Ci sono attività del nostro quotidiano che ci danno un’incredibile sensazione di piacere. Mangiare il nostro snack preferito, fare shopping, allenarci con soddisfazione sono esempi comuni di semplici esperienze che non solo ci fanno stare bene: ci danno una spinta in più. Anche il gioco al tavolo verde può avere questi effetti, indipendentemente dal risultato che otteniamo.
Quando vediamo un giocatore intento a effettuare puntate alla roulette o alle slot, magari utilizzando il codice promo winnita, riusciamo quasi a palpare le sue emozioni. Adrenalina, determinazione, lucidità nello stabilire il tipo di giocata o il valore della partita: un mix di sentimenti che si avvitano in un vortice a volte difficile da controllare.
Un po’ come succede davanti a un sacchetto di patatine o quando facciamo acquisti durante il periodo dei saldi: resistere è difficile, ma concederci un’opportunità non è sempre la scelta sbagliata.
I meccanismi psicologici alla base del piacere
Dopamina: un termine che ci capita di sentire in diversi settori e che viene anche alternato a quello di “ormone della felicità”. Dal punto di vista medico, la dopamina è un neurotrasmettitore che viene prodotto sia dai neuroni che dalle ghiandole surrenali. L’importanza della dopamina può essere sintetizzata in un dato di fatto: iniziamo a invecchiare quando, tra gli altri, si abbassa il livello prodotto dal nostro corpo.
A questo punto, capire il collegamento tra questo ormone e il piacere che proviamo quando giochiamo è più intuitivo. Se sentirsi gratificati dal ricevere ricompense è un meccanismo primordiale dell’essere umano, fare il possibile per raggiungere il risultato agognato è una caratteristica altrettanto connaturata. Se poi aggiungiamo la possibilità di vincere denaro, con tutti i benefici che ne derivano, l’effetto che si scatena è ancora più coinvolgente.
A volte troppo coinvolgente.
Quando il desiderio di vincita oltrepassa la razionalità, portandoci a compiere scelte dettate unicamente dalla volontà di battere il banco, abbiamo un problema chiamato “dipendenza”. Il tavolo verde è solo uno dei tanti settori in cui la dipendenza può può apparire, e a volte può essere complesso sia riconoscere il problema, che affrontarlo.
Rincorrere adrenalina e vincite: gli effetti distorti della dopamina
Se la maggior parte delle persone riesce a gestire il proprio rapporto con il gioco, alzandosi dal tavolo al momento opportuno e indipendentemente dal risultato, possono esserci situazioni in cui l’autocontrollo diviene più difficile. Questa differenza dipende essenzialmente da due fattori fondamentali, legati tra loro:
- La genetica;
- La produzione di dopamina.
La genetica, come sappiamo, è il nostro DNA: se in famiglia ci sono soggetti che soffrono di dipendenze, è più facile per i discendenti incorrere in questo tipo di disturbo, che può presentarsi sotto diverse forme e con vari livelli di intensità.
Un fattore che invece dipende direttamente dal nostro corpo è la produzione di dopamina. Se la sua carenza può portare a stati depressivi e va corretta anche con l’aiuto di psicofarmaci che ne innalzino il valore, una produzione eccessiva può rendere difficile mantenere il controllo di fronte a ogni situazione da cui proviamo piacere. Che si tratti di shopping, cibo, gioco o altre attività.
Quando il livello di dopamina raggiunge livelli troppo elevati, è bene correre ai ripari: i rischi altrimenti sono due.
Difficoltà nel gestire il gameplay
Se la dopamina in circolo nel nostro organismo è eccessiva, diventa notevolmente più difficile controllare i nostri comportamenti. Uno dei rischi più comuni è quello della schizofrenia, un disturbo che viene curato riportando la dopamina nel corpo al giusto livello.
Se la persona affetta da schizofrenia si trova a instaurare un rapporto stretto con il gioco, l’adrenalina che deriva dalle scommesse e il piacere provocato dalle vincite possono assumere profili difficilmente gestibili, con i conseguenti rischi per il proprio bankroll.
Rischio di depressione a seguito del picco di dopamina
C’è anche un “dopo” a cui bisogna pensare. Quando il livello di dopamina nel sangue si alza al di sopra della soglia consentita, magari in seguito a una vincita al gioco, l’organismo potrebbe sperimentare un effetto rebound. In altri termini, si verifica un crollo improvviso del valore dell’ormone, lasciando il soggetto nello stato psicologico opposto, privo cioè di entusiasmo e volontà di fare.
Una situazione del genere può avvenire anche quando il player diviene assuefatto al gioco, non trovando più uno stimolo dal tavolo verde. Andrà quindi alla ricerca di nuove attività che gli facciano ritrovare quel senso di piacere perso. A conferma del fatto che la dopamina non è scatenata dal gioco nei casinò, ma è semplicemente un effetto del nostro DNA e della nostra capacità di autocontrollo. E anche delle vincite.