Divinest Light è un puzzle platform indie di avventura, sviluppato ed editato da Gleb Mirolyubov. Si tratta dell’unico gioco di questo sviluppatore che lo pubblica al prezzo di 3,99 su Steam. Questo piccolo videogioco è palesemente ispirato a Limbo, altro titolo indie dello sviluppatore danese Playdead.
https://youtu.be/xa1gYWyC4gw
La “trama” di Divinest Light
Divinest Light è un gioco che dice troppo poco e lascia con l’amaro in bocca per suo finale, che non si comprende. Le informazioni riguardo la storia di questo gioco le troviamo direttamente sulla pagina ufficiale su Steam:
“Sei un figlio della luce, ma quanto sono brillanti le tue intenzioni?”
“Sei disceso sulla terra dalla Luce Divina. Il tuo passato non è chiaro, ma la Luce ti dà la forza di procedere attraverso l’oscurità del vuoto. Abbraccialo e cerca di scoprire i segreti di questo mondo monocromatico.”
Due frasi che ci dicono veramente poco, l’atmosfera che si respira è quella di essere una povera anima in pericolo, esattamente come nel videogioco indie Limbo, che vaga nella foresta (sempre come in Limbo), in un villaggio e cerca redenzione, o almeno questo è ciò che è deducibile da uno dei livelli del gioco chiamato proprio “redenzione”. Il problema è, per cosa? Chi siamo davvero?
La frase presa dalla Bibbia sul finale del gioco lascia solo enigmi e nessuna risposta, ovvero tratta dal libro di Matteo: “..perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.”
Il gameplay: tra luci e ombre
Divinest Light è un puzzle platform in due dimensioni, nel quale ci troveremo a dover risolvere piccolissimi enigmi prima di poter proseguire nella nostra breve avventura tra le ombre. Non vi è quasi nessun tutorial ad eccezione dell’indicazione di premere INVIO quando ci sono da raccogliere degli oggetti.
La nostra anima/luce deve spostarsi velocemente tra una farfalla di luce o una fonte illuminata ad un’altra, poichè se rimane qualche secondo più del dovuto nelle ombre “muore”, e saremo costretti a ripartire dal checkpoint più vicino. In poche occasioni avremo anche a che fare con enigmi abbastanza semplici, da superare interagendo con l’ambiente circostante.
Un esempio: bisogna raccogliere dei funghi per attirare un cinghiale, quando quest’ultimo va in carica bisogna saltare per farlo proseguire e cadere in una trappola, che un cacciatore nell’ombra aveva posizionato poco prima che ci avvicinassimo.
Oltre a poterci muovere a destra ed a sinistra e raccogliere oggetti potremo appunto anche saltare, cosa che sarà fondamentale solo in qualche occasione per superare delle rocce e per alcuni piccoli enigmi (come uno di quelli citati nell’esempio).
Nel gioco incontreremo delle strane creature tentacolari, le quali cambiano l’atmosfera con un colore rossastro, ma potremo affrontare solo una di esse nel finale.
Le ambientazioni che attraverseremo sono le seguenti: una foresta, un cimitero, un villaggio, una miniera ed infine una montagna. A differenza delle prime quattro ambientazioni appena citate, solo quella della montagna presenta dei colori diversi dal bianco ed dal nero.
Il vero problema del gameplay è la durata dello stesso, proprio quando si intravedeva qualcosa di interessante in termini di elementi di gioco, nel livello della montagna il gioco finisce. La durata dell’avventura di Divinest Light è di circa 20 minuti, troppo breve e che lascia tanta insoddisfazione.
Gli aspetti tecnici di Divinest Light
Il gioco di Gleb Mirolyubov vanta un compositore di nome Alex Krownway, la musica dolce e triste che accompagna il gameplay di Divinest Light è stato l’elemento che mi ha colpito sin dall’inizio, lo ritengo uno dei pochi punti positivi del gioco.
Dal punto di vista grafico, il titolo utilizza giochi di luce ed ombre in bianco e nero nella costruzione dei vari elementi dell’ambiente, proprio come avviene in Limbo, ci sono pochi momenti in cui vedremo anche l’utilizzo della colorazione rossastra. Per il livello finale della montagna sono stati utilizzati normali colori e l’ambientazione è stata resa più piacevole.
L’animazione utilizzata è molto semplice e non sembra presentare grossi problemi, forse c’è qualche piccola pecca sui salti effettuati in pochissime occasioni contro degli oggetti. Gli effetti sonori sono stati presi da un sito di distribuzione di suoni gratuiti chiamato freesound.org e sono stati ben utilizzati.
Un aspetto tecnico gradito, anche se inutile ai fini del gioco, è la traduzione in differenti lingue, utile solo al menù principale ed alla frase posta sul finale del gioco.
Divinest Light: la luce che non splende
Divinest Light è un titolo brutta copia di Limbo, che si interrompe proprio nel momento più interessante del gioco, quando sembravano esserci delle nuove meccaniche diverse rispetto al gioco di Playdead. La pecca fondamentale del titolo è la sua brevità, 20 minuti (anche meno) di gioco per non dire nulla, lasciare solo enigmi e confusione sul senso dell’avventura lo ritengo inutile.
Sicuramente il puzzle platform di Gleb Mirolyubov avrebbe dovuto puntare allo sviluppo di novità ed una maggiore longevità, poichè il finale lascia quell’amarezza di non aver compreso il significato e che manchino molti elementi per intravedere una trama più o meno chiara.