Arriva da Twitter la richiesta degli streamer diversamente abili nei confronti di Twitch, per istituire il Disability Pride Month. Lo streamer in questione, nel tentativo di promuovere i creatori digitali sulla piattaforma, ha avviato una campagna di apprezzamento e sostegno per la categoria.
I made a uservoice to encourage @twitch to introduce a month to uplift and showcase disabled content creators with a team and front page features like they do for many other identities 🌼✨
I'd appreciate your vote here ೃ⁀➷ https://t.co/4MaNsFRrKD pic.twitter.com/oH3fN1J0j2
— ꕀ queerlybee (they/them) 🍉 (@QueerlyBee) January 18, 2022
L’abilismo di Twitch?
Le barriere architettoniche non esistono solamente nella realtà, a quanto sembra. In questa storia ci sono tutti gli elementi per una tempesta perfetta: Twitter, notoriamente una cassa di risonanza per controversie e porto sicuro per la disinformazione, e Twitch, colosso dello streaming che nonostante le iniziative a favore delle minoranze (Pride Month, Black History Month, Hispanic Heritage Month) mette nei fatti al primo posto sempre una categoria.
“Disabilità non è una parolaccia” è lo slogan adottato da Queerly Bee sul forum di Twitch. Non è una novità che l’algoritmo favorisca i normodotati, poiché l’intero settore videoludico non tiene conto della disabilità, fatta eccezione per qualche sviluppatore indipendente.
Si pensi ad esempio a Celeste, in cui esistono opzioni che facilitano il gioco, oppure alla cinquantina di titoli che supportano la modalità daltonismo.
A cosa serve il Disability Pride Month?
Come abbiamo già fatto notare, le iniziative dedicate alla promozione delle minoranze lasciano l’algoritmo relativamente indifferente. A cosa servono quindi? Piccoli passi.
Se tutte le minoranze esigono la loro giusta parte di rappresentazione, prima o poi anche gli studi tripla A dovranno ascoltare. La campagna di sensibilizzazione ha già preso velocità. Per il momento, la palla è nella metà campo di Twitch, vedremo se ascolterà oppure no.