Dopo anni di prove e recensioni, quando mi avvicino ad un titolo indie tengo sempre presente il paradigma di Forrest Gump e dei cioccolatini: nell’incertezza, a fronte di praline succulente, può capitare anche di trovare cioccolatini di pessima qualità se non proprio scaduti.
Il mondo degli indie del resto lavora spesso con risorse limitate e sfruttando la fantasia degli sviluppatori; quando anche quest’ultima viene a mancare, il risultato è spesso di basso livello.
Ed è quello che accade con Drive Buy, che non riesce ad essere originale o realmente divertente dopo i primi 5 minuti. Parlando di originalità, a parte un titolo che sembra preso da una di quelle campagne per il noleggio a lungo termine fatte dai colossi automobilistici, sono stati gli stessi sviluppatori a dichiarare di essersi ispirati a titoli come Twisted Metal, Rocket League e persino Mario Kart. Ma, diciamolo chiaramente, probabilmente di questi titoli sapevano solamente che hanno veicoli con 4 ruote e qualche missile da utilizzare.
Ti dico solo che probabilmente gli sviluppatori, curiosamente denominati Glitchers, si vergognano così tanto del loro prodotto che il link presente sul Nintendo Shop rimanda ad una pagina vuota del sito.
Bando ai preamboli e addentriamoci nel gioco.
Tutti contro tutti in Drive Buy
Trattandosi di un titolo crossplatform tra Pc e Switch, per giocare a Drive Buy è indispensabile sottoscrivere un abbonamento Nintendo Online, altrimenti il gioco non andrà oltre la schermata iniziale; quindi teoricamente evitarlo è semplicissimo.
Una volta creato l’account di gioco veniamo subito catapultati nella schermata di selezione delle modalità, che col suo stile minimal tendente allo squallido ci anticipa cosa troveremo poco oltre.
Potremo scegliere se gettarci subito nella mischia, allenarci, personalizzare (molto poco) i personaggi e i loro veicoli, acquistare alcuni elementi custom e infine visionare le ricompense che ci attendono. Chiude il menu principale una risicatissima sezione opzioni.
Se decideremo di iniziare una partita le opzioni a nostra disposizione saranno quelle che ci vedranno unirci ad una partita veloce, creare una partita customizzata, entrare in una stanza di cui possediamo il codice e ancora una volta entrare in una sessione di allenamento contro bot.
Nella maggior parte dei casi, quella della partita veloce sarà la nostra scelta: una volta selezionata questa modalità ci troveremo nella lobby per il matchmaking, alcune volte rapido altre inesistente (negli ultimi giorni ad esempio non c’è stato verso di avviare una partita), in cui verranno inseriti altri 3 giocatori che ci daranno battaglia in una delle tipologie di scontri previsti.
Nella lobby avremo modo di selezionare il nostro personaggio, ce ne sono 6 in totale (di cui solo 2 disponibili immediatamente) dotati ognuno di un proprio veicolo, poco personalizzabile, che spazia dal furgone alla sportiva veloce. Tutti veicoli vagamente ispirati ad auto realmente esistenti, ma che non hanno alcuna particolare differenziazione in game. Uno vale l’altro, l’unica discrimine sarà la bruttezza dei concorrenti.
Una volta trovati i partecipanti, secondo uno schema collaudato, potremo votare il tipo di partita da affrontare: operazione totalmente inutile, dal momento che il sistema sembra scegliere quello che più gli aggrada indipendentemente dai voti dei giocatori.
Le modalità a nostra disposizione sono solamente 3: Delivery, Piggy Bank e Pay Day. Si tratta di rivisitazioni delle modalità più classiche dei titoli multiplayer: in Delivery, come suggerisce il nome, dovremo effettuare delle consegne con gli altri giocatori intenti a rubarsi i guadagni. Si tratta comunque di una modalità che il gioco non sembra amare particolarmente, dal momento che non viene selezionata che di rado.
Questo perchè le altre due opzioni sono sicuramente più dinamiche; in Piggy Bank un giocatore porta in giro un porcellino salvadanaio e gli altri dovranno rubarglielo prima che ottenga la cifra stabilita per arrivare alla vittoria, mentre in Pay Day tutti i giocatori raccoglieranno un gruzzolo alla partenza e dovranno rubarselo a vicenda, eliminando fisicamente gli avversari.
Tutto qua, nulla di originale e davvero divertente dopo le prime sessioni.
Questo perchè ci troviamo sempre nella stessa mappa, in una microarea nella quale gireremo in cerca di avversari e power-up: questi ultimi sono solo offensivi e sono composti da uno o più missili a ricerca automatica da lanciare una volta inquadrato il bersaglio, da una mina da lasciare a terra, un raggio congelante che indebolirà il veicolo avversario al punto da poterlo distruggere speronandolo e infine da un congegno EMP che mette fuori uso le auto circostanti. Anche qui, niente di nuovo e tranne i missili e, in parte, il raggio congelante si tratta anche di elementi poco utili alla partita.
Anche i guadagni che dovrebbero servirci per sbloccare gli oggetti nel negozio sono molto lenti, per cui anche questa motivazione per il giocatore viene meno.
In conclusione… mediocre
L’azione frenetica promessa dagli sviluppatori è un miraggio, non fosse altro che per l’estrema lentezza dei veicoli e per il fatto che ci troveremo spesso a sgusciare nei vicoli che si aprono in tutte le direzioni della minimappa; va tuttavia riconosciuto che i comandi funzionano abbastanza bene e sono reattivi nella loro semplicità. Infatti avremo a disposizione solo i tasti per accelerare, frenare, derapare e utilizzare i power-up; almeno in questo caso vale il detto “less is more”.
La mediocrità di Drive Buy emerge nel comparto grafico che oltre a proporre veicoli e personaggi anonimi, ai limiti del brutto (come la prima driver con gli occhi fuori dalle orbite),ha una qualità complessiva molto bassa, in parte mascherata da una palette multicolor e ricca di luci al neon. A completare lo strazio i commenti, solo scritti e in tutte le lingue meno che l’idioma di Dante (che si sa, l’Italia conta sempre quanto due di coppe quando briscola è a mazze) degli stessi piloti che dovrebbero essere divertenti ma sono imbarazzanti quanto una conferenza stampa di Renzi in inglese.