Viviamo in un’era particolare del gaming, da anni ormai sono esplosi i cosiddetti “simulatori”, titoli che promettono di far vivere un’esperienza al pari del corrispettivo reale; ogni anno abbiamo l’immancabile Farming Simulator, il simulatore definitivo della vita di campagna, Lifter Forklift Cargo Simulator, per chi vuole vivere l’ebrezza di essere un conduttore di muletti, fino ad arrivare a Goat Simulator, il simulatore di capre più folle che ci sia.
Perciò, i ragazzi di Byterunners Game Studio hanno pensato “perché non vivere l’esperienza dello spacciatore? Anzi, facciamo le cose in grande: perché non sviluppiamo un simulatore sui Cartelli della droga?”. Nasce così Drug Dealer Simulator 2, sequel di Drug Dealer Simulator, che cerca di allargarsi in tutto rispetto al primo capitolo ma ci riesce solo in parte, scopriamolo nel dettaglio!
Drug Dealer Simulator 2: la droga da, la droga daje
Dopo aver scelto il nome del nostro Cartello – El Merendero, nel mio caso – e aver deciso l’aspetto del nostro protagonista/spacciatore, siamo finalmente pronti a iniziare la nostra rispettabilissima attività in quel paradiso tropicale di Isla Sombra. Una breve introduzione ci racconterà del nostro passato tormentato, in continua fuga dalla forze dell’ordine saremo costretti a crearci una seconda vita e riiniziare tutto da capo. A bordo di un motoscafo con musica reggaeton a palla arriveremo su una spiaggia tropicale, la nostra prima isola tutta da esplorare.
Le palme che ondeggiano al vento, le onde che bagnano la sabbia bianca, un NPC che sembra uscito da The Polar Express (il classico film natalizio di Robert Zemeckis): siamo arrivati alla nostra nuova casa, pronti a spacciare e combattere la malavita locale. Il nostro primo laboratorio si troverà all’interno di un vero e proprio bunker, gestito da un certo Carlos, il quale ci darà la nostra prima bustona di cannabis indica da 100gr; non ci resta che recarci al nostro armadietto per il confezionamento delle dosi e la nostra attività di spaccio avrà inizio.
“Scusi, ma lei spaccia?”
Drug Dealer Simulator 2 è ovviamente in prima persona, come ogni simulatore che si rispetti, e presenta una struttura open world: Isla Sombra è un piccolo arcipelago al largo delle coste del Sud America e ogni isola al suo interno sarà esplorabile. All’inizio il nostro aspirante Pablo Escobar dovrà gestire personalmente piccole quantità di stupefacenti, consegnandole ai clienti abituali o occasionali, stando attento a rispettare l’orario prestabilito. Come ho accennato, prima di uscire per le strade dovremo preparare le dosi che andranno vendute, tutto il necessario per la produzione e l’imballaggio si troverà nel nostro laboratorio, che diverrà sempre più grande e fornito mano a mano che il nostro Cartello acquisterà importanza.
Qua si presenta la prima criticità di Drug Dealer Simulator 2 e forse la più grande, ossia la gestione dei menù con tutorial annessi. Appena apriremo il nostro armadietto ci assalirà la confusione più totale: icone, slot inventario, indicatori e chi ne ha più ne metta; ogni elemento ci verrà sparato a schermo e l’unico tutorial che avremo sarà una cosa tipo “qui potrai preparare e gestire le dosi di droga”, starà a noi capire quale tasto serve a cosa o come preparare più buste di taglio piccolo per lo spaccio in strada. Drug Dealer Simulator 2 punta molto sulla micro-gestione degli elementi e presentare dei menù così confusionari di certo non giova al titolo.
Come dicevo, se all’inizio del gioco saremo noi a spacciare per le strade di Isla Sombra, acquisendo soldi e fama ben presto potremo affidare il duro lavoro ad altre persone, potendo così concentrarci sulla produzione e sulla gestione delle consegne. Devo dire che Drug Dealer Simulator 2 riesce davvero bene a creare una curva di progressione soddisfacente, con il giusto impegno e la giusta attenzione ci ritroveremo a dover gestire grandi quantità di “cristalli” senza mai dover consegnarli direttamente al cliente, ma subordinando il tutto ai nostri sgherri.
Sono io quello che bussa
Ovviamente non sarà tutto rosa e fiori, anzi in Drug Dealer Simulator 2 la nostra attività sarà minata da due fattori: gli sbirri e le gang rivali. Dovremo stare attenti girando per le strade dell’arcipelago sudamericano, un passo falso e finiremo in gatta buia. Quando avvisteremo una ronda della polizia locale il gioco si trasformerà in uno stealth game di dubbia qualità e tutto quello che dovremo fare sarà riuscire a passare dai vicoli senza farci notare, non proprio il comportamento di un signore della droga.
Per sistemare le gang rivali invece dovremo ricorrere alla sana violenza: pugni, spinte e martellate saranno il nostro biglietto da visita per convincere i membri avversari che forse non è il caso di spacciare nella nostra piazza. Sfortunatamente il combat system (già strano che ce ne sia uno) non è il massimo: legnoso, poco reattivo e talvolta frustrante, non invoglia quasi mai a dover affrontare qualcuno perché in caso di morte respawneremo ben lontani dal nostro obbiettivo e qua giunge un ulteriore difetto di Drug Dealer Simulator 2, gli spostamenti.
La natura open world di Drug Dealer Simulator 2 si sarebbe prestata perfettamente a un sistema di spostamento dinamico e interattivo, come ad esempio l’utilizzo di un veicolo, che in effetti è presente ma sarà soltanto un escamotage per attivare una sorta di teletrasporto da un parcheggio all’altro. L’alternativa è correre come un disgraziato per tutta la mappa fino a che la barra della stamina ce lo permetterà.
Drug Dealer Simulator 2 presenta anche un sistema di parkour per rendere il tutto più divertente, ma il risultato è l’opposto dato che il nostro personaggio sembrerà il tipo dell’olio Cuore ogniqualvolta proverà a scavalcare un muretto o una staccionata, senza parlare del fatto che molte volte finiremo buggati dentro ai muri o peggio, sprofonderemo nella mappa senza possibilità di ritorno.
Non tutto il male vien per nuocere
C’è da dire, alla fine, che camminare in Drug Dealer Simulator 2 non sia così male, sarà per gli scenari tropicali ben realizzati – anche se un po’ troppo generici – oppure per l’incredibile atmosfera che i ragazzi di Byterunners Game Studio sono riusciti a creare: bossa nova, raeggetton, cubaton, tutto il meglio della musica latino americana ci accompagnerà durante le nostre traversate, ma non è tanto la musica in sé a regalare un’atmosfera affascinante, ma piuttosto il modo con cui la musica arriva alle nostre orecchie.
Praticamente ogni npc, negozio o abitazione avrà una piccola radio o stereo che produrrà musica locale, il risultato è quello di sentirsi veramente tra le strade di un villaggio sudamericano, un elemento veramente ben fatto.