Quando ci si avvicina a DOOM lo si fa con estrema deferenza trattandosi, insieme a Wolfenstein, di uno dei padri fondatori del genere FPS.
Nei 27 anni trascorsi dal primo, indimenticabile, capitolo si sono alternati produttori e designer di grande successo (come American McGee) che hanno dato vita a una delle saghe più longeve e vendute nella storia dei videogame.
Tuttavia, dopo il controverso DOOM 3, che segnò comunque uno step molto importante dal punto di vista della grafica, la serie è rimasta in stand-by fino al reboot del 2016.
Quando id Software decise di riportare in vita la saga, non sapevamo cosa aspettarci: DOOM 3 era un capitolo molto diverso dai precedenti, con meno azione, e lo sviluppo di DOOM 4 era stato cancellato. La serie si trovava quindi in un limbo.
Fortunatamente per noi e id Software, l’ultima iterazione della serie si è rivelata un successo di vendite e di critica, rilanciando l’intera saga.
Ad un risultato così entusiasmante non possono che corrispondere grandi aspettative, che tutti i fan hanno riposto nell’inevitabile sequel, DOOM Eternal, fin dal suo annuncio.
Si tratta di un elemento molto importante, che mancava al suo predecessore; tenendo conto delle aspettative degli appassionati, id Software è riuscita con molta abilità a migliorare del tutto l’esperienza di gioco, praticamente sotto ogni punto di vista.
DOOM Eternal è quindi un titolo molto coinvolgente, con un comparto grafico tirato a lucido e una buona rigiocabilità.
Si candida ad essere uno dei migliori FPS che siano usciti negli ultimi anni.
Hell on Earth
Anche in DOOM Eternal ci troveremo nei panni del soldato, ora denominato Doom Slayer (Sterminatore per i non anglofoni), intento a combattere orde di demoni in un’avventura attraverso la Terra, l’Inferno e altri regni. Il nostro unico obiettivo è quello di fermare le orde demoniache che hanno infestato il nostro pianeta natale, sterminando gran parte della popolazione umana.
Anche se l’obiettivo del Doom Slayer è rimasto quello di sempre, stavolta entrano in ballo nuove fazioni.
La storia, sempre molto lineare e poco importante nella serie, aggiunge con questo capitolo un focus narrativo inaspettato che amplia la lore della serie e ci racconta qualcosa in più sul protagonista, oltre a spiegarci come mai orde di demoni scorrazzano liberamente sulla Terra.
Eternal riesce a collegarsi ai capitoli “classici” di DOOM in maniera interessante, che non posso rivelarti per non spoilerare troppo. In generale, stavolta ci verrà voglia di leggere attentamente tutte le pagine che troveremo in giro durante il gioco.
Sia chiaro, la storyline non è nulla di memorabile, ma nell’economia del gioco funziona bene e accresce la nostra sensazione di essere un’inarrestabile macchina assassina.
Gameplay
Se hai giocato al reboot del 2016, non avrai problemi a riconoscere le meccaniche di base di Eternal.
Le Esecuzioni Gloriose, ad esempio, tornano anche in questo capitolo e costituiscono uno dei mezzi migliori per guadagnare punti salute; se sei a corto di HP la cosa migliore da fare è caricare i demoni, con l’intento di farli a pezzi.
id Software ha introdotto altre meccaniche molto simili, di grande impatto. Avremo delle armi montate sulla spalla, lanciagranate e lanciafiamme con cui colpire i nemici. Uccidendoli dopo averli colpiti con queste armi, guadagneremo il massimo della salute possibile.
La sega elettrica costituisce un gradito ritorno e utilizzandola sui demoni, munizioni e altri bonus pioveranno sul terreno di gioco.
Se già DOOM ci spingeva all’offensiva tout court, DOOM Eternal porta questo concetto all’estremo. Tutti i meccanismi a cui facevo cenno, non sono stati inseriti per puro divertimento, ma sono essenziali per la nostra sopravvivenza.
Eternal va affrontato in un certo modo, massimizzando il potenziale e rendendo lo Slayer una vera macchina assassina, a maggior ragione in considerazione del fatto che spesso ci troveremo in situazioni caotiche da affrontare.
Un combattimento tipo in DOOM Eternal ci vedrà cambiare armi (e componenti aggiuntive) più volte, attraversare l’area di gioco tramite barre a cui appenderci o saltando sugli ascensori gravitazionali, il tutto senza lasciarci sfuggire i vari power up e le casse di munizioni presenti.
E’ frenetico, ma rende il gioco eccitante da affrontare.
Tra l’altro va detto che se non utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, la morte sarà inevitabile. Eternal è un gioco tosto, anche alle difficoltà più basse.
Non è il Dark Souls degli FPS, ma ci sarà da sudare per uscire vivi da ogni scontro. Anche se potrebbe sembrare contraddittorio, si tratta di uno dei giochi meglio bilanciati sul mercato; nonostante qualche difficoltà mi sono sempre trovato in grado di affrontare, e sovrastare, le orde di demoni. Basta muoversi ed essere i primi a colpire, non potremo mai pensare di sopravvivere mantenendo un atteggiamento passivo, i demoni sono lì per essere massacrati.
DOOM Eternal sa spingere il giocatore al limite, senza superarlo, il che è videoludicamente fantastico
Anche per quanto riguarda l’equipaggiamento a nostra disposizione, id Software ha fatto un lavoro egregio: tutte le armi a disposizione del Doom Slayer sono migliorabili ed è possibile installare delle modifiche che potremo cambiare in qualsiasi momento, scegliendo quella più adatta alla situazione.
Il fucile d’assalto ad esempio può installare un mirino di precisione o montare una modifica che lo rende un lanciamissili portatile. Aggiornare le armi nel corso del gioco è incredibilmente soddisfacente, specialmente se stiamo cercando di svilupparle ai massimi livelli.
Notevole anche il rampino del Super Shotgun, che cambia radicalmente l’esperienza di gioco.
Ci sono anche alcuni nuovi gingilli a disposizione dello Slayer legate principalmente alla Doomblade, ovvero la lama installata nel braccio sinistro. Una di queste varianti è denominata Crogiolo, ed è praticamente una spada laser che sbloccheremo più avanti nel gioco. Si tratta di un’arma estremamente potente, il cui uso è fortemente limitato dal momento che per essere ricaricata sono necessari alcuni elementi nascosti in giro per l’ambiente di gioco. In ogni caso, riuscire ad eliminare qualsiasi nemico con un solo colpo è una gioia per gli occhi (e per il gameplay), anche se non avverrà così spesso come vorremmo.
Uno degli aspetti più impressionanti di DOOM Eternal, che ne migliora l’esperienza di gioco, è il level design. Eternal è un titolo molto ampio, se paragonato al capitolo precedente; i livelli sono più grandi e un po’ più lineari, mentre nel precedente si sviluppavano in verticale.
Sicuramente in questo modo trovare i collezionabili è più semplice, ma questa presentazione più in grande ha consentito agli sviluppatori di dare sfogo alla propria vena artistica.
DOOM Eternal è ricco di visuali mozzafiato e fondali incredibilmente dettagliati, da ammirare più e più volte.
Anche dagli ambienti emerge la filosofia un po’ Bauhaus che ha ispirato id Software nella realizzazione del gioco: tutto è posizionato con cura, per assicurarci un continuo movimento e un’azione ininterrotta. Alcuni livelli di DOOM Eternal comprendono delle vere e proprie arene che, completate, ci premieranno con alcuni oggetti bonus.
DOOM Eternal è pieno di azione, esplosioni e combattimenti frenetici dall’inizio alla fine, ma non è esente da problemi. I primi livelli in particolare sono un po’ lenti, con la progressione ostacolata dalla mancanza di armi e dalla gran mole di tutorial.
Per certi versi è prevedibile e ciò non vuol dire che le prime missioni siano pessime, solo ci vuole un po’ di tempo e pazienza per andare avanti. Superati i primi 3 o 4 livelli, Eternal inizia a rivelare la sua vera natura.
Gli aspetti “negativi” del gioco sono principalmente due: uno legato ai combattimenti con i boss e uno legato al gioco su console.
Partendo da quest’ultimo caso, Eternal mette alle corde l’utilizzo dei gamepad; pur essendo anni, dai tempi del primo Halo, che giochiamo con gli FPS su console (con ottimo profitto), talvolta l’elevata mole di comandi mal si adatta ad una combinazione diversa da quella fornita dall’accoppiata mouse e tastiera.
Con la croce direzionale fondamentale per il cambio di equipaggiamento o per passare alle armi più potenti, non sempre si riesce a mantenere il movimento necessario a sopravvivere. Non siamo davanti ad un titolo ingiocabile, ma qualche difficoltà in più rispetto alla controparte PC permane.
I boss non sono mai stati la parte migliore di DOOM e neppure Eternal fa eccezione. Dei 5 boss totali i primi 3 sono anche abbastanza divertenti da affrontare, visto che sono più o meno della stessa scala del Doom Slayer. Ma quando si tratta di affrontare nemici enormi, verso la fine del gioco, batterli è un’impresa.
Il penultimo boss, ad esempio, è pieno di problemi per come è stato programmato; innanzitutto per la salute che si rigenera costantemente e poi perché sconfina in zone che non possiamo attraversare, pena subire dei danni. Inoltre è difficile anche recuperare le munizioni in quel frangente e i nemici minori presenti durante il combattimento non possono essere eliminati a colpi di motosega, quindi una volta finite le munizioni sono cavoli.
Per quanto riguarda il boss finale, il combattimento è talmente incasinato da essere più un esercizio di pazienza che un vero e proprio combattimento.
In un gioco che è basato sull’attacco ad armi spianate, per il massimo danno possibile, l’ultimo boss di Eternal ci obbliga a scegliere attentamente i momenti in cui attaccare, stando attenti ai demoni tutti intorno a noi.
L’intero scontro è faticoso e poco divertente, in perfetta antitesi con tutto quello che c’è stato prima.
Il finale lascia l’amaro in bocca, per quello che potrebbe essere uno dei migliori FPS di sempre. I boss hanno sempre danneggiato le conclusioni dei DOOM passati e DOOM Eternal purtroppo non costituisce un’eccezione.
Nonostante il finale sottotono, è difficile non lasciarsi impressionare da DOOM Eternal.
Il risultato principale raggiunto da id Software è avere lanciato un gioco ben rifinito e completo sotto ogni punto di vista.
In un periodo in cui tanti giochi vengono lanciati spesso ancora grezzi e incompleti, necessitando di corpose patch al dayone, in questo caso siamo all’opposto. Non ho riscontrato errori nelle prestazioni o alcun bug nelle mie 15-20 ore di gioco.
Il frame rate a 60fps rimane costante indipendentemente da quanti nemici compaiano sullo schermo, segno che lo spostamento dell’uscita del gioco di un anno ha dato i suoi frutti.
Continuare a massacrare demoni
DOOM Eternal comprende una gran quantità di contenuti, non basta completare la campagna principale per potersi lasciare alle spalle il gioco, c’è ancora tanto da fare.
Ci sono tante sfide, milestone e altri extra da sbloccare giocando; sfide settimanali verranno rese via via disponibili, incoraggiando i giocatori a passare del tempo sul titolo.
Un altro aspetto ben riuscito sono i livelli Master (o Master Mission) che sono sostanzialmente varianti molto più difficili dei livelli già affrontati; non sono il massimo per i giocatori casuali, ma costituiscono una bella sfida per gli appassionati.
Ulteriore novità è la cosiddetta Fortress of DOOM, ovvero una sorta di HUB collocato su una navetta in orbita sulla Terra, che contiene alcuni elementi sbloccabili, un’area di allenamento e dei simpatici easter egg. Un ambiente per appassionati, da appassionati.
DOOM Eternal offre una rinnovata modalità multiplayer, anche se i server per Battlemode non erano disponibili durante la mia prova quindi non sono in grado di valutarne al momento la bontà. Potrebbe essere un’ulteriore ciliegia sulla torta, ma anche nella peggiore delle ipotesi non cambierebbe in maniera radicale la mia opinione su questo titolo.
Segnali di Stile
Affrontata ampiamente la questione grafica, possiamo passare direttamente al comparto sonoro. La soundtrack heavy metal di Mick Gordon è semplicemente perfetta per il gioco, ci aiuta a tenere il ritmo durante tutta la partita. Anche se non tutte le tracce spiccano, siamo in presenza non solo di un ottimo accompagnamento per DOOM Eternal, ma anche a dell’ottima musica metal.