Drawn to life è una serie di videogiochi iniziata nel 2007 sul vecchio e beneamato Nintendo Ds e 3Ds. Ora, i fan di questa piccola saga si ritrovano tra le mani questo nuovo capitolo che deve, tuttavia, adattarsi all’assenza di uno schermo touch screen e ad un distanziamento di circa 10 anni dall’ultimo capitolo. Sarà stato in grado di reggere le aspettative? Beh, non esattamente.
Diciamo che quest’ultimo capitolo, parte di una saga che ha avvicinato molti utenti al pucciosissimo mondo della Pixel Art, soffre della sindrome da semplificazione, un terribile morbo che affligge molti sequel, specialmente se realizzati a distanza di epoche dall’ultimo capitolo. Ma scendiamo nei dettagli, vediamo com’è fatto Drawn to life Two Realms.
La storia
Iniziamo da quello che, a nostro parere, è uno dei punti più deboli del gioco, cioè la trama. Dall’aspetto confuso e arrangiato, la storia che fa da sfondo a questo videogioco è estremamente generica e blanda, tant’è vero che molti fan si sono lamentati della mancanza di una certa dose di ambiguità ma, contemporaneamente, di concretezza che contraddistingueva i capitoli precedenti. Qui, più che di ambiguità, si parla di zuppa annacquata.
C’è questa entità, l’oscurità, che vuole… non si sa. Fare male a tutti? Uccidere i personaggi? Non si sa. Si tratta di un’entità cattiva e tanto ci deve bastare. Anche gli altri personaggi, come un certo Mike che dovremmo salvare, non sono granché contraddistinti.
Pixel Art
Drawn to life è una serie famosa proprio per la personalizzazione dei livelli e del mondo di gioco tramite la Pixel Art. Che ti sia appassionato a questa forma di disegno proprio tramite Drawn to life o che tu voglia riscoprirla tramite esso, la delusione potrebbe essere dietro l’angolo. Infatti, le uniche occasioni in cui potremo praticarla saranno la creazione del nostro eroe e durante alcune mini-missioni sparse qui e là per il mondo di gioco free-roaming.
In altre parole potremo realizzare l’insegna di una pasticceria, colorare una statua, realizzare un orologio ma non molto altro. In ogni caso anche queste piccole opere saranno delle gocce nell’oceano che raramente ci capiterà poi di rivedere.
Realizzare il nostro eroe
L’aspetto più interessante riguardante la Pixel Art in Drawn to life Two Realms è la creazione del personaggio. Innanzitutto, avremo a disposizione una tavolozza di colori base ed una personalizzabile. Ci saranno dei modelli predefiniti per torso, gambe, braccia e testa, che potremo anche usare come base su cui lavorare nel caso in cui non dovessimo essere proprio esperti di Pixel Art.
Avremo poi a disposizione diversi accessori predefiniti, come gli occhiali da sole del nostro eroe nell’immagine. Insomma, c’è di che sbizzarrirsi in questo caso. Ma dopo aver creato il protagonista, la Pixel Art viene decisamente accantonata, a differenza degli altri capitoli di Drawn to life.
Gameplay
Il gameplay sarà diviso principalmente in due parti. I livelli platform e il free-roaming. Non si capisce bene quale dovrebbe essere il collegamento narrativo tra il nostro saltellare per i brevissimi livelli platform e le missioni. Fatto sta che, in questo nuovo capitolo di Drawn to life, risolveremo i problemi di tutti (soprattutto litigi fra personaggi), cioè le quest, con il “potere dell’immaginazione”, completando una serie di tre livelli dalla componente di personalizzazione davvero ridicola e minimale (non potremo far altro che posizionare i nemici e potremo farlo solo in alcuni livelli).
Non si capisce perchè gli sviluppatori abbiano deciso di ridurre così al minimo gli aspetti che ci avevano fatto amare Drawn to life.
Il mondo esplorabile
Il girovagare per la città e il villaggio costituisce, probabilmente, la parte più piacevole del gioco. I dialoghi random con i PNG e l’ambientazione ricordano i primi giochi di Pokémon. La realizzazione del mondo è davvero gradevole ed esteticamente appagante. Troveremo, qui e là, diversi oggetti, tra cui booster di velocità, stelle o parti di stelle, adesivi e accessori utilizzabili nel menù di creazione del personaggio (sempre accessibile) e monetine. Queste ultime saranno spendibili nei negozi per acquistare elementi di personalizzazione del nostro eroe.
Sarà presente, inoltre, un breve ciclo di alternazione tra giorno e notte che, ad un certo punto, potremo manipolare a nostro piacimento.
Grafica e colonna sonora
Puoi ammirare, nelle immagini di questo articolo, l’ampio uso di Pixel Art che è stato fatto per creare il mondo di gioco. Ovviamente, avrai capito che non potremo interagire in alcun modo con l’aspetto dei livelli che compongono Drawn to life Two Realms. Tuttavia, come abbiamo già detto, vagheremo per ambienti davvero ben realizzati, seppure abbastanza semplici.
Il comparto sonoro è un’altra caratteristica positiva, non soltanto per la colonna sonora, sempre apprezzabile e riconoscibile, ma anche per i semplici effetti quando raccoglieremo oggetti o selezioneremo voci dal menù di disegno, molto retrò e ben contestualizzati.
Giudizio e prezzo
Insomma, Drawn to life Two Realms regala qualche perla e momenti piacevoli ma resta una mezza delusione. Si direbbe un capitolo realizzato in fretta e superficialmente, quasi un progetto originalmente pensato per mobile e portato, senza un reale motivo, su PC. In ogni caso il prezzo del gioco, disponibile su Steam, non è troppo elevato e per i fan di vecchia data che non vogliono perdersi un nuovo capitolo è più che giusto: 9,99 € per la versione standard, 12,98 € per includere la colonna sonora. Anche i bambini potrebbero essere dei buoni destinatari.
Per il resto, Drawn to life Two Realms può solo migliorare. Chissà se aggiungeranno via via nuovi elementi. Noi, di certo, lo speriamo.