Il concetto di agency, ossia l’abilità da parte di un utente nel prendere decisioni che vadano a cambiare l’ambiente nel quale opera, si è evoluto col passare degli anni e ha affermato la sua nuova forma solo recentemente. Giochi come Zelda Breath of the Wild o Elden Ring, sono riusciti nell’ardua impresa di lasciare la mano del giocatore dicendogli, “puoi andare dove vuoi e comunque farai progressi“.
Dread Delusion, nuovo titolo di Lovely Hellplace, riprende questo concetto di agency e lo fa suo, elevando il concetto di sandbox fine a sé stesso, presentando una trama che potrà essere portata avanti senza seguire una specifica catena di eventi. Ogni strada presa, in un certo senso, è la strada giusta.
Dread Delusion: un mondo corrotto e in rovina
Dread Delusion è un RPG ispirato, almeno nell’estetica, ai classici PSX come King’s Field, per citarne uno. Il gioco inizierà all’interno di una prigione della Apostatic Union, la forza governativa attualmente in carica nella contea di Hallow. Una volta usciti ci troveremo di fronte a un mondo in rovina, un’ombra corrotta di ciò che probabilmente era un regno prosperoso e altamente tecnologico. Ma la libertà non è un bene che viene regalato per bontà in queste terre, l’uomo che ci ha liberati ha una missione per noi: trovare e uccidere Vela Callose.
Vela è la leader di un gruppo di pirati mercenari, una guerriera che ha vissuto per secoli grazie alla magia che permea queste terre, abilissima nei combattimenti all’arma bianca e altrettanto potente nell’utilizzo delle arti magiche. La donna sta cercando un artefatto corrotto che le permetterà di acquisire i poteri degni di un Dio e ovviamente alla Apostatic Union, un gruppo di inquisitori fanatici, la cosa non va a genio.
A questo punto il gioco ci lascia carta bianca, non avremo nessun punto sulla mappa (anche perché non avremo proprio una mappa, almeno per ora) e nessun indicatore che ci dica dove andare, sappiamo solo di dover raggiungere una certa persona in una certa taverna. Dopodiché la trama si apre, letteralmente: per riuscire a trovare Vela dovremo prima affrontare i suoi (ex) sottoposti, tre entità leggendarie che vivono rispettivamente nei tre regni che compongono il mondo di Dread Delusion. Il gioco ci offrirà più modi per affrontarli e ci riserverà più di una sorpresa, anche grazie al sistema di notorietà tra le fazioni.
Gioco di ruolo? Si, ma semplificato
Se non si fosse già capito, il cuore di Dread Delusion è l’esplorazione, il combattimento è solo un piacevole riempitivo tra un posto e l’altro. Per questo motivo, Lovely Hellplace ha deciso di semplificare tutta la parte parametrica tipica degli RPG occidentali: a inizio gioco saremo chiamati a creare il nostro personaggio, per farlo dovremo semplicemente scegliere tre aree di competenza che creeranno il nostro background.
Le caratteristiche sono poche e semplici da comprendere, aumentandone il valore andremo anche a influenzare tutte le abilità a essa associate: ad esempio, se ci specializzeremo in guile (astuzia) andremo anche ad aumentare la resistenza e la nostra abilità da ladro provetto. Nonostante la loro semplicità andranno ad avere un enorme impatto sul mondo di gioco e su come ci relazioneremo a esso.
Immaginiamoci di dover entrare in una fortezza, l’ingresso è protetto da una guardia che non si fida neanche della sua ombra; in questi casi Dread Delusion ci fornirà sempre più di un alternativa per risolvere il problema: abbiamo carisma alto? Forse parlandoci la guardia ci farà entrare. Al posto della dialettica abbiamo prediletto i pugni? Nessun problema, girando intorno alla fortezza potremo trovare un ingresso sbarrato che potrà essere aperto solo avendo il giusto punteggio di forza.
Scegli la tua arma
Il combattimento di Dread Delusion è un misto tra un King’s Field e Morrowind: aspettiamo che il nemico attacchi, schiviamo con il dash o andando indietro e contrattacchiamo. Semplice. Ed è perfetto così. Gli incontri non sono mai tediosi o prolissi, con pochi colpi di spada i nemici vanno giù lasciandoci una piccola ricompensa per averli massacrati.
Ci sono tre modi di affrontare i nemici: usando un’arma bianca, la magia o un’arma dalla distanza. Tutti e tre i metodi sono efficaci e vari, ogni arma potrà essere potenziata al banco da lavoro usando vari minerali e le magie sono tante e molto soddisfacenti da usare.
Il sistema di cura, invece, è il più classico che si possa trovare: in giro per la mappa o nei negozi appositi troveremo ogni tipo di pozione, che potranno essere usate al momento più opportuno per curarci o per ripristinare il mana necessario per lanciare i nostri incantesimi.
E il naufragar m’è dolce in questo mare
Facciamo una premessa: il mondo di Dread Delusion è contenuto, non ci si può aspettare di trovarsi davanti un open world con una mappa di diecimila chilometri quadrati. Quello che è spiazzante, però, è la densità di elementi presenti in una mappa così ristretta. Vedi la montagna sullo sfondo? Ci puoi andare e ti dirò di più, sarai ricompensato per averlo fatto.
Quest, NPC unici, armi, armature e addirittura un mech di legno gigante che nasconde un dungeon al suo interno. Non sapremo mai cosa aspettarci da un posto e saremo sempre incentivati ad andarci, soprattutto una volta messe le mani sul vascello volante.
Ovviamente, Dread Delusion è cosparso di segreti, solitamente accessibili sfruttando due meccaniche: la prima è il sistema di scassinamento, che lascia da parte i minigiochi a favore di un tiro di dado, che dovrà pareggiare o superare un determinato numero dato dal nostro grado di astuzia. La seconda, invece, è legata al valore di wisdom (saggezza): a seconda del nostro valore potremo interagire con oggetti apparentemente mondani, ma che in realtà celano l’ingresso di stanze segrete.
Come già detto in precedenza, la mappa in Dread Delusion non esiste, o meglio, starà a noi disegnarla. Nel corso di una missione ci verrà affidato un libro da riempire con i punti di interesse che ci verranno segnalati nel corso dell’esplorazione. Quando arriveremo in uno di questi luoghi un piccolo messaggio apparirà in alto a destra, a questo punto dovremo prendere il libro e premere un tasto, così facendo aggiungeremo un tassello di mappa che si collegherà agli altri a mo’ di ragnatela. In più, ogni scoperta sarà premiata dai cartografi, una fazione interna al gioco, sotto forma di pagamento in monete d’oro.
Nostalgia portami via
Il cielo è illuminato di rosso, neanche la stella che dà vita a questa parte di universo è in salute, ormai ridotta a una gigante rossa, alla fine del suo ciclo vitale. La vegetazione intorno a noi sembra essere uscita dalle isole di Vvardenfell e le creature che la popolano sembrano essere partoriti dalla mente di Lovecraft ma in bassa risoluzione. Esplorando proveremo un senso di mistero e diffidenza, misto a un sentimento di nostalgia, complice anche il sound design che definirei alieno.
Il lavoro svolto è eccezionale, sembra a tutti gli effetti di star giocando un gioco dell’era PS1, un canone estetico tornato in voga negli ultimi anni, riuscendo sempre a colpire per la sua bellezza nostalgica. Non a caso, Dread Delusion arrivò al grande pubblico attraverso la compilation Haunted PS1 Demo Disc 2020, una raccolta di vere e proprie demo di giochi simil-PS1 dall’aria horror, un must per i fan dell’orrore analogico.