Dirt Rally 2.0 eredita una forte responsabilità: soddisfare tutti i piloti virtuali positivamente colpiti da Dirt Rally e parzialmente delusi da Dirt 4. L’originario Dirt Rally fece capolino nell’early access di Steam nel 2015 e seppe conquistare una folta schiera di appassionati. A gran voce fu chiesta una nuova reincarnazione ma arrivò Dirt 4 che non era ne carne ne pesce e non rappresentò un degno seguito dell’opera del 2015. Nella seconda metà del 2018, invece, è arrivata la notizia che tutti noi appassionati aspettavamo: Dirt Rally 2.0.
Oggi facciamo un’analisi veloce della live di Codemaster dedicata alla Porsche 911 R-GT. La prova speciale comincia al minuto 7.16, il video lo trovi nell’immagine di anteprima in testa all’articolo. Ciò che possiamo subito apprezzare è la buona fedeltà raggiunta con la campionatura del motore della 911, fedele alla realtà e ben simulato anche in quanto a riproduzione ambientale dell’audio all’interno dell’abitacolo. Manca il suono caratteristico del cambio, spero venga implementato prima della release finale. Il cruscotto è riprodotto con cura e fedele al vero. L’animazione del movimento del cambio è invece errata: un sequenziale va spinto per scendere di marcia e tirato per salire: nel gameplay si nota che la leva viene sempre e solo tirata. La voce del copilota è probabilmente troppo calma. Intendiamoci, un buon copilota non urla certamente nell’interfono ma, d’altra parte, è consapevole che il proprio tono di voce può migliorare la prestazione dell’equipaggio e, quindi, si regola di conseguenza. Parlando dell’aspetto tecnico della prova speciale e del modello poligonale dell’auto possiamo dire che il risultato pare buono. Sicuramente Dirt Rally 2.0 non sarà un titolo spacca mascella da questo punto di vista ma in realtà nemmeno ne ha bisogno: per un simulatore il pregio principale è di essere fluido e leggero. Meglio dedicare risorse alla fisica piuttosto che al mero impatto visivo. E, purtroppo, venendo alla fisica si nota qualche problemino preoccupante. Le auto di categoria R-GT, come questa Porsche, qui in Italia non sono presenti in gran numero. In Europa, però, si utilizzano spesso per correre nei rally anche a carattere minore. Le caratteristiche della classe R-GT sono la sola trazione posteriore e l’utilizzo di mezzi che, su strada, sono solitamente considerati vere e prorie supercar. Nella live trasmessa da Codemasters l’auto pare davvero troppo leggera, con perdite di trazione al posteriore anche in inserimento curva. I tempi di frenata paiono realistici ma, dall’altro lato, l’handling generale della vettura lascia davvero troppa perplessità. Lo stridio delle gomme poi, è un errore comune ai titoli di corse. Le coperture usate (in gergo rallystico “stampo”) non hanno questa rumorosità continua una volta portate al limite. Può capitare di sentirle stridere in un tornante stretto o durante un’inversione ma in appoggio in curva non succede sostanzialmente mai. Personalmente cerco sempre di eliminare il suono generato dalle gomme ma spesso non è possibile intervenire solamente su questa componente audio. In ultimo, una nota positiva è da ricercarsi nella finezza della rappresentazione della consegna della tabella al Controllo Orario a fine prova.
Ti lascio un camera car reale di una prova con la Porsche 911 R-GT. Come puoi notare anche in condizioni difficili (asfalto sporco e umido) la vera 911 R-GT è molto più stabile della sua controparte simulata. Puoi anche apprezzare l’utilizzo del cambio sequenziale, il realtivo suono e la quasi totale assenza di stridio da parte degli pneumatici.
Ecco il sito ufficiale Codemasters: raggiungilo tramite questo LINK. Dirt Rally 2.0 uscirà il prossimo 26 febbraio per PlayStation 4, Xbox One e PC su Steam.