Disgaea 7 Vows of the Virtueless è l’ultimo capitolo di un’immensa saga di jrpg strategici il cui primo capitolo uscì addirittura per Playstation 2 e che ha letteralmente lanciato un sottogenere di questa tipologia di videogiochi, caratterizzati da uno stile molto anime e da un costante andare abbondantemente sopra le righe.
Di recente ho infatti recensito Mugen Souls Z, titolo che deve molto proprio a Disgaea. Al di là di questo, da fan della prima ora della saga, non potevo farmi sfuggire l’occasione di recensire in anteprima Disgaea 7. L’uscita ufficiale è prevista per il 3 ottobre, ma il titolo si era già mostrato con una demo ancora disponibile.
Dietro Disgaea 7 c’é ovviamente sempre la storica NIS, lo studio che creò e distribuì il primo titolo e che da allora ha macinato capitoli su capitoli. C’é da dire però che mai come in questo caso un Disgaea era così atteso visto quanto aveva fatto discutere Disgaea 6 e quante critiche erano state mosse a quel capitolo.
Critiche in parte comunque risolte con la versione complete, di cui trovi la recensione qui, ma che hanno comunque lasciato il segno nei fan. Anche perché una saga così lunga è da tempo che necessita di essere rinnovata. Sarà Disgaea 7 ad aver trovato finalmente il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione? Scopriamolo insieme.
Disgaea 7 – Gli opposti si attraggono sempre
La storia di Disgaea 7 è in realtà un grande classico della saga, ma rinarrata con una variante interessante. Siamo in Hinomoto, un universo di Netherworld famoso tra tutti gli universi per il suo ferreo codice d’onore chiamato bushido. La sua fama è tale da aver generato tutto una marea di prodotti di intrattenimento.
I guerrieri di Hinomoto sono rinomati grazie alle leggende legate al bushido, ma da allora, all’insaputa di molti, è in realtà passato molto tempo. Un giorno, infatti, Demmodore Opener e la sua armata capitanata da 13 magister arrivarono in Hinomoto e conquistarono l’universo, iniziando a governare i Netherworld presenti come veri tiranni.
L’onorevole codice del bushido venne così sostituito dal codice della distruzione di Demmodore e, oggi, i nobili guerrieri di Hinomoto sono solo un lontano ricordo. I Netherworld hanno perso il loro orgoglio. Il riferimento principale della storia è chiaramente quello del vecchio Giappone contaminato dalla cultura occidentale.
Starà quindi a Pirilika, una fanatica delle storie sul bushido desiderosa di visitare la terra dei suoi sogni, e a Fuji, un guerriero demoniaco che odia il bushido per ragioni proprie, riportare Hinomoto alla vecchia gloria. Ancora una volta Disgaea racconta quindi di due opposti che si uniscono per sconfiggere un male più grande.
Se questa storia è già stata vista tante volte, anche solo all’interno della stessa saga, ed alla fine non offre spunti di originalità, devo dire che l’abbandonare le ambientazioni gotiche in favore di uno stile più orientale da un tocco di freschezza al risultato finale. Disgaea aveva sempre avuto un po’ di oriente, ma mai così tanto.
Disgaea 7 – Un passo indietro e due avanti
Partiamo dal presupposto che riassumere qua tutto il gameplay di Disgaea 7 è un’impresa impossibile, a meno che tu non voglia ritrovarti davanti ad un papiro. Mi concentrerò quindi sulle cose più significative, lasciandoti il piacere di scoprire da solo il gioco, anche perché questo ha un ottimo sistema di tutorial molto dettagliati.
Le basi del titolo sono quelle classiche della saga. Una serie di scontri su griglie quadrettate dove oltre a muoversi e attaccare è fondamentale anche sollevare e lanciare i propri alleati (ma non i Prinny che fanno BUM) e tenere conto delle geozone e dei geoprismi. Se hai giocato un qualsiasi Disgaea, ci metterai poco a sentirti a casa.
Se molte meccaniche di gioco vengono prese di peso dai capitoli precedenti e a volte ampliate, bisogna dire che molti dei cambiamenti di Disgaea 6 sono stati annullati. Tra le altre cose il level cap è tornato a 9.999, i mostri adesso hanno caratteristiche proprie e sono tornate le abilità speciali legate alle armi oltre che alle classi.
Ci sono anche un po’ di aggiunte nuove, le più significative delle quali sono la jumbification e la item reincarnation. La Jumbification è una capacità speciale accessibile solo a date condizioni che fa diventare abnorme un personaggio, con conseguenze facilmente immaginabili. La possiamo usare sia noi che i nemici, però.
La item reincarnation è invece la tipica meccanica della reincarnation, attraverso cui una classe può rinascere in un’altra ereditando dei bonus, solo applicata agli oggetti invece che ai personaggi. Questa è un’aggiunta davvero interessante per le sue potenzialità, ma ha, secondo me, bisogno di un ribilanciamento. A ora è davvero troppo forte.
Anche la struttura di Disgaea 7 è quella tipica della saga. Al centro di tutto c’é un colossale HUB, in questo caso la nave-base di Pirilika, piena di personaggi con cui parlare e servizi da usare, come un negozio, il luogo dove reclutare personaggi, il juice bar e così via. Tutte le cose tipiche di Disgaea che si sbloccano avanzando nel gioco.
Da un portale dimensionale sorvegliato da un Prinny si accedono invece ai vari Netherworld, ognuno collegato ad un capitolo e ad una serie di missioni/mappe da completare. Le mappe possono essere affrontate all’infinito per farmare esperienza, oggetti e bonus attraverso degli obiettivi extra (tipo meno di 3 colpi subiti o solo maschi).
Una volta liberato un Netherworld, lo si può anche visitare pacificamente per trovare dialoghi, personaggi, missioni e negozi segreti extra ed affrontare alcuni minigiochi. Ci sono anche delle battaglie automatiche via IA che, per la prima volta nella serie, si possono anche svolgere online contro le squadre di altri giocatori nel mondo!
Come tipico di Disgaea, non manca neanche l’Item World, un portale speciale che permette di “entrare” dentro un nostro oggetto. Qui dovremo affrontare un dungeon generato in modo procedurale su vari piani e, se arriveremo alla fine, potremo potenziare l’oggetto. Combinare item world e item reincarnation può generare risultati assurdamente forti.
Questo accenna a quello che è forse uno dei pochi difetti di Disgaea 7: la difficoltà. Disgaea 6 era davvero troppo facile e non siamo a quei livelli, ma anche in questo titolo è molto semplice farmare, grindare e diventare così potenti da essere rapidamente imbattibili. Per un fan della saga come me, la cosa fa un po’ storcere il naso.
Disgaea 7 – Uno stile consolidato e anche troppo costante
Passando alla sezione in cui solitamente tratto la direzione artistica di un gioco, ammetto che con Disgaea 7 mi trovo abbastanza in difficoltà nel trovare fattori di cui discutere. Il punto è che, nel bene e nel male, questo titolo è perfettamente in linea con quanto visto nella saga. Lo stile artistico non si discosta molto da quanto già visto.
Sicuramente possiamo apprezzare come i modelli 3D introdotti in Disgaea 6 siano qua stati ulteriormente ripuliti e raffinati, risultando meno rozzi e più fluidi, più in linea con i vecchi modelli 2D, al punto che lì per lì neanche mi ero accorto della differenza. Anche il level design è migliorato, risultando più interessante e articolato.
Si tratta però di un lavoro di dettaglio su un qualcosa che avevamo effettivamente già visto e da cui, alla fin fine, non si discosta troppo. Se Disgaea 6 era d’altronde un primo esperimento, era chiaro che con la pratica e l’esperienza il risultato sarebbe migliorato. Anche il comparto audio oscilla intorno ad una qualità standard non memorabile.
In generale ci sono poche vette di bellezza, ma non si può neanche parlare di difetti artistici. Disgaea 7 non brilla, ma neanche delude, semplicemente questo non è un settore che ha effettivamente peso nel giudizio. Se non hai amato lo stile anime, le assurdità sopra le righe ed il fanservice dei predecessori, non apprezzerai neanche questo.
Disgaea 7 – Stavolta la strada è quella giusta
Con l’ultima frase del precedente paragrafo possiamo in realtà anche tirare le somme della nostra recensione. Disgaea 7 Vows of the Virtueless è indubbiamente un ottimo capitolo nella saga e ne rispetta completamente lo spirito e la natura, molto più di quanto, a conti fatti, ha fatto Disgaea 6. Questo ha sia pregi che difetti.
Se da una parte io, da amante della saga, apprezzo il ritorno a determinati stilemi, allo stesso tempo non posso non ammettere che è tornato anche un po’ di quel sapore di stantio che si stava già avvertendo. Inoltre un nuovo giocatore, per quanto aiutato dai tutorial, sarà sempre disorientato dal primo approccio con un titolo così complesso.
Disgaea 7 Vows of the Virtueless sarà disponibile a partire dal 3 ottobre per Nintendo Switch, Playstation 4, Playstation 5 e ovviamente su Steam. A occhio e croce il gioco costerà 40/50 euro in versione normale, ma saranno disponibili anche due versioni “deluxe/limited” nel formato fisico che contengono una valanga di roba extra.
E’ un gioco che vale l’acquisto? La mia risposta è si, soprattutto se si è già fan della saga o del genere. E’ anche un buon punto da cui partire per esplorare il mondo di Disgaea. La longevità di base è colossale e sono già previsti molti dlc, è molto accessibile e il senso di confusione passa presto lasciando spazio a ore e ore di divertimento.
P.S.: se sei fan della saga e dei giochi NIS non mancano ovviamente easter egg, guest e strizzate d’occhio varie, ma non entrerò nel dettaglio. Sappi però che Disgaea 7 mantiene viva la tradizione del dover essere giocato più volte per sbloccare davvero tutto.