Il mondo dei motorsport comprende numerose discipline al suo interno e non tutte popolari o estremamente diffuse come la Formula 1 o i campionati di Rally. Tra queste discipline, una in particolare si distingue per l’estrema diversità rispetto al resto ed è il drifting: si tratta di una tipologia di competizione in cui non vince chi è più veloce o abile su un tracciato, ma chi riesce a mantenere un migliore controllo del proprio veicolo compiendo una serie di derapate più o meno complesse.
Si compete con vetture quasi stock e la vittoria viene attribuita sulla base di un punteggio espresso dai giudici, seguendo alcune regole basilari per lo più inerenti al controllo della sbandata. Ad oggi è uno sport estremamente popolare in Giappone, motivo per cui in molti pensano che sia nato proprio nel paese del Sol Levante; invece, e da qui potrebbe avere origine l’idea di 505 Games di produrre il titolo, la tecnica del drifting è molto più antica di quanto pensiamo e risale addirittura al mitico Tazio Nuvolari.
Infatti, ma è storia più recente, la prima scuola di drifting al mondo nasce nel 2004 proprio in Italia, fondata da Nicola Tesini, figlio di Danilo che era meccanico proprio del Nivola con il nome Solo Curve Di Traverso. Avendo ora una vaga idea di quale sia lo sport di riferimento, possiamo iniziare ad analizzare DriftCE.
Polvere e asfalto in DriftCE
Una volta avviato il gioco, ci troviamo praticamente subito sulla schermata di avvio dove selezionare le modalità presenti ovvero carriera, gara rapida e multiplayer e modalità libera. Considerato che in multiplayer (comunque asincrono) è difficile trovare giocatori, vale la pena avviare subito la carriera. Veniamo dunque catapultati da un tutorial esteso che ci illustra le due parti in cui si divide il gioco: le sfide e il garage.
Nel corso delle sfide, come si può facilmente intuire, dovremo completare dei brevi tracciati compiendo quanto richiesto nella maniera migliore e più veloce possibile. Si tratta in totale di 15 sfide per tracciato, divise tra giro singolo, corsa contro il tempo e gincana. In tutte le sfide in realtà non faremo altro che andare dal punto A al punto B, inanellando una serie di drifting previsti dalle curve del tracciato. Tra una sfida e l’altra, dal momento che DriftCE viene presentato come una simulazione, possiamo sfogare il nostro estro meccanico all’interno del garage.
Si tratta, paradossalmente, dell’aspetto più divertente del gioco in quanto potremo girare liberamente per il garage, alzare la nostra vettura sul ponte e smontarla e rimontarla a nostro piacimento costruendo anche il motore pezzo per pezzo presso la postazione dedicata scegliendo tra numerose tipologie come i 3 e 4 rotori o il V8. Dopo aver apportato le modifiche scelte potremo anche testarne l’efficacia avviando una fase dedicata, così da capire (se siamo in grado) se ci sono ulteriori ritocchi da fare.
Il fatto di trovarci davanti a una sezione particolarmente approfondita non deve stupirci, dal momento che gli sviluppatori di ECC Games sono conosciuti per avere sviluppato Car Mechanic Simulator per device mobili. I veicoli disponibili, avendo sempre in mente una simulazione della realtà, sono in tutto 12 selezionabili tra Toyota, Mazda, Nissa, BMW e Subaru.
Questa ridotta varietà di scelta si riflette anche sui tracciati che sono quasi tutti derivati da una frammentazione di quello di Ebisu, riprodotto in maniera abbastanza fedele tramite l’ausilio del Laserscan, a cui si aggiunge la cittadina polacca di Koszalin. E’ vero che per il tipo di gioco il tracciato e l’ambiente circostante contano fino ad un certo punto, ma una maggiore varietà sarebbe stata gradita.
Scendendo in pista, il feeling della simulazione si sente principalmente nella misura in cui le automobili assomigliano a dei cavalli imbizzarriti da domare che sgusciano da tutte le parti. Per il resto di simulativo, personalmente, ho trovato molto poco tra feedback con il terreno limitato e totale assenza di un sistema di danni realistico. Potremo schiantarci contro un muro a tutta la velocità possibile in questo tipo di gameplay e la nostra auto si limiterà a rimbalzare senza troppe conseguenze. Anzi, in alcuni circuiti come quello di Haruna, potremo sfruttare la cosa a nostro vantaggio, rimbalzando curva dopo curva e perdendo qualsiasi pretesa di realismo.
Nonostante il gioco ci informi che basta superare solo un numero limitato di sfide per sbloccare il tracciato successivo, non è così: in realtà è necessario terminare tutte le 15 prove in elenco. Purtroppo questo è uno stratagemma volto a cercare di aumentare la longevità del titolo, ma non può funzionare: a meno che tu non sia un appassionato di drifting, DriftCE ti annoierà ben presto. E se risulta noiosa la modalità carriera, il resto che è puramente un copia incolla di quanto prima non può che essere ignorato.
Segnali di Stile: audio e grafica
Se a livello di gameplay, cioè praticamente tutto, DriftCE è noioso, purtroppo non si salvano nemmeno gli altri aspetti.
Appare abbastanza palese che gli sviluppatori, pur creando un titolo budget, non siano ancora adatti a produzioni di livello più impegnativo: il comparto grafico del gioco è abbastanza scialbo ad esempio e se non lo conoscessimo potremmo dire tranquillamente che si tratta di un titolo di un paio di generazioni fa. I modelli dei veicoli, pur essendo abbastanza fedeli alle controparti reali, non sono particolarmente dettagliati, specialmente negli interni, così come poco rifinito è il paesaggio teatro delle nostre evoluzioni.
Potremmo tacere del sonoro: in effetti, a parte il rombo del motore della nostra auto, il silenzio assoluto è quello che ci circonda. Eccezion fatta che per una blanda musica ambient nei menu.