L’idea è sempre stata quella di attendere BlizzCon, la convention che segna il momento più importante dell’anno per Blizzard.
Già dalla scorsa edizione, quando venne dato l’annuncio sconsiderato del titolo mobile Diablo Immortal, l’intero staff si era posto come obiettivo quello di arrivare all’anno successivo senza troppi incidenti.
Riuscendo in quella che sembrava una missione difficile, se non quasi impossibile, in Blizzard sono convinti di potere recuperare il rapporto con i fan grazie ad alcuni annunci molto importanti.
Le voci di imminenti licenziamenti contribuirono a rendere ansiosi i dipendenti, così come alcune pressioni provenienti dalla consociata Activision; rimaneva tuttavia la speranza che la convention del 2019 potesse portare a grandi cose.
Il 2019 è diventato realtà, ma gli incidenti tanto temuti sis ono verificati, culminando in un’autentica figuraccia internazionale che ha visto il mondo interno (giocatori e non) condannare unanimemente una compagnia di videogames.
Il 6 ottobre un giocatore di Hearthstone, un pro chiamato Blitzchung ha approfittato di uno streaming Blizzard per esprimersi a favore dell’indipendenza di Hong Kong dalla Cina, dichiarando: “Liberate Hong Kong, la rivoluzione della nostra epoca”.
Immediatamente Blizzard ha sospeso il giocatore per un anno, revocando il suo premio in denaro e tagliando fuori tutti gli altri giocatori coinvoli, scatenando un’indignazione diffusa.
In molti si sono chiesti se gli interessi finanziari di Blizzard nei confronti della Cina, paese molto importante per i guadagni di Heartstone, siano stati alla base della punizione comminata ad un giocatore che aveva semplicemente utilizzato la propria libertà di espressione. La compagnia è poi tornata sui suoi passi, revocando la condanna, ma non è stato sufficiente a placare gli animi.
Con la BlizzCon pronta all’avvio questo venerdì ad Anaheim, in California, sarà interessante assistere alle reazioni del pubblico; la compagnia ha preparato un all in, con due annunci grossi dai nomi in codice di Calypso e Fenris. Di
Oltre questi due attesissimi giochi saranno probabilmente annunciate espansioni, remaste
C’e quindi molta curiosità intorno all’evento. Ci saranno proteste in quel di Anaheim? Gli streaming su Twitch verranno riempiti di messaggi pro Hong Kong? Le domande dei fan vertiranno sui legami economici che legano Blizzard ad un governo fortemente autoritario? Oppure gli annunci sulle novità videoludiche aiuteranno Blizzard a riabilitarsi presso il pubblico?
Interrogato sui piani (e sulle preoccupazioni) riguardanti la BlizzCon di quest’anno, un portavoce della compagnia ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “BlizzCon è sempre stata un luogo in cui celebrare la passione e le diversità della community di Blizzard; un luogo dove incoraggiamo e supportiamo la creatività e in cui i partecipanti possono condividere le loro visioni e i loro interessi.
Quest’anno non farà eccezione: saranno benvenute discussioni civili e costruttive, in cui vengono messe in campo prospettive diverse. Abbiamo intenzione di tenere dei panel di botta e risposta, come abbiamo sempre fatto. La sicurezza dei partecipanti è sempre stata la priorità, ogni anno predisponiamo nuove misure per creare un ambiente sicuro per tutti. In Blizzard siamo lavorando molto duro in vista della BlizzCon. Apprezziamo l’interesse nel cercare di conoscere i nostri piani per lo show, sappiamo di essere fortunati che le persone siano così interessate ai nostri giochi, tanto da volerne conoscere i dettagli e ci aspettiamo tutti siano impazienti di condividere ultime notizie.”
I problemi di Blizzard tuttavia non sono limitati ai rapporti con la Cina, è da un paio d’anni che le cose non vanno benissimo.
La compagnia è stata a lungo una delle più amate del mondo dei videogame, con serie come Warcraft, Starcraft e Diablo; nel 2016 è uscito Overwatch, che è stato un successo di critica e commerciale, ma è rimasto il più recente titolo Blizzard.
Una programmazione molto blanda nei due anni successivi ha portato a ricavi commerciali molto bassi, con disappunto da parte dei dirigenti di Activision che controllano entrambe le compagnie (anche se il nome Activision Blizzard lascia pensare ad un rapporto paritetico, è Activision al comando).
A inizio 2018 il messaggio giunto allo staff Blizzard era chiaro: fare più giochi, ma tagliando i costi.
Activision ha iniziato ad avere un ruolo sempre maggiore, nominando dirigenti nei vari comparti. Inoltre Blizzard ha iniziato a creare un numero crescente di titoli mobile, su mandato della controllante che vuole più franchise sugli smartphone.
Come se non bastasse, a ottobre 2018, il fondatore nonché CEO di Blizzard Mike Morhaime ha deciso di ritirarsi, lasciando il timone al veterano J. Allen Brack; che sarà però solo presidente e non CEO, quindi con meno potere, segno della ridotta autonomia di Blizzard.
A febbraio Activision Blizzard ha lasciato a casa 800 dipendenti da vari comparti, con una mossa decisamente impopolare. A maggio invece, sono stati cancellati un FPS di StarCraft e un titolo mobile mai annunciato.
L’obiettivo era quello di concentrarsi su Diablo IV e Overwatch 2, che verranno finalmente svelati questa settimana.
Tuttavia, anche se non è mai stato rivelato, molti sviluppatori anziani di Blizzard sono andati via a seguito di queste cancellazioni: tra questi ci sono Dustin Browder, lead designer di StarCradìft II, Eric Dodds, responsabile di Heartstone e Jason Chayes, produttore dello stesso titolo.
In parole povere, il 2019 è stato brutto per Blizzard. Riuscirà BlizzCon a raddrizzare le cose?
Lo scopriremo tra qualche giorno, continua a seguirci per tutte le novità sulla convention 2019.