia il livello di difficoltà, sempre per i motivi sopracitati. Questa “autonomia” di Dino Island rende più immediato il procedimento, senza dover necessariamente contattare lo psicologo per sapere se il tutto sta andando per il verso giusto.
Come se non bastasse, il Canada ci insegna come spronare persone con idee brillanti come questa; lo stato canadese supporta il progetto e ne agevola la fruizione, consegnando il titolo direttamente agli istituti scolastici che ne fanno richiesta o alle famiglie stesse.
Davvero sorprendente notare quanta differenza ci sia tra il nostro paese e il resto del mondo, ma continuiamo pure a discutere su quale videogioco sia colpevole dell’ultimo vizio della società, senza dare spazio a chi vuole davvero fare la differenza.