Di solito negli RPG open-world c’è, quasi sempre, spazio per prendersi del tempo, esplorare il mondo di gioco e risolvere i problemi degli NPC con calma e tranquillità. Tuttavia, gli sviluppatori più creativi decidono, a volte, di metterci un po’ di pressione introducendo delle conseguenze per le nostre azioni. Dragon’s Dogma 2 sembra proiettarsi verso un’estesa implementazione di questa meccanica.
Dragon’s Dogma 2, dovremo scegliere con cura
Nel nuovo capitolo siglato Capcom, in uscita il 22 marzo, alcune missioni secondarie saranno influenzate dal passare del tempo e proseguiranno anche senza il nostro intervento. Se si accetteranno troppe missioni contemporaneamente e si impiegherà troppo tempo a completarne una con un limite di tempo, ci saranno delle conseguenze probabilmente irreversibili ed estremamente negative.
Ad esempio, se un ragazzo si perderà nel bosco e noi dovremmo ritrovarlo con un tempo limitato, indugiare troppo o fare altre missioni prima di partire potrebbe portare al fallimento nel ritrovare il ragazzo.
Questo non è nuovo per i fan di Dragon’s Dogma, poiché il primo capitolo aveva missioni che fallivano o cambiavano radicalmente a seconda delle nostre scelte. Almeno questa volta sembra esserci un indicatore temporale che ci avviserà su quali missioni potrebbero fallire.
Sfida o frustrazione?
Al momento non sappiamo come verrà misurato questo lasso di tempo per le quest. Una limitazione basata sul tempo reale sarebbe gestibile, ma meno realistica, mentre un limite di tempo in-game aumenterebbe notevolmente la pressione, soprattutto se si sta già facendo fatica a progredire.
Uomo avvisato mezzo salvato, quindi adesso sappiamo che accettare troppe missioni, come magari si fa di solito in altri RPG, per poi non portarle tutte a termine nei tempi indicati, potrebbe portare a conseguenze non volute e di forte impatto sulla trama di gioco.