Il diorama, questo elemento viene sempre più preso e sfruttato per il mondo videoludico, nel dettaglio, per la realizzazione di mondi, scenari, aree di gioco. Ultimamente però, proprio lo scenario indie, e non solo, hanno iniziato a proporre titoli interamente basati su una serie di diorami. Ed è proprio l’aumento silenzioso di questa tipologia di giochi che ci ha portato a fare alcune riflessioni su questa scelta di game design sì affascinante ma con non poche problematiche. Pronto a immergerti con noi nel piccolo ma dettagliato mondo del diorama?
Diorama – piccolo è bello
Prima di analizzare nel dettaglio il diorama nel mondo del videogioco è bene ricordare che cosa è un diorama. Il diorama è una ambientazione, un edificio, un interno, riprodotto in scala ridotta e che può riprodurre un evento o semplicemente limitarsi a presentare una determinata area. è come un quadro ma a tre dimensioni. Gli amanti del modellismo sicuramente si sono imbattuti in più di un diorama così come i frequentatori delle librerie in quanto esistono sempre più libri “pop up”.
Questi libri custodiscono tra le loro pagine interi piccoli diorami fatti di carta, degli origami, che riproducono appunto scene, le stesse raccontate con le parole. Ma avvicinandoci al mondo dei videogiochi, titoli come Monster Hunter Rise: Sunbreak hanno previsto per il Giappone un preorder proprio con un diorama cartacea che poteva ospitarne gli amiibo (qui trovi il nostro articolo approfondito a riguardo). E che dire di Lego Dimensions? Ricordi il sistema di DLC? Ecco, il titolo Lego, famoso per aver provato a percorrere la strada degli Skylanders aveva un sistema di DLC decisamente interessante.
Si trattava di costruire intorno al portale, ossia la base fisica su cui letteralmente dovevi posizionare i vari personaggi, mini scenari dedicati al DLC di riferimento. Costruivi, quindi, un mini diorama di Lego su cui mettere e togliere i vari protagonisti che prendevano poi vita su schermo. Ma se fino ad ora abbiamo parlato di diorami fisici, passiamo a quelli virtuali e al loro effetto ludico. Sì, il più famoso è proprio quello che stai pensando e che sta per ritornare sull’ibrida Nintendo: Paper Mario.
Paper Mario basa tutto il suo concept sulla riproduzione a schermo di diorama da vivere, modificare, esplorare. Il protagonista stesso, in quanto composto di carta ma bloccato in aree 2.5D con tanto di profondità, è una parte concreta del diorama. Un diorama “vivo”. Il concetto ludico alla base è quello: rendere vivo il diorama, dare all’utente l’occasione di ammirare il piccolo mondo dall’esterno e muoversi contemporaneamente al suo interno.
Ma se Paper Mario lavora in “macro” con aree comunque vaste, articolate e che in parte mascherano la “piccolezza” dei diorama e dei rispettivi mondi rappresentati (tra l’altro decisamente vari e in linea col mondo dell’IP Nintendo), ci sono titoli che di questa piccolezza ne fanno il proprio cavallo di battaglia e loro unicità.
Bleak Sword DX sviluppato da More8Bit e pubblicato da Devolver Digital (qui trovi la nostra recensione per Nintendo Switch), è un mini souls like incastonato in cupi diorama pieni di nemici da massacrare e in cui sopravvivere non è così facile come sembra. Qui il diorama è perfettamente visibile a schermo. Lo vedi subito, in tutti i suoi limiti esplorativi. La profondità, i limiti laterali, tutto è lì davanti a te.
Come un diorama reale, puoi subito vedere dove puoi muoverti, dove eventualmente nasconderti, dove saltare, ecc. Grossomodo è quello che prova a fare anche Diorama Dungeoncrawl – Master of the Living Castle fallendo però nel presentare un’esperienza solida e memorabile e provando, a differenza di Bleak Sword DX, a collegare i diorama tra loro con portali ai lati. Si tratta quindi di un sistema di diorami interconnessi in un unico grande livello laddove Bleak Sword DX apre e chiude ogni livello con un singolo diorama.
Il diorama del futuro
Basta che funziona una volta e subito qualcuno proverà a copiarti. Questo vale in tutto, diorama incluso. Non sorprende quindi un aumento di titoli che sfruttano questo particolare sistema di aree per proporre titoli di vario genere. Così come non sorprende il ritorno di Paper Mario con Paper Mario: Il Portale Millenario, titolo originariamente uscito su GameCube e previsto su Nintendo Switch nel 2024. Il titolo ha conquistato subito proprio per la sua singolare struttura per il fascino di quel mini mondo n 2.5D e siamo certi, saprà conquistare ancora.
Come siamo certi che i diorama continueranno ad apparire nel mondo dei videogiochi grazie a un potenziale e a un fascino estetico innegabili, che catturano e che offrono opportunità ludiche intriganti e in parte ancora da esplorare. Il potere di poter vedere subito l’intera area di gioco che, nonostante il suo essere ridotta, può modificare, cambiare, mutare, sorprendere. Un po’ come i videogames, fonte di idee (nonostante innegabili ricicli) in cui cinema e libri continuano ad affacciarsi per cercare nuova linfa creativa. Ma questa è un’altra storia…