La dipendenza da videogiochi è un aspetto che da molti viene sottovalutato o addirittura ignorato, o spesso viene giustificato come alternativa sana alla dipendenza da alcol e droga, poiché nella prima si crede che non ci sia nessuna conseguenza per l’organismo o per il cervello, mentre droga e alcol sono notoriamente dannosi.
L’attività del videogiocatore non è solo un joypad in mano e qualche ora di divertimento, ma un insieme di aspetti psicologici, sociali ed educativi d’importanza fondamentale, poiché attraverso questa viene stimolato l’apprendimento delle regole, l’integrazione sociale e addirittura la formazione della personalità del soggetto.
Non solo l’attività videoludica, ma quella del gioco in generale, permette d’imparare abilità come l’immaginazione, la percezione dei vari sensi, il confronto e la comunicazione, l’assegnazione del proprio ruolo e di quello degli altri e nel gioco viene sviluppata anche la capacità di poter distinguere la finzione dalla realtà.
Perché giocare è ancora importante?
Se analizziamo le differenza tra gioco tradizionale e videogioco, ci si rende conto di come quest’ultimo possa portare alla perdita di alcune esperienze fondamentali sull’aspetto sociale, personale e caratteriale:
- Il gioco spinge a socializzare perché si svolge in contatto con altri soggetti, mentre il videogioco viene spesso consumato in solitudine e laddove ci siano interazioni con altri soggetti, queste avvengono attraverso sistemi informatici e di comunicazione a distanza, quindi, non reali;
- In merito al primo punto, l’interazione tra soggetti, nel gioco tradizionale, è reale, poiché avviene un contatto fisico o comunque c’è una reale presenza di terzi e l’interpretazione di ruoli di fantasia è di finzione, poiché i vari interpreti sono comunque presenti l’uno davanti all’altro, consapevoli delle loro entità, mentre nel videogioco ci si identifica solo tramite personaggi virtuali, come maghi, guerrieri e personaggi con poteri magici o sovrannaturali, i quali, nei casi peggiori, possono essere ispirazione di emulazione;
- Il legame generazionale che spingeva i genitori a insegnare i giochi classici ai figli, si sta perdendo; oggi i bambini sono attirati prevalentemente da giochi elettronici, i quali spesso non sono compresi dalle vecchie generazioni e questo crea un distacco che preclude alcuni rapporti tra genitori e figli;
- I giochi tradizionali difficilmente prevedono azioni violente da commettere tra giocatori, mentre nei videogiochi, il ferimento, l’omicidio e altri temi violenti tra partecipanti, sono quelli principali, non solo molto diffusi, ma ampiamente apprezzati.
La dipendenza da videogiochi può nascere da un’ossessione da parte del videogiocatore verso uno o più giochi, della stessa o di diverse categorie. Il soggetto sente la pulsione continua di doversi confrontare con sé stesso o con altri giocatori, si esalta per l’uccisione di un altro videogiocatore, spesso con esternazioni isteriche ed esplode in scatti d’ira o violenza verso cose o persone, se perde o viene ucciso da altri giocatori.
La videoludopatia, termine per indicare la dipendenza da videogiochi, è una malattia a tutti gli effetti e come tale ha dei sintomi che possono essere riconosciuti ed eventualmente curati:
- Il soggetto dipendente da videogiochi sente la pulsione a dover dedicare moltissimo tempo a videogiocare e s’è privato da cause di forza maggiore, come scuola o lavoro, freme per tornare a giocare. Spesso si assenta da scuola o lavoro per soddisfare il suo bisogno crescente di videogiocare;
- Lo stress causato da tale attività, spesso causa sonnolenza a scuola o sul posto di lavoro e il soggetto può addirittura cadere addormentato;
- Una volta tornato a casa, trascura totalmente le altre attività come gli obblighi scolastici o lavorativi e spesso ignora i segnali biologici dell’organismo, come l’espletamento dei propri bisogni o il nutrirsi;
- Se non vincolato da impegni che lo obbligano a uscire da casa, preferisce restarvi, invece che stare con altre persone;
- Si astiene volentieri dalle attività sociali;
- Se tenuto sotto controllo, gioca di nascosto;
- Quando qualcosa o qualcuno gli impedisce di giocare, diventa apatico o irascibile;
- L’interruzione della sua attività causa scatti d’ira, pianto, reazioni furiose e violente;
- In qualsiasi momento e qualunque attività stia svolgendo, tende ad avere fantasie basate sui videogiochi;
- Sente il bisogno compulsivo di acquistare giochi sempre nuovi, oppure ne pretende l’acquisto dai genitori;
- Se in possesso di una propria indipendenza economica, è in grado di spendere somme considerevoli per l’acquisto di nuovi giochi;
- Può arrivare a privarsi del sonno;
- Può lamentare dolori fisici alla colonna vertebrale (schiena o collo), emicranie, bruciore agli occhi e lacrimazione, appannamento della vista e persino soffrire della sindrome del tunnel carpale.
Riconosci molti di questi sintomi tra i tuoi comportamenti? Potresti essere affetto dalla dipendenza da videogiochi: Ecco come potresti risolvere
Per i casi lievi o le fasi iniziali di questo disturbo, è possibile intervenire su sé stessi con un semplice lavoro di autoanalisi, impostando alcune semplici regole da seguire:
- Fai una lista di cose che ti piacerebbe fare e dedica del tempo al farle, cercando di diversificarle giorno per giorno;
- Concediti pure qualche partita, ma pianifica un limite di tempo nel quale videogiocare e cerca di non superarlo mai, sforzandoti d’interrompere allo scadere del tempo prefissato. Ricorda che “l’ultima partita” non è mai l’ultima, quindi, spegni e basta;
- Prova a praticare attività distensive e liberatorie come lo sport o altre attività con i tuoi amici, che non prevedano i videogiochi.